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Senza gioco né idee, il "solito" Foggia cade a Casarano. Eppure la promozione resta a 3 punti: sperarci davvero o no?

Il solito Foggia, privo di gioco e di idee, incappa nella quarta sconfitta in campionato superato dal Casarano per 1-0 grazie a un gol di Favetta a dieci minuti dalla fine. Il Bitonto pareggia a Taranto e allunga a +3 mentre la vittoria del Cerignola col Sorrento per 4-2 riduce a due i punti di svantaggio degli ofantini.

LA 'SOLITA' GARA. Detto del risultato, il resto della gara del Foggia è incommentabile. Come è avvenuto per tutto il resto del campionato, il Foggia messo in campo da Corda, in tribuna per via della squalifica, si affida alla casualità dei rimbalzi sulle seconde palle e a una dose di fortuna sui calci piazzati. Accade, però, che in terra salentina nessun rimpallo favorisce gli attaccanti rossoneri e il piede 'educato' di Gerbaudo e Cittadino non riesce a sollevare oltre un metro di altezza i palloni diretti verso l'area avversaria. Solo una volta una combinazione casuale tra Gerbaudo ed El Ouazni libera quest'ultimo al tiro ma la conclusione è rimpallata dalla difesa. Inevitabile dunque non trovare la via del gol. Dall'altra parte, invece, l'episodio fortunato arriva al 35' del secondo tempo. Un tiro cross di Favetta dalla sinistra termina piano piano all'angolino alla destra di Fumagalli con Foggia che, in dubbia posizione di fuorigioco, tenta di colpire il pallone non riuscendoci.

IL CAMPIONATO. Cosa ci fa una squadra con un gioco così brutto in seconda posizione in classifica a lottare per la promozione? L'eterna domanda che i tifosi rossoneri hanno imparato a porsi al novantesimo di tutte le gare di questo campionato, comprese quelle vinte, torna attualissima al termine della gara in Salento. 'Merito' nel bene e nel male del mister Ninni Corda che tace con la stampa foggiana risentito perchè gli si fa semplicemente notare che la sua squadra non riesce a collezionare tre passaggi di fila. Il patron Roberto Felleca deve, invece, aver compreso che è più utile in questa piazza essere più realisti del re e ammettere, così come ha fatto nella conferenza stampa post Foggia-Brindisi, che così è, prendere o lasciare: più delle trame di gioco importa il risultato e uscire al più presto da una categoria infernale e da un girone altrettanto difficile. Come riuscirci con un Bitonto in calo ma super attrezzato e un Cerignola ormai con il fiato sul collo è un dubbio lecito. Che il dio del pallone ce la mandi buona.

di Michele Gramazio


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