L'ennesima umiliazione targata Canonico, ma quello spogliatoio è in "autogestione" da inizio anno... 

Quel disimpegno a distanza, dietro uno schermo, è la fotografia dell'uomo prima che del presidente. E la scelta di Canonico di "non cacciare più un euro" a campionato ancora da concludere è il suo ignobile modo per salutare la piazza. Avremmo meritato, in questa stagione tragicomica dal punto di vista tecnico e  tragica nel senso letterale del termine, ricordando i quattro giovani ultras deceduti, un epilogo meno inquietante. E invece a tre giornate dalla fine, il Foggia si ritrova a rischiare i playout, a essere senza presidente, con l'incognita del futuro e, come minimo, a rischio penalizzazione per il prossimo campionato.

IL VIAGGIO. A concludere la farsa, l'annuncio dell'autogestione in vista della trasferta di Crotone. Calciatori e staff tecnico che si oppongono al lungo viaggio in pullman - dopo la brutta esperienza di Biella - e si autotassano per partire il giorno prima e pagarsi una notte in albergo. Un'autogestione a cui lo spogliatoio dovrebbe essere abituato, dato che la sperimenta da inizio stagione, da quando qualche capetto si è arrogato il diritto di decidere quando giocare e quando no, di ammutinarsi contro gli allenatori, di fare le comparsate e, soprattutto, di umiliare la maglia che indossavano, mancando di rispetto ai tifosi. Si stanno riposando da diverse settimane in quello spogliatoio come dimostrano le figuracce delle ultime partite, quindi la critica alla (ex) presidenza per l'ennesima umiliazione a cui siamo costretti non deve portare a solidarizzare con chi ha infangato la maglia, ora pronto a ricoprire il ruolo di "vittima". Il pagamento degli stipendi è e sarà un diritto e la scadenza del 16 aprile dovrà essere rispettata, per onorare la dignità e il lavoro dei calciatori. Ma ora andate pure in albergo, riposatevi, portate a casa il risultato e salvatevi. Poi, potrete anche pensare alle vacanze, ché qualcuno in casa Foggia le sta facendo già da un pezzo. E non a sue spese.