Caporalato, operazione "Caronte" a Borgo Mezzanone: arresti e sequestri
I Carabinieri della Compagnia di Manfredonia (FG) e del Comando Carabinieri
per la tutela del lavoro – N.I.L. di Foggia hanno dato esecuzione, a Manfredonia, Zapponeta, Matera e
nella provincia Monza Brianza, a un’ordinanza applicativa di misura cautelare personale a carico di 13
persone (2 in carcere, 5 arresti domiciliari, 2 divieti di dimora e 4 misure interdittive) per intermediazione
illecita, sfruttamento del lavoro, impiego di lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno.
Contestualmente, in esecuzione della medesima ordinanza, il GIP di Foggia ha disposto il sequestro
preventivo - comprensivo delle relative sedi operative, dei beni mobili registrati e degli immobili e
l’assoggettamento al controllo giudiziario - di 2 aziende agricole, il cui fatturato annuo raggiunge circa i
10milioni di euro, riconducibili ad alcuni dei soggetti colpiti da misura cautelare.
LE INDAGINI. Il provvedimento è stato emesso dal G.I.P. del Tribunale di Foggia.
Le prolungate, complesse e articolate indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia e
condotte dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Manfredonia
e da quelli del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Foggia, si sono avvalse dell’ausilio di
personale appartenente all’OIM “Organizzazione Internazionale per la Migrazioni” e di personale del
progetto SU.PRE.ME.1 (che ha messo a disposizione delle indagini un mediatore culturale).
L'OPERAZIONE. Il nome dell’indagine, “Caronte” - spiegano gli inquirenti -, deriva dall’obolo che i braccianti, quasi tutti “residenti” nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, erano costretti a pagate per essere accompagnati "nell'inferno dei campi" a bordo di automezzi fatiscenti e illecitamente modificati per consentire il trasporto di un numero superiore di persone.
I contenuti dei commenti rappresentano il punto di vista dell'autore, che se ne assume tutte le responsabilità. La redazione si riserva il diritto di conservare i dati identificativi, la data, l'ora e indirizzo IP al fine di consegnarli, dietro richiesta, alle autorità competenti. La Corte di Cassazione, Sezione V, con sentenza n. 44126 del 29.11.2011, nega la possibilità di estendere alle pubblicazioni on-line la disciplina penale prevista per le pubblicazioni cartacee. Nello specifico le testate giornalistiche online (e i rispettivi direttori) non sono responsabili per i commenti diffamatori pubblicati dai lettori poichè è "impossibile impedire preventivamente la pubblicazione di commenti diffamatori". Ciò premesso, la redazione comunque si riserva il diritto di rimuovere, senza preavviso, commenti diffamatori e/o calunniosi, volgari e/o lesivi, che contengano messaggi promozionali politici e/o pubblicitari, che utilizzino un linguaggio scurrile.Riproduzione Riservata.