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Carcere di Foggia, luci e ombre nel rapporto di Antigone

«Quello di Foggia è il secondo istituto penitenziario della Puglia per grandezza. Il sovraffollamento resta il problema principale, insieme alle scarse opportunità lavorative. Al momento della visita risultano solo 85 detenuti lavoranti (tutti alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria) su un totale di 519 detenuti. Per quanto riguarda il lavoro all'esterno, risulta difficile individuare spazi occupazionali in un territorio già di per sé caratterizzato da un alto tasso di disoccupazione. Alcuni detenuti riescono ad accedere a misure alternative grazie ad offerte di lavoro provenienti dalla sfera familiare o amicale». Inizia così la scheda che descrive la Casa Circondariale di Foggia consultabile all’interno di “Un anno in carcere”, il rapporto di Antigone sulle condizioni carcerarie in Italia giunto quest’anno alla 14esima edizione.


IL DOSSIER. Il dossier è stato presentato qualche giorno fa a Roma dall’associazione che proprio nel 2018 celebra un anniversario importante: sono vent’anni, infatti, che Antigone è autorizzata dal ministero della Giustizia a visitare i 190 Istituti di pena italiani. Ed oggi sono oltre 70 le osservatrici e gli osservatori dell’associazione autorizzati a entrare nelle carceri con prerogative paragonabili a quelle dei parlamentari. Fra le strutture visitate, anche quella in Via delle Casermette costruita nel 1978 che «necessita di interventi di ristrutturazione in varie parti, sia interne ai reparti detentivi (ad esempio la chiesa e l'area ex lavorazioni) sia per quelle destinate agli uffici, dove gli impianti elettrici e gli infissi risultano fatiscenti. La mancanza di risorse non consente di attivare progetti di ristrutturazione radicale nel breve-medio periodo».


LA SITUAZIONE IN VIA DELLE CASERMETE. La fotografia che viene fuori dal rapporto di Antigone, dunque, presenta degli alti e dei bassi. Come l’annosa questione del sovraffollamento che, a leggere il dossier, è registrata nella maggior parte delle strutture visitate. A Foggia, per esempio, a fronte dei 349 posti regolari, al momento della visita degli osservatori di Antigone erano presenti 519 detenuti, di cui 18 donne, 86 stranieri e 255 definitivi. Ed è proprio questo uno dei nodi rilevati: «La realtà di Foggia si conferma complessa per le variegate tipologie di detenuti presenti ai quali destinare le attività: ad esempio, la presenza di detenuti con condanne definitive in tutti i reparti rende difficile realizzare attività uguali per tutti».


BENE ATTIVITA’ SOCIALI E CULTURALI. Alle osservatrici e agli osservatori di Antigone, però, non è sfuggita la dinamicità culturale e sociale attiva all’interno del penitenziario foggiano. Merito delle tante iniziative promosse dalle associazioni di volontariato e non, che vengono citate nella scheda. «Vanno senz'altro rilevate le numerose proposte progettuali, finanziate sia da enti pubblici che privati». A partire da quelle animate dal Centro di Servizio al Volontariato di Foggia, dai numerosi progetti sportivi avviati da Luigi Taglienti, dalla presentazioni dei libri alla presenza dell’autore, dall’attività formativa offerta dal Centro Provinciale Istruzioni degli Adulti o da quella educativa avviata dal gruppo Cinofilo Dauno. Dove probabilmente occorrerebbe fare di più, risorse permettendo, è nella formazione professionale in quanto «per i detenuti dei reparti maschili non sono attualmente attivi corsi di formazione con conseguimento di qualifica finale».


LA SITUAZIONE IN ITALIA. Di sicuro, la situazione del carcere di Foggia – nonostante i diversi episodi di aggressione agli agenti di polizia penitenziaria rilevati negli ultimi tempi, è meno problematica rispetto ad altre case circondariali, comprese alcune pugliesi. Resta soprattutto il problema in Italia del sovraffollamento nonostante il calo dei reati: il numero dei detenuti ha ripreso a lievitare arrivando a superare le 58 mila presenze al 31 marzo 2018, con una crescita di 6 mila unità in poco più di due anni. Il rapporto di Antigone, insomma, prende in esame numeri e dati sulle carceri, focalizzando la sua attenzione su quali sono i reati per i quali si finisce in galera, i regimi nei quali si è detenuti, la provenienza geografica. Un focus particolare è dedicato al tema dei detenuti radicalizzati e dei progetti di deradicalizzazione in atto, nonché sui detenuti stranieri. Per saperne di più: www.antigone.it


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di Redazione 


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