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Cartolina dal Rodi Jazz Fest

Obiettivo "Canti Sciamboli Project" riuscito

Chiude nel segno della big orchestra l'edizione 2012 del Rodi Jazz Fest. Tre giornate, con una gustosa anteprima, in cui si è consumato anche quest'anno il rito dei seminari teorici e del concerto serale. Lo scorso venerdì 7 settembre, l’ultima notte di musica in quel di Piazza Rovelli, nel centro del comune garganico.

VENTI ELEMENTI. Obiettivo della kermesse era quello di far conoscere il progetto "Canti Sciamboli Project" – lavoro dedicato agli antichi canti d’amore intonati dalle donne durante il periodo di Carnevale. Un lavoro complesso, posto al centro della rassegna, sottolineato dalla perizia di Bruno Tommaso, il maestro di jazz – docente della Siena Jazz University, unico ateneo italiano del jazz – che ha diretto l’orchestra di 20 elementi dell’ultima serata. Tradizione e innovazione, contaminazione oculata e ben dosata per un progetto aperto a nuovi e più ampi sviluppi, frutto del lavoro di docenti e allievi del Conservatorio U. Giordano.
IL CONSERVATORIO. “Da otto anni il Rodi Jazz Fest riesce ad andare avanti grazie alla caparbietà di Peppino Spagnoli, vicario della sede di Rodi Garganico del Conservatorio di Foggia –  ha affermato Enzo Nini, direttore del Dipartimento di Jazz del conservatorio foggiano – e a tutti i docenti che hanno lavorato e lavorano con grande passione per garantire la continuità di questo progetto”. Tra i ringraziamenti di Enzo Nini infine, non può mancare il plauso “all'esperienza, all'intelligenza e al genio di Bruno Tommaso  che – sempre nelle parole del direttore – ha voluto prendere parte a quest'avventura”.

di Redazione 


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