Una rivoluzione epocale? A quanto pare sì. L'associazione no profit LapianTiamo, che promuove l'uso terapeutico della cannabis medicinale, ha organizzato, con l'associazione radicale "Mariateresa Di Lascia", un secondo incontro "Cannabis: dalla cura proibita alla cura possibile" con istituzioni e cittadini a Foggia, a distanza di un mese circa dal primo. Al convegno, svoltosi nella sala rosa del Palazzetto dell'arte, hanno preso parte il segretario e il presidente di LapianTiamo, Andrea Trisciuoglio e Lucia Spiri, il sindaco di Foggia, Gianni Mongelli, e quello di Racale (Le), Donato Metallo, l'assessore regionale alla Sanità, Elena Gentile, il biologo Luigi Romano, il segretario dell'ass. "Mariateresa Di Lascia", Norberto Guerriero e il segretario nazionale dei Radicali italiani, Rita Bernardini; ha moderato il giornalista Micky de Finis. Un incontro che da una parte si è collocato esattamente il giorno dopo l'approvazione in Consiglio regionale della legge a favore della canapa per uso terapeutico, dall'altra ha funto da annuncio-provocazione dell'on. Bernardini di autodenunciarsi alla Procura della Repubblica di Foggia per coltivazione e 'spaccio' di cannabis.
"L'ORTO" DI CANNABIS TERAPEUTICA. Per combattere la sua battaglia a favore della legalizzazione della cannabis, o quantomeno della sua produzione a scopo medico, Rita Bernardini ha deciso di emulare il 'compagno' Marco Pannella (che nel 1975 fumò uno spinello in pubblico per far cambiare la legge e far uscire dal carcere centinaia di giovani), decidendo di piantare dapprima a Montecitorio, poi sul terrazzo di casa sua, 11 piante di canapa indiana, che due giorni fa ha donato ai ragazzi del Cannabis social club di Racale, affetti da sclerosi multipla. «Domani mattina (30 gennaio 2014, ndr) andrò in procura per autodenunciarmi, presentando come prova a mio carico un video in cui si vede chiaramente che ho ceduto 'illegalmente' la cannabis. Se non verrò arrestata, mi vedrò costretta a denunciarli per omissione di atti d'ufficio!» sono le parole annunciate a Foggia dalla Bernardini, che, tramite questa forma di lotta non violenta, cerca di ottenere che si riveda la legge in materia; «se nessuno farà nulla, continuerò a coltivare la canapa e a cederla».
LA LEGISLAZIONE. Stando alle leggi vigenti, il segretario dei Radicali ha già compiuto un doppio reato: la coltivazione (vietata dall'art. 73 della L. 309/1990) e la cessione ad altri, che con la legge Fini-Giovanardi è considerata a tutti gli effetti reato equivalente allo spaccio di sostanze stupefacenti. Ricordiamo che dal 2007, grazie all'allora ministro Livia Turco, la canapa terapeutica è stata inserita nell'elenco dei medicinali che si possono prescrivere, anche se, a tutt'oggi, molti medici si dimostrano scettici e disinformati, le farmacie non sono fornite, le Asl sono restie a rilasciarla. A questi ostacoli burocratici si aggiunge il fatto che il costo di 1 grammo di cannabis si aggira attorno ai 35 euro; se si pensa che un malato di sclerosi multipla ha bisogno di una dose giornaliera di 2-3 grammi, si comprende bene che si tratta di una spesa proibitiva, che ostacola quello che dovrebbe essere il diritto alla salute e a ricevere cure adeguate.
LA BATTAGLIA. In virtù di ciò Andrea Trisciuoglio e Lucia Spiri, con l'aiuto del sindaco di Racale, Donato Metallo, hanno deciso di fondare (come ormai noto) il Cannabis social club: affinché ciascun malato possa coltivare da sé la canapa utile alle proprie cure. La vera battaglia però si è dimostrata non solo fare approvare un testo legge ma anche (e soprattutto) combattere contro l'opinione pubblica e la disinformazione.
COSA CAMBIA PER LA PUGLIA? All'indomani dell'approvazione del testo di legge da parte del Consiglio regionale pugliese (si tratta di una delibera in giacenza dal 2011), l'ass. Elena Gentile esprime la sua soddisfazione per il fatto che il testo sia stato approvato all'unanimità, senza divisioni di 'colore' politico. Tuttavia, a ben guardare, nei fatti non molto è cambiato: la cannabis continua ad avere costi elevati perché non si è riusciti ad ottenere una ricettazione 'rossa', ossia a carico della Regione, d'altra parte la coltivazione continua a restare illegale, per cui l'unica soluzione è continuare ad acquistare dall'Olanda il Bedrocan (cannabis sativa). «Il passo successivo – afferma Elena Gentile – è riuscire a far sì che la Puglia divenga una regione pioniera per rivoluzionare il sistema. La vera battaglia è dare un colpo alle lobby e agli interessi che dominano le politiche dei farmaci».