Calcio Foggia, il tribunale di Bari sconfessa ancora Canonico: la Pintus può incassare gli assegni
Il tribunale di Bari ha rigettato con ordinanza n. 3724 del 19 luglio 2022 il ricorso cautelare ex art. 700 presentato da Nicola Canonico per sospendere la possibilità di incasso degli assegni che Maria Assunta Pintus detiene a garanzia del pagamento della cessione quote della Corporate Investments Group, controllante del Calcio Foggia.
LA SENTENZA. I giudici respingono la richiesta del presidente rossonero, condannandolo al pagamento delle spese legali. Si tratta del terzo ricorso cautelare non accolto. In precedenza il tribunale di Bari aveva già affermato il diritto della Pintus di pretendere il pagamento di 1,8 milioni di euro in totale per la cessione dell'intero capitale sociale della Corporate.
GLI ASSEGNI. La sentenza di oggi si riferisce al procedimento cautelare, reiterato più volte da Canonico per impedire alla Pintus di incassare gli assegni. In pratica, a seguito dell'ordinanza, l'imprenditrice sarda ha l'opportunità di portare all'incasso gli assegni a suo favore. Va precisato che è invece in corso al Tribunale di Cagliari il giudizio di merito sulla legittimità dell'atto di cessione quote, di recente rinviato a marzo 2023 a causa del trasferimento del giudice ad altro ufficio. Sarà in quella sede, e con tempi non brevi, che sarà stabilita la legittimità dell'atto di cessione quote. Intanto però, salvo nuovi colpi di scena la Pintus con la sentenza di oggi può incassare quanto pattuito.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.