Riqualificare Candelaro, il Comune chiede soldi all’Unione Europea con un progetto ‘fai da te’
L’amministrazione comunale di Foggia si è candidata a ottenere dall’Unione Europea i fondi per il progetto “Urban Innovative Actions”, che punta a costruire un “cambiamento sociale al quartiere Candelaro, sostituendo le politiche assistenzialiste con processi che promuovano percorsi di micro economia sociale, dando vita ad uno strumento autogestito di sviluppo, integrazione e riqualificazione urbana per i residenti del quartiere, attraverso processi virtuosi di individuazione dei bisogni, coinvolgimento ed animazione delle attività”.
L’IDEA. Si tratta di un progetto – spiegano da Palazzo di Città - che ha lo scopo di mettere in campo strumenti finalizzati ad alleviare il degrado sociale e urbano, principali fonti dei problemi che attanagliano il quartiere Candelaro, per il quale il sindaco Franco Landella e il consigliere delegato alle Politiche comunitarie, Salvatore de Martino, coadiuvati dallo staff del Servizio Pianificazione, assieme agli altri partner dell’iniziativa, hanno immaginato che gli stessi residenti possano diventare i protagonisti del rilancio della periferia nord della città, puntando sull'identità del territorio a partire dalla valorizzazione dei prodotti tipici locali ma più in generale creando una filiera di azioni, che portino a modalità di lavoro e, materialmente, prodotti ben identificabili attraverso un brand con la costituzione di una cooperativa di quartiere, un percorso unico in Puglia.
LE ATTIVITÀ. Ma in cosa consiste concretamente il progetto? «Centrale nel progetto è il recupero e la successiva funzionalizzazione dell’ex scuola “Manzoni” di via Petrucci, da tempo abbandonata e lasciata al degrado – fa sapere il delegato alle Politiche Comunitarie, Salvatore de Martino –. In particolare le aree esterne alla struttura saranno adibite a verde pubblico, mentre i locali interni verranno resi funzionali in base alle esigenze della costituenda cooperativa di comunità. Nel quartiere Candelaro si registra la maggior concentrazione di povertà a livello urbano, un alto tasso di disoccupazione e dispersione scolastica e la proposta di costituire una cooperativa di comunità deriva proprio dalla scelta di attuare un approccio diverso alle problematiche della povertà urbana, dell’integrazione sociale e della disoccupazione. I fondi comunitari che abbiamo richiesto – conclude -, pari a circa 5 milioni di euro, rappresentano l’80% del finanziamento totale, mentre il restante 20% sarebbe a carico dei partner del progetto».
I PARTNER. «Il Comune di Foggia prosegue il suo lavoro sul fronte dei finanziamenti diretti dall’Unione Europea – evidenzia il sindaco di Foggia, Franco Landella – con un progetto pensato dall’Amministrazione comunale di Foggia e realizzato in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell'Università di Foggia, l’APS Sacro Cuore, i Fratelli della Stazione, la Legacoop e la Compagnia delle Opere».
IL RUOLO DELL’UNIVERSITÀ. «È una ottima opportunità – spiega il prof. Agostino Sevi, direttore del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell'ambiente – che coniuga il nostro impegno nella ricerca scientifica alla necessità di tutelare prodotti e realtà territoriali. Allo sviluppo di questo progetto, noi come Università di Foggia, prenderemo parte in due modi: attraverso la formazione di esperti e di figure professionali in grado di sostenere la portata scientifica del progetto e quindi attraverso la costituzione di un vero e proprio brand che custodisca, protegga e promuova i prodotti locali e i notevoli sforzi produttivi che portano al loro confezionamento».
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.