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Carcere di Foggia: votano in 154, un record. Merito dei Radicali

"Casermette" terze in Italia, dopo Catania e Taranto

Nessun seggio alla Camera e al Senato, ma onore al merito di chi, da sempre, si batte per vedere affermati i diritti civili dei soggetti ai margini della società. Perché se nel carcere di via delle Casermette, a Foggia, hanno votato 154 detenuti molto si deve all’impegno dei Radicali, in modo particolare all’associazione Mariateresa Di Lascia.
FOGGIA DA’ L’ESEMPIO. “Nelle settimane prima del voto l'associazione si è attivata per garantire l'esercizio del diritto di voto ai detenuti del carcere di Foggia, spiegando loro la procedura per richiedere di votare e distribuendo l’apposita domanda”. Queste le parole di Elisabetta Tomaiuolo, segretaria dell’associazione, la quale non ha mancato di sottolineare anche l’importanza del lavoro svolto dalla stessa direttrice del carcere foggiano, Mariella Affatato, inoltre già impegnata in simili iniziative in favore dei detenuti (nella foto, un momento della partita giocata in carcere tra la rappresentanza del Comune di Foggia e i detenuti). Le domande pervenute, pertanto, sono risultate essere ben 270, delle quali solo 156 idonee ad esercitare il diritto di voto. Il risultato foggiano è il terzo più alto d’Italia, dopo Catania (159) e Taranto (156). “Una vittoria di civiltà – ha continuato la Tomaiuolo – se si pensa che nelle passate elezioni il numero di detenuti votanti era meno di una decina”.
UNA VITTORIA CIVILE. Buone notizie anche dal carcere di Lucera, nel quale 18 detenuti hanno esercitato il loro diritto di voto, risultato tutto sommato positivo in rapporto al numero di detenuti non interdetti. Un’affermazione civile importante conseguita, ci tengono a precisare i radicali, grazie alle visite ispettive che hanno preceduto la tornata elettorale, effettuate sia con l’onorevole Turco e sia con l’esponente e candidato al Senato per Sel, Giuliano Volpe. Nonostante i solleciti inviati poi al Garante regionale dei detenuti, Pietro Rossi, in merito alla questione dell’informazione sul diritto di voto in carcere, non si è giunti a nulla di concreto, almeno dal punto di vista istituzionale, a conferma di quanto sia difficile, in Italia, far affermare i diritti dei detenuti. Quanto al voto poi, si tratta di un diritto ancora abbondantemente inapplicato, considerati gli appena 3426 detenuti che hanno votato, per una percentuale di appena il 5,2% rispetto a quelli effettivi.

di Redazione 


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