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La Capitanata è il luogo d'Italia più importante per lo svernamento delle gru

Il monitoraggio del Centro Studi Naturalistici Onlus

Come ogni anno il Centro Studi Naturalistici ONLUS ha effettuato il censimento delle gru, una tra le specie di uccelli spettacolari che frequenta il nostro Tavoliere delle Puglie.

FEDERICO II. La presenza delle gru è tanto antica che anche per questo motivo Federico II scelse di frequentare assiduamente la pianura foggiana e le sue paludi in virtù dell'irrefrenabile passione per la caccia con i falchi, che qui poteva svolgere come in nessun altro luogo del suo impero. Inoltre proprio in questa zona l'imperatore scrisse il primo trattato di ornitologia “De Arte Venandi cum Avibus”.

L'UCCELLO. La gru euroasiatica o cenerina (Grus grus Linneo, 1758) è un uccello migratore di dimensioni medio-grandi alto anche fino a 120 cm con un peso medio di 4-5 Kg (ma può arrivare anche a 7 kg di peso) e un’apertura alare di circa 2 metri. Nel secolo scorso, a causa della totale trasformazione del Tavoliere, da una immensa “savana” ospitante la millenaria pratica della pastorizia transumante in piana monocolturale del grano, si è verificata la quasi totale scomparsa della sua presenza nel periodo invernale. Straordinariamente la specie seppe riprendersi e al trend positivo delle popolazioni nidificanti in Nord Europa, fece riscontro un lento, ma costante aumento dei gruppi che decidevano di trascorrere l’inverno nel Tavoliere.

I DATI. Il Centro Studi Naturalistici ONLUS monitora la specie da oltre venti anni, il referente del monitoraggio, l’esperto faunista Matteo Caldarella, racconta che si è passati da circa un centinaio di esemplari presenti nel 2000 a circa  1200 presenti nel 2018 con una tendenza all’aumento progressivo. “In questi giorni - riferisce ancora Caldarella - abbiamo concluso i censimenti per l’inverno 2022-23 e con estremo stupore ed esultanza, abbiamo registrato il record di presenza con oltre 4.000 esemplari. Con stormi (caratteristica è la loro formazione a “V”) anche di 300 esemplari. Questi numeri fanno sì che l’area risulti, molto probabilmente, il sito più importante d’Italia per lo svernamento della specie. Uno spettacolo unico e indimenticabile contare gli esemplari delle formazioni in arrivo fra il risuonare del loro verso 'onomatopeico' nella luce del tramonto, a dimostrazione di una terra che, nonostante tutto, può ancora ospitare un enorme biodiversità e specie evocative come la gru”.

L'OASI LAGO SALSO.L’unica amarezza - prosegue il Centro Studi Naturalistici - è rimarcare che l’Oasi Lago Salso, l’area che la specie ha eletto come sito di riposo notturno di eccellenza (grazie ai miglioramenti ambientali ivi realizzati), non possa essere frequentata dagli studiosi del CSN. Un’area dal valore immenso ove fino a qualche anno fa, grazie alla dedizione del CSN, si riusciva a coniugare la conservazione della natura, i monitoraggi scientifici con la fruizione sostenibile di scuole, famiglie e ornitologi ma e che ora, con una società messa in liquidazione da ormai oltre tre anni, “cristallizzata” senza motivo, risulta “out” per tutti forse per tentare l’oblio della bellezza? … chissà. Le gru (la specie è simbolo di pace, felicità e lealtà) anche stasera torneranno a dormire in un questo scrigno di biodiversità e wilderness, un valore inestimabile, purtroppo non ancora capito  da chi presidia l’oasi; speriamo - conclude il CSN - che questa specie con la sua bellezza possa far comprendere quanto tempo si stia perdendo inutilmente e quanto si stia vanificando per il futuro delle Capitanata”.

di Redazione 


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