Cani in spiaggia e nei locali: e se vietassimo l‘ingresso solo ai padroni?
Vieste. Domenica, ore 15. In una nota spiaggia della litoranea (che non citeremo per ovvie ragioni), i bagnanti sono (quasi) tutti sotto l’ombrellone. Il vociare e il caos, da qualche minuto hanno lasciato spazio al silenzio e le chiacchierate sottovoce. È ‘controra’ anche in spiaggia ed è difficile trovare qualcuno in piedi. Tutti stesi per un pisolino. Peccato, però, che il sonno sia guastato da Romeo. E il suo abbaiare. Come sarà facile intuire, Romeo è un cane. E non è l’unico a popolare questo lido che si conferma ‘dog friendly’. Giusto (e bello) così. Ingresso consentito anche agli animali, uno spot concreto contro quel malcostume diffuso da anni di abbandonare i cani nel periodo estivo. Giusto così, si diceva. Ben vengano gli animali (anche) in spiaggia, con buona pace di divieti, multe da contestare e polemiche. Il problema, però, non sono loro. Ma i padroni. Romeo abbaia, senza sosta. E nel frattempo ‘scava’ nella sabbia per trovare ristoro e fresco, alzando polveroni che inondano gli ombrelloni vicini. E il padrone, anzi la padrona, cosa fa? Distesa sul lettino si limita a invocarne il nome, quasi che l’affare non le riguardasse. E così, in spiaggia per lunghi minuti il sottofondo diventa il ‘bau’ del cane e il suo nome pronunciato dalla donna che le sta vicino. Per minuti e minuti, alla ‘controra’. A quel punto, tutto quell’abbaiare stimola anche altri cani e la musica del lido potrebbe anche spegnersi definitivamente, ché il concerto è tutto live. Nessuno dagli ombrelloni sbotta ’pubblicamente’, ma è evidente l’insofferenza dei bagnanti, fino a quando Romeo, forse sfinito, si placa.
IN PIZZERIA. Qualche ora dopo, pizzeria all’aperto a Foggia. Un cane, silente, accovacciato vicino a una tavolata. Giusto (e bello così). Poi, l’arrivo di una coppia di signore, con cane al seguito, sancisce la parole fine alla tranquillità in zona. I due cani, si scoprirà dopo, già si conoscono. E si sfidano a colpi canori. Le due donne si siedono ma il cane con un balzo va verso il tavolo vicino e, di fatto, salta su uno dei clienti della pizzeria. Solo a quel punto, la titolare dell’attività decide che forse è meglio spostare le due donne qualche metro più in là. Con le signore che, però, non riescono a rendersi conto appieno della situazione e appaiono sdegnate dagli sguardi contrariati degli altri clienti.
LA PROVOCAZIONE. Due storie di cui siamo stati testimoni come ce ne saranno state a grappoli, ieri. Ma che ovviamente, non ha come bersaglio gli animali. Contro il cane che abbaia nessuno si arrabbia. Lo facciamo, però, con chi non riesce a rendersi conto che il comportamento dei propri animali possa destare fastidio, paura, noia, eccetera a chi sta vicino. Se al posto dei cani ci fossero stati dei bimbi, si sarebbe detto che i genitori non erano stati bravi a insegnare l’educazione ai propri figli. A questo punto, dovremmo pensare che quelli non sono buoni padroni? Ben vengano, dunque, locali, lidi e strutture cosiddette ‘dog friendly’, ma magari – è la nostra proposta provocatoria - andrebbe messo un cartello all’ingresso: consentito l’accesso ai cani, vietato ai padroni (maleducati).
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