Caso Servitalia, La Società Civile intreccia passato e futuro: "Qual è la differenza concreta rispetto all’era Landella?"
Sul caso Servitalia e il coinvolgimento dell'assessora Lucia Aprile, interviene a gamba tesa anche Milly Pellegrini, che dell'attuale vicesindaca ha preso il posto alla presidenza del Comitato La Società Civile. E non perde l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
LA POLITICA. In una nota stampa, Pellegrini torna infatti ai momenti appena successivi all'insediamento del campo largo - "L’elezione in Consiglio Comunale di esponenti della cittadinanza attiva, seppur non nelle linee del comitato, accese comunque una speranza sul poter scrivere “tutta un’altra storia” insieme a loro e sul serio" - per poi commentare negativamente la situazione attuale: "È da un po’ che questa speranza risulta in gran parte delusa ed oggi ci troviamo davanti a un paradosso: la città continua a essere governata, in gran parte, non dagli eletti, ma dagli stessi dirigenti e funzionari di prima, con le stesse pratiche di sempre.
Ora, dov’è il cambiamento promesso? Qual è la differenza concreta rispetto all’era
Landella? Cambiano i nomi, ma la sensazione di una politica che non sappia o non voglia
finalmente dirigere il cambiamento resta".
LA SPACCATURA INTERNA. Per la presidente de La Società Civile, "l’assessora Aprile, oltre che per le sue qualità, è stata eletta in consiglio comunale ed è diventata vicesindaca indubbiamente anche per la sua storia di attivista e allora presidente de La Società Civile, ruolo da cui lei si dimise appena avviata la sua candidatura politica. Ma l’allontanamento dal 'suo' Comitato continuò il giorno dopo essere diventata
assessora e vicesindaca: pur non avendo molto senso, ella ritenne opportuno uscire
totalmente dal comitato, persino da semplice socia.
Da allora, per La Società Civile - prosegue Pellegrini - Lucia Aprile è diventata un semplice interlocutore politico
a cui, nel rispetto dei ruoli e della nostra indipendenza, non abbiamo fatto sconti ogni qual
volta abbiamo rilevato criticità nei settori di sua competenza, con rimostranze pubbliche e
circostanziate.
Ciò è costato a La Società Civile una spaccatura interna: la fuoriuscita di altri soci storici
e l’accusa, tra le altre cose, di essere detrattori politici a prescindere, ambientalisti senza
titolo e tanti altri complimenti simili, imbarazzanti per chi boriosamente li assegna".
LA SFIDUCIA. "La Società Civile, dopo le elezioni - rimarca Pellegrini -, ha pagato un prezzo altissimo per restare
indipendente, mettendo al primo posto sempre l’interesse dei cittadini con coerenza e
onestà di intenti. Nel caso in questione, rileviamo che lo scaricabarile verso la struttura tecnico-amministrativa, il considerare politicamente rilevanti solo le ipotesi di reato e non anche quelle di palese inopportunità, alimentino un clima di sfiducia e distacco dalla politica e dall’impegno civile. Rivolgiamo dunque un rimprovero esplicito a tutti i politici eletti, di maggioranza e di opposizione: abbiate la forza e il coraggio di rivoltare questa farraginosa e opaca macchina amministrativa. Dopo venti mesi di governo - conclude Pellegrini -, basta con le manifestazioni di impotenza, quando non di difesa, del sistema esistente. Basta con le gare dell’ultimo momento, basta con le risposte sprezzanti e arroganti nei confronti di chi vi chiede conto da fuori al palazzo".
Sono un cittadina delusa e amareggiata.
Ho votato, come tanti, per questa amministrazione, convinta che Foggia potesse rialzarsi ed aprire un nuovo ciclo.
Ma anche stavolta non è andata così. Anche stavolta siamo stati delusi e offesi. E le recenti notizie giornalistiche confermano quanto dico.
Il principale motivo di delusione sta nell’inadeguatezza di questa classe dirigente, che fregandosene di tutto e di tutti, non solo mostra scarse capacità nell’amministrare la cosa pubblica ma continua a perseguire i propri interessi personali, i “tengo famiglia” ecc. ecc. ecc…
E allora è meglio che ritornino tutti a casa il più presto possibile.
Il Ministero dell’Interno, in una data e luogo che preferisco non citare, fu chiamato ad esprimersi su una circostanza che riguardava un assessore di un’amministrazione comunale non lontana da noi, a riguardo dell’esistenza o meno di cause ostative all’assunzione o all’espletamento del mandato amministrativo.
La questione sollevata riguardava una situazione debitoria che il soggetto in questione aveva nei confronti dell’amministrazione, che aveva generato cartelle esattoriali per tributi di vario tipo non corrisposti all’atto dell’accettazione dell’incarico amministrativo.
Sta di fatto che all’atto della nomina, di qualunque nomina, consiglieri, assessori e sindaco, sottoscrivono una dichiarazione in cui dichiarano di non avere alcuna pendenza nei confronti dell’amministrazione stessa.
Il Ministero, nel citare l’art. 63 comma 1, n. 6 del T. U. O. E. L., prevede una causa ostativa per l’amministratore comunale che ha un debito liquido ed esigibile verso il comune e in particolare sottolinea che “non può ricoprire la carica di consigliere comunale colui che, avendo un debito liquido ed esigibile è stato legalmente messo in mora”.
Nella seconda parte della disposizione citata si contempla l’incompatibilità di colui che “avendo un debito liquido ed esigibile per imposte, tasse e tributi nei riguardi dell’ente, abbia ricevuto invano notificazione dell’avviso di cui all’art. 46 del DPR n. 602 del 29 – 09 – 1973.”
Tali circostanze, conclude il Ministero, laddove verificate, avvalorano l’incompatibilità di cui al menzionato Art. 63.
L’assessore in questione fu ragionevolmente estromesso dalla Giunta comunale.
Chi dei nostri cari amministratori si trova o si trovava in questa situazione al momento dell’accettazione dell’incarico e ha, di conseguenza, sottoscritto una dichiarazione mendace?
Diversi consiglieri, di maggioranza e di opposizione.
Almeno un assessore, che risulti alla sottoscritta, in questi giorni nell’occhio del ciclone per l’affidamento di una gara.
E la lista potrebbe non finire qui, potrebbe riguardare anche le posizioni apicali della nostra amministrazione.
Il tutto è facilmente verificabile con semplici accessi agli atti presso gli uffici competenti che, ovviamente, tacciono sulla circostanza.
Non ho altro da aggiungere, se non l’amarezza di una comune cittadina.
Distinti saluti.
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