Tre giugno 2007: l’unico ricordo positivo di Salvatore “Sasà” Campilongo per i tifosi del Foggia è da rintracciare in quella data. E il particolare, non di poco conto, che Campilongo quel giorno fosse sulla panchina avversaria, è l’indicatore perfetto per comprendere quanto memorabile sia stata la sua esperienza in terra dauna.
CAMPILONGO E I GUARDALINEE. Di quella giornata di cinque anni fa, anzi di quel minuto 95, quando Mastronunzio decise di illudere per un’altra quindicina di giorni i tifosi rossoneri, rimane il volto stranito di Campilongo e il suo incedere verso il guardalinee, confidando in un inesistente fuorigioco. E proprio il rapporto con gli assistenti arbitrali, quasi morboso, è il primo ricordo che ci portiamo di Campilongo allo Zaccheria, alla prima nella stagione successiva. Avrebbe dovuto far riflettere da subito la sua decisione: invertire le panchine. Sì, esattamente. Il Foggia, quella prima partita della stagione 2007/2008 la giocò con i propri panchinari nello spazio riservato tradizionalmente agli avversari. “
Così sono più vicino al guardalinee" disse Sasà.
UNO SQUADRONE SENZA GUIDA. Avremmo dovuto comprendere già allora che forse, Campilongo non era l’allenatore ideale per portare il Foggia in serie B, nonostante lo squadrone allestito dopo la promozione sfumata a 60 secondi dalla fine. Eppure per il debutto allo Zac, un deludente 0-0 con il Legnano, Campilongo poteva servirsi di questi undici: Agazzi, Arno, Rinaldi, Ignoffo, Mora, Giordano, Coletti, Cardinale, Biancone, Salgado, Di Roberto.
Ora è l’uomo dei record, come lo era già stato a Cava per l’imbattibilità interna. E anche nella mia classifica personale, ammetto che Campilongo ha alcuni record. È stato il primo allenatore che è riuscito a farmi esultare a un gol contro il Foggia. Era il 2 dicembre 2007: Paolo Rossi indovina l’angolo e segna l’1-0 che permette al Monza di battere i rossoneri. Esultai perché convinto che Campilongo sarebbe andato via, o almeno così avevano promesso. http://www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=81588
Non se ne fece niente.
Un altro record, in realtà, era stato battuto qualche tempo prima: 30 settembre 2007. Come molti altri in curva, quando Plasmati segna il 2-3 contro il Cittadella, al posto di esultare, fischiamo. Disgustati da quello spettacolo, convinti anche in quel caso che poteva bastare così. L’esperimento con Campilongo poteva fermarsi lì. E invece, dovemmo attendere un intero girone prima di allontanarlo.
L'UOMO DEI RECORD. Ora è l’uomo dei record, come lo era già stato a Cava per l’imbattibilità interna. E anche nella mia classifica personale, ammetto che Campilongo ha alcuni record. È stato il primo allenatore che è riuscito a farmi esultare a un gol contro il Foggia. Era il 2 dicembre 2007: Paolo Rossi indovina l’angolo e segna l’1-0 che permette al Monza di battere i rossoneri. Esultai perché convinto che Campilongo sarebbe andato via, o almeno così
avevano promesso. Non se ne fece niente. Un altro record, in realtà, era stato battuto qualche tempo prima: 30 settembre 2007. Come molti altri in curva, quando Plasmati segna il 2-3 contro il Cittadella, al posto di esultare, fischiamo. Disgustati da quello spettacolo, convinti anche in quel caso che poteva bastare così. L’esperimento con Campilongo poteva fermarsi lì. E invece, dovemmo attendere un intero girone prima di allontanarlo.
Caro Campilongo, se il Foggia è fallito è anche grazie a lei. Perché quello squadrone, allestito ad hoc per salire, poteva non vincere direttamente il campionato, ma centrare i playoff senza problemi sì. Saremmo arrivati più freschi e non spompati con una squadra che dopo quella rimontona per l’ultimo posto disponibile, avrebbe potuto giocare altri fue giorni a Cremona, ma un altro gol non lo sarebbe comunque riuscito a segnare.
http://www.foggiacalciomania.com/rubriche/news.asp?id=13877
Ne ha colpa anche lei, se alcuni dei soci, a quel punto, hanno cominciato a crederci un po’ meno al progetto Foggia.
E oggi, venite a parlarmi dell’uomo dei record. Eccolo il palmares dell’uomo dei record: dopo l’esperienza con il Foggia, diventa il nuovo allenatore dell'Avellino al posto di Giuseppe Incocciati. Conclude la sua esperienza in Irpinia con la retrocessione in Lega Pro. L’anno dopo va a Empoli: campionato anonimo. L'8 gennaio 2011 diventa allenatore del Frosinone e chiude il campionato all'ultimo posto con la conseguente retrocessione in Prima Divisione. Il 7 gennaio 2012 diventa l'allenatore della Nocerina a seguito dell'esonero di Gaetano Auteri. Si porta tutto lo staff ma dopo due sconfitte, rescinde consensualmente il contratto con la società.
PLAYOFF E PALMARES. Caro Campilongo, se il Foggia è fallito è anche grazie a lei. Perché quello squadrone, allestito ad hoc per salire, poteva non vincere direttamente il campionato, ma centrare i playoff senza problemi sì. Saremmo arrivati più freschi e non spompati con una squadra che dopo quella rimontona per l’ultimo posto disponibile, avrebbe potuto giocare altri fue giorni a Cremona, ma un altro gol non lo sarebbe comunque riuscito a segnare.Ne ha colpa anche lei, se alcuni dei soci, a quel punto, hanno cominciato a crederci un po’ meno al progetto Foggia. E oggi, venite a parlarmi dell’uomo dei record. Eccolo il palmares dell’uomo dei record: dopo l’esperienza con il Foggia, diventa il nuovo allenatore dell'Avellino al posto di Giuseppe Incocciati. Conclude la sua esperienza in Irpinia con la retrocessione in Lega Pro. L’anno dopo va a Empoli: campionato anonimo. L'8 gennaio 2011 diventa allenatore del Frosinone e chiude il campionato all'ultimo posto con la conseguente retrocessione in Prima Divisione. Il 7 gennaio 2012 diventa l'allenatore della Nocerina a seguito dell'esonero di Gaetano Auteri. Si porta tutto lo staff ma dopo due sconfitte, rescinde consensualmente il contratto con la società.
LA VOLPE E L'UVA. Caro Campilongo, noi saremo anche falliti. E siamo a sedici punti dalla ‘’sua’’ Ischia. E potrà anche batterci cinque, sei, sette a zero... Ma noi la serie D l’abbiamo subita. Lei, invece, le serie che contano le ha viste, le ha toccate, ma finiva sempre che le chiedevano di alzarsi dal tavolo e andare via. Perché non sempre se la volpe non arriva all’uva, questa è acerba....