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Da Matera Productions a Virtus: ecco chi c'è nella cordata che vuole comprare il Foggia

Resta da sciogliere il nodo della Pintus

Franco Di Silvio, 50enne nativo di Bari ma cresciuto a Palazzo San Gervasio in provincia di Potenza, il francese Philippe Francois Ernest Chausse e Francesco Marrocchino che condivide con Di Silvio le origini lucane.

LE SOCIETA'. Sono questi i componenti del gruppo intenzionato a subentrare nella proprietà del Calcio Foggia 1920. La trattativa è stata condotta dalle società di produzione cinematografica Matera Productions, fondata da Di Silvio e Chausse nel 2015, attuale fatturato di circa 5 milioni, e dalla Virtus Corporate food service equipment srl, società dell'omonimo gruppo che fa capo a Marrocchino, con sede principale in Germania e interessi nel campo del commercio di attrezzature professionali per la ristorazione, fatturato intorno ai 50milioni di euro. Inizialmente, la manifestazione d'interesse è stata presentata per l'acquisizione dell'intero capitale sociale della società rossonera, tuttavia le frizioni esistenti tra Roberto Felleca e Maria Assunta Pintus hanno indotto i potenziali acquirenti a modificare la richiesta. La Pintus, infatti, contattata da Di Silvio, ha comunicato di voler trattare in via individuale le proprie quote della Map Consulting detenute nella Corporate, società controllante del Foggia. L'operazione si è quindi dovuta scindere in tre parti: le quote corrispondenti al 20% del capitale sociale del Calcio Foggia detenute da Davide Pelusi; le quote corrispondenti al 50% del capitale della Corporate Investments di proprietà di Felleca e, per l'appunto, il restante 50% della Corporate appannaggio della Pintus.

GLI ACCORDI. Il gruppo acquirente, dopo un'ultima riunione fiume tenutasi nella giornata di ieri, 8 gennaio, ha raggiunto un accordo definitivo con Davide Pelusi e Roberto Felleca ai quali sarà presentata un'offerta vincolante di acquisto delle proprie quote. “In totale, per entrambe, si tratterà di un importo sotto il milione di euro” ha commentato a Foggia Città Aperta Roberto Felleca. “Abbiamo ritenuto congrua la cifra proposta perchè l'offerta ci consente di rientrare di tutti gli esborsi fatti e di avere anche un lieve margine che ci sembra il riconoscimento al lavoro fatto. Abbiamo potuto constatare – ha poi precisato l'attuale presidente rossonero – la solidità del gruppo e la possibilità di ampliare il progetto fatto sinora con potenzialità superiori a quelle dell'attuale compagine sociale. Trasmetterò immediatamente l'offerta alla Pintus perchè dovrà esprimersi sul gradimento e sulla prelazione”.

IL NODO PINTUS. Ed è proprio questo il (solito) punto. Perchè la faccenda, come nel gioco dell'oca, rischia di tornare nuovamente al punto di partenza. La palla passa ora alla socia della Map Consulting, Maria Assunta Pintus, titolare dell'altro 50% della Corporate, ma le voci sulla sua trattativa individuale con gli acquirenti sono discordanti e non è chiaro se corrisponde al vero l'indiscrezione secondo cui avrebbe preteso una cifra al rialzo. Solito teatrino verrebbe da dire. Tuttavia con due fondamentali novità. La prima è che, rispetto a quanto avvenuto con Follieri, le società interessate si sono palesate, sono facilmente riscontrabili così come i fatturati. La seconda è che la nuova cordata andrebbe avanti anche nel caso in cui la Pintus volesse restare in società, con Felleca e Pelusi che, invece, uscirebbero di scena così come il direttore sportivo Corda. Nessuna strana manovra, dunque, che preveda la conferma degli attuali protagonisti anche dopo la cessione delle quote, uno degli elementi che più aveva disturbato l'imprenditrice sarda. I nodi, dunque, sembrano venire al pettine. Toccherà alla Pintus decidere se cedere o meno. Qualunque sia la sua scelta, è utile tuttavia che sia fatta in tempi brevi senza aspettare i 20 giorni che le spettano. Di mezzo c'è il mercato e arrivare al 29 gennaio per definire il futuro del Foggia potrebbe essere un inutile spreco di tempo. 

di Michele Gramazio


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