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Canile di Foggia, il “bando fulmine” in piena pandemia per risolvere il problema dei cani randagi

I volontari di “A Largo Raggio” chiedono prolungamento dei terimini

Appena due settimane di tempo per risolvere un problema che il Comune di Foggia si porta dietro da diversi anni, cercando di farlo in tutta fretta e in piena pandemia mondiale.

IL BANDO DEL 16 MARZO. È quanto non torna, per così dire, ai volontari dell’associazione “A Largo Raggio” in merito alla determina approvata ai primi di marzo riguardante l’affidamento dei cani randagi e di proprietà comunale allocati nella struttura (inagibile) di via Manfredonia. Una determina che ha previsto la pubblicazione di un bando ufficiale in data 16 marzo, con imminente scadenza al 1° aprile e che, di fatto, eliminerebbe qualsiasi possibilità di proroga all’associazione stessa, al momento affidataria della gestione del canile (su Change.org, è stata promossa anche una petizione in merito).

DUE SETTIMANE PER “SISTEMARE” I CANI. Appena due settimane, dunque, per presentare offerte di trasferimento in strutture private e favorire la gestione serena dei cani attualmente ospitati nel canile municipale. “Solo due settimane – come scrivono dall’associazione – per cercare un offerente che disponga di una struttura in grado di ospitare 150 cani, tutto ciò mentre l’intera nazione è ferma… Una problematica esistente da anni che si vuole risolvere proprio ora, in questo particolare e delicato momento, dove non è consentito muoversi e cercare soluzioni”.

"ASSURDO". Un comportamento, istituzionalmente parlando, che secondo l’associazione “A Largo Raggio” sarebbe a dir poco assurdo: “agire proprio ora con la limitazione degli spostamenti e con il pericolo per la salute pubblica. Dal bando, inoltre – si legge ancora nella protesta inviata sui social e per vie legali – è stato eliminato un elemento essenziale: il sopralluogo”. Tale pratica, infatti, secondo il Comune sarebbe ritenuta “non necessaria”, cosa che l’associazione contesta formalmente attraverso una richiesta scritta inviata tramite il proprio legale rappresentante.

SENZA SOPRALLUOGO.“Il sopralluogo è fondamentale per valutare le necessità e i costi del trasferimento – si legge nella missiva – e soprattutto, per noi, per la tutela delle decine e decine di cani in terapia, degli anziani, dei cani non socievoli e di quelli mordaci provenienti da sequestri e che necessitano di box e trattamenti speciali. Non sono pacchi da stoccare altrove, ma esseri senzienti con dei diritti e delle emozioni e noi, come Associazione di tutela iscritta all’Albo Regionale, lavoreremo come abbiamo sempre fatto, per garantire i loro diritti. Chiediamo un prolungamento dei tempi del bando per consentire di trovare le soluzioni a Foggia ed evitare maltrattamenti futuri”.

“DEPORTAZIONE DEI CANI”. Qualora il Comune non dovesse accettare la richiesta di prorogare i tempi per la partecipazione al bando, la città di Foggia perderebbe un luogo ufficiale di ricovero, di fatto favorendo il trasferimento – una deportazione, scrivono i volontari – dei cani in un’altra città, ignorando le proposte e i progetti, oltre che gli spazi, presentati in precedenza dalle realtà che da anni si occupano del problema nel capoluogo dauno. “Come è possibile – concludono i membri dell’associazione – che una città non debba avere un luogo di ricovero per i nostri randagi? Porteranno i cani che devono fare degenza ogni volta a 60 km? E per tutte le cucciolate come si farà? Basterebbe un po' di buon senso per capire che questa deportazione è follia”.

di Redazione 


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