Un'altra partita con un traghettatore in panchina e senza un vero allenatore. Un altro match da vivere sospesi tra quello che è (poco) e quello che sarà (si spera in meglio). E in più, da due giorni anche il silenzio stampa perché, a dire il vero, conferenze come quelle di Carillo e Millico rischiano solo di avvelenare ulteriormente l'ambiente. Con queste premesse il Foggia va a Cava de' Tirreni: oggi, lunedì 4 novembre, alle 20.30 calcio d'inizio di una gara che, come ormai da mesi, si auspica sia la "svolta".
IL SILENZIO. Con tecnico e direttore sportivo dimissionari, sarà ancora autogestione. Nessun segnale concreto dalla società ma intanto si gioca. E sarà necessario muovere la classifica, perché l'exploit del Taranto ad Avellino e il pari del Messina a Catania hanno permesso a rossoblu e giallorossi di raggiungere il Foggia a 10 punti, a sole tre lunghezze di distanza dal fanalino di coda Juventus U23 (prossima ospite allo Zaccheria). Ma tanto, oggi, dipenderà dall'approccio dei rossoneri: a fine partita contro il Cerignola li abbiamo definiti "irritanti, scandalosi, vergognosi". Ecco, la vera svolta passa, al di là del risultato, proprio dall'atteggiamento in campo: schemi, moduli e numeri vanno in secondo piano se prima, sul terreno di gioco, non entra la grinta. La vera svolta è giocare da squadra. Seriamente, non solo a parole. Queste ultime, con il silenzio stampa, sono state azzerate. Ora tocca al campo.
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