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Carcere di Foggia, agente penitenziario finisce in ospedale dopo l’aggressione di un detenuto ex pugile

Stamattina intorno alle 11 nel Reparto Accoglienza della Reclusione un detenuto ex-pugile ha violentemente colpito al volto un agente penitenziario, questi ha perso i sensi ed è stato trasportato prima in infermeria del carcere e poi al pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Lucera, non essendo disponibile quello Riuniti di Foggia, dove è stato giudicato guaribile con 20 giorni di prognosi per una frattura scomposta del setto nasale. A darne notizia è una nota del sindacato degli agenti penitenziari COSP.

POCHI AGENTI.Il carcere di Foggia - scrive il segretario del sindacato Mastrulli - dopo la clamorosa evasione di massa collegata alla sommossa oggi conta una forza detenuti di 430 soggetti rispetto alle 340 regolamentate per disponibilità posto letto. Foggia non ha ricevuto incremento di Polizia Penitenziaria contrariamente alle tante promesse e di chi ha responsabilità degli organici e delle carceri dal Dipartimento. I turni continuano ad essere  programmati e pianificati su 8 ore e anche oltre, il personale continua ad effettuare servizio occupando più postazioni di lavoro e la vigilanza di più detenuti”.

SERVE UN CAMBIO AL VERTICE.In questo periodo - continua la nota - mancano anche le semplici mascherine contro il Coronavirus e scarseggia la presenza di materiale igienizzante per il personale, ma quello che emerge è la sfrontatezza della criminalità interna che, oggi come nel recente passato, alza sempre di più il tiro contro i servitori dello Stato.A Foggia andrebbe avvicendato il vertice della struttura, non possiamo continuare a guardare quelle immagini di scesa in strada di circa 77 reclusi,vedere galeotti sulle sbarre che occupano il carcere e gli Agenti all’esterno come “sfrattati” e rimanere in silenzio senza alcun provvedimento che il caso debba urgentemente richiedere”.

MAGGIORE PRESENZA. Infine Mastrulli chiede maggiore presenza dello Stato per la sede Penitenziaria di Foggia come maggiori garanzia della vita dei poliziotti che in quel carcere ci lavorano, si sacrificano a rischio anche della propria vita senza alcuna riconoscenza o ricompensa.

di Redazione 


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