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Arsenico e vecchi "Merletti", i lati oscuri della cessione sfumata del Foggia calcio

Cinque punti che il presidente Verile dovrebbe chiarire

La dama bionda venuta dal Nord, i soldi (tanti) promessi e quelli (pochi) realmente messi sul piatto solo grazie a una colletta di foggiani, schiere di professionisti appartenenti a società di “grido” pronti a confezionare gli atti come nei film americani, la scena strappalacrime quando il sogno è ormai sfumato (in quel di Aprilia) e, infine, per gli amanti del genere, il contorno di un sequestro di persona - del quale non vi è traccia tra le cronache – che messo nel mezzo della storia non sta mai male. Dinanzi a cotanta sceneggiatura, passa addirittura in secondo piano il “buco” al generoso direttore sportivo Beppe Di Bari che salda il conto dell'albergo nel ritiro di Latina quando tutti hanno dimenticato il portafogli a casa.

I LATI OSCURI. Una trama ingarbugliata, quella raccontata da Verile sulla trattativa che avrebbe dovuto portare la società Istifid ad acquisire la maggioranza del Foggia calcio, degna del film “Arsenico e vecchi merletti”. Già Merletti, non quelli lavorati dalle amabili anziane della famosa pellicola di Frank Capra bensì l’ormai celebre Francesca. E se non fosse che di mezzo c’è la squadra di una città affamata di pallone, il blasone conquistato a colpi di annate nelle serie superiori e la passione di migliaia di tifosi sparsi in tutto il mondo, la storia – raccontata da Verile – avrebbe solo strappato una risata amara di incredulità. Ma così non è: di mezzo c'è una città, una squadra, i tifosi e allora occorre andarci a fondo e mettere “i puntini sulle i”, chiedendo di chiarire tutti i dubbi che a mente fredda, dopo la conferenza stampa del presidente rossonero, continuano ad emergere. Perché di lati oscuri nella vicenda ce ne sono almeno cinque.
 
1) La proposta/offerta vincolante d'acquisto.
 
Il presidente rossonero ha ammesso di aver mentito affermando di dover cedere le quote di maggioranza a imprenditori del nord suoi clienti primari e che lo avrebbe fatto su espressa richiesta della Merletti per tutelarne la privacy. C'è però un'altra bugia, o mezza verità, che occorre spiegare. Nel comunicato del 31 marzo scorso Verile aveva affermato di aver ricevuto dagli acquirenti una proposta irrevocabile che era stata accettata. In conferenza stampa tale proposta non è stata mostrata e si è “trasformata” in offerta vincolante trasmessa come corrispondenza riservata tra avvocati. Dunque nessun contratto perfezionato tanto che lo stesso presidente ha affermato che se responsabilità sarà accertata, quella della Merletti sarà di tipo precontrattuale. Come mai questa discordanza? E se, come affermato, di corrispondenza riservata si tratta, come mai sarebbe producibile in giudizio? È una condotta anch'essa vietata dall'art. 28 del codice deontologico forense.
 
2) La festa di compleanno
 
Verile afferma che, subito dopo le feste natalizie, la signora Merletti aveva espresso la volontà di acquistare il Foggia e che, in particolare, se ne era parlato a Milano in occasione del suo compleanno agli inizi di febbraio. A quella festa erano presenti anche Paolo Taveggia e Ferruccio Incontrera della CIC, la società che organizza camp per giovani calciatori. Taveggia ed Incontrera, contattati da Foggia Città Aperta, negano sia stato argomento della serata. Incontrera precisa pure che della volontà di acquistare il Foggia la Merletti gliene avrebbe parlato solo in un secondo tempo, ricevendo come risposta l’invito a evitare l’investimento: troppo difficile seguire una società di calcio a mille chilometri di distanza. Chi dice il vero?
 
3) La penale ai Lo Campo, totale fiducia alla signora
 
Il 10 marzo in programma c'erano le cessioni di quote di Pelusi, Porreca e Lo Campo nei confronti della Istifid. Fabio Verile, da buon professionista, si cautela inserendo nel preliminare una penale nei confronti dei Lo Campo da 100mila euro in caso di loro cambiamento di rotta all'ultimo momento. Nessuno spazio ai “sentimenti”, nessuna fiducia verso quelli che fino a prova contraria sono soci. A telefonare in extremis, ironia della sorte, è invece la Merletti che rinvia la cessione. A quel punto chi rischia la penale è Verile che in tutta fretta organizza la colletta tra i foggiani e acquista le quote. Come mai neanche in quella occasione sono sorti dubbi nei confronti della “signora bionda” e non si è pensato ad una identica penale? Perchè si è concesso un altro “bonus” senza colpo ferire?
 
4) L'autogol in conferenza stampa
 
Come detto, secondo Verile la trattativa a febbraio scorso era già ben avviata e alla festa di compleanno della Merletti si sarebbe già parlato di cessione del Foggia calcio. Una settimana più tardi il presidente rossonero, dopo il pareggio interno con la Vigor Lamezia, sbottò in conferenza stampa contro tutti, complici le imminenti scadenze per il pagamento degli stipendi GUARDA IL VIDEO: "Verile sbotta contro tutti". Accanto, in quella occasione, sedeva la Merletti, presente (formalmente) per illustrare per l’ennesima volta il camp estivo. Come mai in quella occasione il presidente non si è posto il problema della presenza di un potenziale acquirente? Era quello il modo per incoraggiare la cessione? Possibile che un professionista esperto come Verile cada in un autogol clamoroso capace di spaventare anche il più bendisposto compratore?
 
5) L'acquisto della maggioranza.
 
Verile spiega che l'interesse all'acquisto della signora Merletti era condizionato all'acquisizione della maggioranza del capitale del Foggia calcio. Non spiega però perchè, per questo motivo, abbia obbligato a cedere la quota anche ai Lo Campo, cautelandosi con una penale. La cessione del pacchetto maggioritario sarebbe stata possibile, infatti, cedendo alla Istifid la quota di Porreca, di Pelusi e, anche solo parzialmente, quella dello stesso presidente rossonero. Perchè allora coinvolgere in tutta fretta i Lo Campo, inserire la penale e vedersi costretto poi ad anticipare i fondi per la cessione? Vi erano altre condizioni?
 
Cinque questioni che Verile dovrebbe chiarire. Perchè c'è di mezzo una città, una squadra e i suoi tifosi...

di Michele Gramazio


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