"Offerta anormalmente bassa" ma la Senis Hospes va verso la conferma della gestione del Cara di Borgo Mezzanone
La cooperativa Senis Hospes, che dal 2014 gestisce il Cara di Borgo Mezzanone come mandataria del consorzio Sisifo, è prossima ad aggiudicarsi l'affidamento del centro di accoglienza per un ulteriore anno. La società lucana, infatti, ha sbaragliato tutti i concorrenti nella procedura di gara indetta dalla Prefettura di Foggia, con un'offerta economica di quasi 4,8 milioni di euro e un ribasso del 41,23% rispetto al prezzo di base dopo che, in sede di valutazione dell'offerta tecnica, le altre pretendenti sono state escluse.
LA PROCEDURA DI GARA. La Senis Hospes ha ottenuto un punteggio di 94,50 offrendo la cifra totale di 4,8 milioni di euro con riferimento alla capienza della struttura pari a 636 posti e prevede, pertanto, un costo giornaliero per singola persona ospitata di € 20,57. L'importo è più basso rispetto a quanto offerto nel 2014 (22 euro al giorno) ed è decisamente inferiore rispetto ai 35 euro previsti dalla Prefettura per la gestione di quanto previsto dal capitolato: dalla fornitura di pasti e alloggio a quella di vestiario, prodotti per l'igiene personale e generi di conforto; dalla pulizia dei locali diurna e notturna alla cura delle aree verdi e delle aree comuni; dalla raccolta e smaltimento dei rifiuti alla disinfestazione delle superfici; e ancora, dai servizi di registrazione e orientamento degli ospiti a quelli di mediazione linguistica e culturale.
OFFERTA ANORMALMENTE BASSA. Nel verbale finale della procedura di gara, si attesta che l'offerta è risultata 'anormalmente bassa' rispetto all’entità delle prestazioni richieste dal bando, secondo quanto stabilito dalle norme contenute nel codice degli appalti pubblici (punteggio complessivo dell'offerta tecnica e dell'offerta economica entrambi superiori ai quattro quinti dei punti massimi). Si tratta cioè di un tipo di offerta, come spiega sul sito ufficiale l'Autorità Nazionale Anti Corruzione che “suscita il sospetto della scarsa serietà della stessa e di una possibile non corretta esecuzione della prestazione contrattuale, per il fatto di non assicurare all’operatore economico un adeguato profitto”. Per tale motivo l'aggiudicazione definitiva è sospesa in attesa delle giustificazioni che dovrà fornire la Senis Hospes anche se, come detto, rimasta senza concorrenti. Per la Prefettura il diniego alla Senis Hospes significherebbe dover ripartire da zero con una nuova gara.
I SERVIZI DA FORNIRE. Il rischio, insomma, è che non vengano assicurate le condizioni richieste dal bando. Per l'attuale gestione la cooperativa lucana, presieduta da Camillo Aceto, ex vice-presidente della Cascina Global Service invischiata nelle indagini di Mafia Capitale e attualmente raggiunto da avviso di garanzia dalla procura di Bari per il reato di frode in pubbliche forniture, è stata al centro di polemiche a livello nazionale dopo le numerose inchieste giornalistiche che hanno evidenziato le pessime condizioni abitative e igieniche nelle quali sono costretti a vivere i richiedenti asilo. Numerose sono state le interrogazioni parlamentari volte a verificare la correttezza della gestione e nel settembre scorso il ministro degli interni Alfano ha ordinato un'inchiesta specifica sul Cara. Ad ogni modo, non risulta che dalla Prefettura siano stati mai emessi provvedimenti nei confronti della cooperativa, sebbene il contratto stipulato nel 2014 stabilisca chiaramente l'applicazione immediata di penali pari almeno al 3% del corrispettivo mensile in caso di disservizi.
PLICO ANOMALO. L'attuale bando è stato indetto dalla Prefettura nel dicembre scorso. Nei termini prescritti fissati a gennaio hanno risposto in nove ma solo 8 gruppi hanno presentato realmente un'offerta. Un'impresa partecipante, la francese Gepsa classificatasi seconda tre anni fa, si è presa la briga di inviare l'intero plico per allegarvi una lettera regolarmente firmata per comunicare “di non voler presentare alcuna offerta”.
LE ALTRE OFFERTE. Nulla da fare poi per altri sette partecipanti, tutti esclusi in sede di valutazione dell'offerta tecnica per lo stesso motivo: non aver garantito il monte ore minimo del personale da adibire ai servizi. Un errore imperdonabile per le aziende del settore visto che il totale delle ore settimanali da assicurare (3126) fosse ben chiarito nella documentazione di gara.
LE ATTUALI CONDIZIONI. Intanto, all'interno del Cara di Borgo Mezzanone continua ad essere notevolmente superiore il numero di ospiti rispetto alla capienza della struttura. Non meno di mille persone sono stipate all'interno delle abitazioni e le criticità sono acuite dal fatto che, affianco alla struttura, sorge una baraccopoli creatasi già da qualche anno che si è ulteriormente ampliata dopo lo sgombero del cosiddetto “Ghetto di Rignano”.
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