In trasferta da Foggia per rubare nelle aziende: arrestati i "pendolari del furto"
L'operazione dei carabinieri nelle Marche
Li hanno ribattezzati i “pendolari del furto”. Dalla città di Foggia e dalla provincia foggiana si spostavano nel centro-nord Italia per rubare nelle aziende di stoccaggio di merce. E avevano scelto la Regione Marche, in particolare le province di Ancona e Macerata, considerati territori fertili da depredare. Ma l’ultimo colpo non è andato a buon fine. Con un'operazione mirata condotta fra l'A14 e la Ss76, i carabinieri di Osimo, Ancona e Jesi sono riusciti a bloccare in flagranza di reato una banda di pregiudicati che aveva appena messo a segno un furto in un'azienda jesina e che nei mesi scorsi ha colpito almeno altre sette volte in altrettante aziende della Valmusone: a Loreto, Castelfidardo, Osimo, e alla Baraccola di Ancona. Preso anche il basista dell'organizzazione, intercettato dai Carabinieri su un'utenza telefonica che riteneva sicura mentre pianificava con i complici i dettagli dell'ultimo furto.
L’OPERAZIONE. Otto gli arrestati, mentre una nona persona è riuscita a fuggire scavalcando la recinzione dell'autostrada e dileguandosi a piedi. L'operazione – spiegano le forze dell’ordine - è stata denominata in codice 'Gargano', dalla zona di provenienza dei malavitosi. Il blitz è scattato nella notte fra i caselli di Loreto e Ancona Nord, dove i militari hanno intercettato una Mercedes 'pulita' che faceva da apripista, e lungo il tratto jesino della Ss 76 Ancona-Roma. Qui è stato fermato un autocarro carico di refurtiva, risultato rubato a Foggia. Il gruppo criminale sarebbe responsabile fra l'altro di un furto messo a segno a novembre in un capannone industriale di Osimo Stazione, del furto in un'azienda di pellet a Treia, e di un colpo da 200 mila euro in pneumatici da trattori ai danni di una ditta di Jesi.
I CONTROLLI. Le indagini sono iniziate nel mese di novembre 2016 dopo alcuni furti di rame avvenuti in località San Biagio di Osimo e Osimo Stazione. Le speciali modalità operative con cui erano stati eseguiti e la cadenza settimanale avevano permesso agli investigatori osimani di arrivare alla conclusione che si trattasse di una banda ben specializzata, composta da numerose persone che agivano con volto parzialmente travisato agli ordini di un “capo” che coordinava tutto il sodalizio, ovvero il basista di Loreto. Il tutto però eseguito sempre e sicuramente con la presenza di un complice che conosceva bene l’ambiente in cui operavano, conosceva le aziende da depredare e sicuro che una volta all’interno vi fosse la presenza della merce da asportare. La rosa investigativa era supportata poi anche dal fatto che i luoghi in cui colpivano si trovavano quasi sempre a pochi passi dai caselli autostradali.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.