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Nonna Fiorenza a 87 anni e Daniele da Novara: quando la passione per il Foggia non ha età né confini

Erano a pochi metri di distanza, su quei gradoni della Curva Sud. Oggi, invece, saranno lontani 800 km. Una vive a Foggia, l'altro a Novara. Le loro storie, però, si intrecciano. E sembrano così vicine, accomunate da due elementi: passione e amore. Come i sentimenti che animano nonna Fiorenza e Daniele, presenti sugli spalti dello Zaccheria, domenica sera, in occasione della sfida (vinta) contro la capolista Juve Stabia. 

"FATE SPAZIO, CHE LA SIGNORA NON RIESCE A VEDERE". Chi è salito nel settore superiore della Sud, ieri, avrà notato la presenza di un'arzilla signora. Sono 87 le primavere di nonna Fiorenza, che ieri si è presentata ai tornelli, a braccetto coi nipoti Alessandro e Francesco. Il "regista" è stato suo figlio, Gianfranco, che per andare allo stadio deve farsi oltre 300 km: vive e lavora ad Ancona e nel fine settimana torna a Foggia. Fiorenza, invece, a lasciare la città non ci pensa minimamente: "E' rimasta vedova ma non vuole abbandonare le sue tradizioni: il mercato del venerdì, il Rosati, le passeggiate...". E non ci ha pensato tanto neanche ieri, quando a piccoli passi è arrivata in via Guido Dorso: "Abita vicino al 'sanatorio' - spiega il figlio - e ogni domenica in casa riecheggiano i cori dello stadio. Stavolta, però, li abbiamo voluti vivere insieme sugli spalti". Un pezzo di partita seduta, un pezzo in piedi e tanto divertimento. "Saltate un sacco qua sopra, è bello il clima", ha commentato a fine gara nonna Fiorenza, felice per la vittoria ma sportiva: "E come state belli contenti che abbiamo vinto, però i bianchi erano forti...". A farle da 'scudo', durante il match, un gruppo di tifosi che l'ha adottata. E lei, ha ricambiato col sorriso, tra foto e selfie per immortalare una serata speciale. 

DI PADRE IN FIGLIO. Di anni, Daniele, ne ha 66 in meno rispetto a Fiorenza. Ma è sempre un pezzo di famiglia ad avergli trasmesso la fede nei colori rossoneri. Nato e cresciuto a Novara, il 21enne è figlio di una coppia di foggiani che per lavoro si è trasferita in Piemonte. Lo sfegatato tifoso papà, però, gli ha inculcato l'amore per i rossoneri e Daniele, appena il Foggia gioca da quelle parti, è presente sugli spalti. C'era anche a Lecco, il 18 giugno, mentre allo Zaccheria mancava dalla Serie D. Sul suo braccio svetta quello che non è un semplice tatuaggio, ma un atto d'amore: mano nella mano con il papà verso lo Zaccheria. Di padre, in figlio, con una speranza: "Mi basterebbe un anno di serie B, uno solo, per vivere l'emozione di vedere più spesso il Foggia dal vivo, allo stadio". E magari organizzarsi, come già ha fatto talvolta, con il gruppo dei "Foggiani in Piemonte". Per ora, viaggia in solitario: andata e ritorno in aereo. E lo rifarà anche il 5 aprile, in occasione della gara interna con la Casertana. Perchè, come dimostrano le storie di Fiorenza e Daniele (e ce ne sono tante, tante altre che popolano i gradoni dello Zaccheria), la passione non conosce né età né confini.  

di Redazione 


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