“Il servizio di trasporto scolastico per i bambini che vivono al campo nomadi di Borgo Arpinova riprenderà dal primo ottobre”. Pasquale Pellegrino, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Foggia, respinge le accuse mosse dall’Opera Nomadi che nei giorni scorsi aveva sollevato l’attenzione sull’incredibile ritardo con cui i bambini rom torneranno sui banchi di scuola a quasi un mese dall’inizio del nuovo anno di studio. E pur ammettendo una qualche responsabilità sul ritardo, giustifica le azioni del Comune: “E’ vero – dice l’assessore Pellegrino – dovevamo muoverci prima, ma questioni burocratiche e difficoltà organizzative hanno rallentato la ripresa del servizio di trasporto che sarà garantito grazie alla convenzione con l’Ataf”. In pratica, scaduta lo scorso giugno la convenzione per la gestione del campo nomadi ed il servizio di trasporto degli alunni con l’Opera Nomadi, l’assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Foggia “non potendola prorogare per un altro anno” ha provveduto ad “inviare una lettera di invito a circa una decina tra associazioni e cooperative per partecipare – prosegue Pellegrino – alla gara per il servizio di trasporto”. Quel che è certo, però, è che la gara poteva essere fatta prima, già dal mese di agosto, evitando di lasciare fuori dai percorsi scolastici 80 bambini e ragazzi distribuiti fra i plessi di Santa Chiara, Pascoli, Gabelli, Altamura, Foscolo, Dante Alighieri.
GUERRA FRA POVERI - Adesso, dunque, non resta che aspettare il nome dell’associazione o della cooperativa che gestirà il servizio di trasporto. Ma una cosa è certa: “L’Opera Nomadi non ha partecipato alla gara predisposta dal Comune di Foggia per la gestione del servizio” fanno sapere dall’associazione. Una sorta di provocazione, di ribellione verso l’idea che un simile servizio venga configurato alla stregua di un’opera di puro volontariato. “E’ una guerra fra i poveri. Vogliamo lanciare un grido di riflessione al mondo delle associazioni per capire in che modo e in che misura dobbiamo collaborare con le istituzioni pubbliche, visto il modo con cui veniamo trattati”. Oltre al ritardo con cui i bambini del campo nomadi riprenderanno gli studi, l’Opera Nomadi evidenzia anche l’ammontare complessivo destinato a chi si occuperà del servizio: 13mila euro. Pochi rispetto ai 26mila con cui, negli anni passati, l’Opera Nomadi prestava la sua attività.
GLI ACCOMPAGNATORI - Anche perché, oltre alla figura del coordinatore, le figure più importanti del servizio sono quelle degli accompagnatori. Operatori che arrivano la mattina presto al campo nomadi, si prendono cura dei bambini e li accompagnano fino alle loro scuole, svolgendo anche una funzione di mediazione linguistica e culturale. “Per questo servizio – spiega l’Opera Nomadi – fino al mese di giugno spendevano circa 26mila euro, cifra che ci consentiva di pagare gli operatori per il lavoro svolto”. E quel che più fa male all’associazione è che “quelle a cui vanno incontro gli alunni del campo nomadi sono delle assenze forzate che certamente non favoriranno una facile integrazione nelle classi di appartenenza a oltre due settimane dall’inizio delle lezioni. La scuola è e resta un diritto per tutti e forse soprattutto per i meno ambienti che in definitiva chiedono soltanto di poter raggiungere la scuola”.