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L'AVVIO. Centrare i playoff e superare il primo turno con una emozionante trasferta a Catania, non è cosa da poco. Anche e soprattutto visto il materiale tecnico a disposizione: Marchionni ha trovato un cantiere al suo arrivo, in un ambiente già scosso da un doppio addio prima della partenza di Eziolino Capuano e Vincenzo Maiuri. “Ci metterò la faccia quando le cose andranno male mentre le vittorie saranno solo dei ragazzi. In campo loro dovranno sentirsi protetti” disse durante la sua presentazione. Ha tenuto fede a questo proposito. Si è preso le responsabilità in avvio di stagione dopo le tre sconfitte di fila, presentandosi in canotta dopo il match con l’Avellino ammise: “Giusto sentirsi in discussione”.
LO ZACCHERIA. Lo spartiacque della stagione il derby vinto in casa. Poi, gli apprezzamenti per i cambi in corsa, gli esperimenti, molte scelte indovinate e una capacità offensiva nonostante, di fatto, l’assenza di un vero e proprio numero 9. In mezzo qualche brutto capitombolo – vedi Avellino al ritorno – e qualche prestazione da sbadigli. Ma resta una stagione da incorniciare, soprattutto per com’era iniziata e la consapevolezza di un tecnico che conosce e studia calcio. Ora va via (con il rammarico di non aver mai visto lo Zaccheria pieno), perché a Foggia è tornato il ‘Maestro’. Ma a Foggia, mister Marchionni sarà ricordato sempre con il sorriso e l'affetto. Glielo avrebbero dovuto scrivere dalla società, lo facciamo noi per loro.
E' (ri)partita l'era Zeman ma Marchionni va onorato: bentornato 'Maestro', arrivederci al mister che ci ha messo davvero la faccia
Va via come è arrivato: in punta di piedi, con sobrietà. A Foggia è (ri)cominciata l’era Zeman, ma non manca chi avrebbe visto volentieri ancora Marco Marchionni sulla panchina rossonera.
Da tifosi, non ci si può che augurare che lo Zeman IV porti entusiasmo, divertimento e risultati a Foggia. Ovvio. E' un auspicio e una speranza. Ma un pensiero al tecnico di Monterotondo, ora che la stagione 2020/21 è definitivamente archiviata, va fatto. Ed è forse, anzi sicuramente, una mancanza l’assenza di un saluto ‘ufficiale’ della società a colui che ha realizzato una vera e propria impresa nella scorsa stagione.
L'AVVIO. Centrare i playoff e superare il primo turno con una emozionante trasferta a Catania, non è cosa da poco. Anche e soprattutto visto il materiale tecnico a disposizione: Marchionni ha trovato un cantiere al suo arrivo, in un ambiente già scosso da un doppio addio prima della partenza di Eziolino Capuano e Vincenzo Maiuri. “Ci metterò la faccia quando le cose andranno male mentre le vittorie saranno solo dei ragazzi. In campo loro dovranno sentirsi protetti” disse durante la sua presentazione. Ha tenuto fede a questo proposito. Si è preso le responsabilità in avvio di stagione dopo le tre sconfitte di fila, presentandosi in canotta dopo il match con l’Avellino ammise: “Giusto sentirsi in discussione”.
LO ZACCHERIA. Lo spartiacque della stagione il derby vinto in casa. Poi, gli apprezzamenti per i cambi in corsa, gli esperimenti, molte scelte indovinate e una capacità offensiva nonostante, di fatto, l’assenza di un vero e proprio numero 9. In mezzo qualche brutto capitombolo – vedi Avellino al ritorno – e qualche prestazione da sbadigli. Ma resta una stagione da incorniciare, soprattutto per com’era iniziata e la consapevolezza di un tecnico che conosce e studia calcio. Ora va via (con il rammarico di non aver mai visto lo Zaccheria pieno), perché a Foggia è tornato il ‘Maestro’. Ma a Foggia, mister Marchionni sarà ricordato sempre con il sorriso e l'affetto. Glielo avrebbero dovuto scrivere dalla società, lo facciamo noi per loro.
di Redazione
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