Stampa questa pagina

Cgil: "La Provincia di Foggia attivi le procedure per la riapertura dell'Oda Teatro"

La struttura provvista del certificato di staticità

"Se pur in scadenza del mandato politico, riteniamo doveroso che la Provincia di Foggia avvii immediatamente tutte le procedure utili a consentire la riapertura dell´Oda teatro". Perché oltre al "grave danno culturale alla città", a "pagare sono i venti lavoratori e le loro famiglie". Cgil e Slc di Foggia e Puglia con una nota intervengono sulla chiusra della struttura di Corso del Mezzogiorno perchè sprovvista del certificato di staticità. Anche se durante il controllo i vigili hanno riscontrato anche la mancanza della dovuta etichettatura di segnalazione sugli estintori.

 

SCHIAFFO AI CITTADINI "La sconcertante notizia della chiusura dell´ODA Teatro a Foggia è un ulteriore schiaffo ai cittadini foggiani e alla produzione culturale dell´intera Capitanata - dice il sindacato - . La meritevole iniziativa della Provincia di Foggia di acquistare e trasformare, agli inizi degli anni duemila, un capannone industriale in un luogo destinato alla cultura è oggi offuscata dall´incredibile situazione che ha portato alla chiusura del Teatro, a causa di una certificazione inesistente di staticità dell´immobile. Nonostante un 'regolare' bando espletato nel 2003 e vinto dalla incolpevole compagnia teatrale Cerchio di Gesso. Una storia di incuria e disattenzione delle Amministrazioni provinciali che rischia di costare molto caro ai venti lavoratori impegnati nel teatro e alle loro famiglie, per non parlare del danno culturale all´intera cittadinanza già offesa dalla chiusura che si protrae da anni del Teatro Giordano". Per questo, la Cgil chiede che "se pur in scadenza del mandato politico, riteniamo doveroso che la Provincia di Foggia avvii immediatamente tutte le procedure utili a consentire la riapertura dell´Oda teatro".
IL PICCOLO 'DIFFIDATO' Ma a chiudere, al momento, non è solo l'Oda Teatro. Visto che anche il Piccolo Teatro di Via Delli Carri, è stato diffidato. Anche se almeno stando alle parole di Enzo Marchetti non sarebbe tutta da scartare l’ipotesi che alla base di questi controlli incrociati delle varie strutture teatrali vi siano delle invidie reciproche tra le varie compagnie, con tanto di soffiate ed esposti ad hoc presentati agli organi competenti. “Una guerra tra poveri”, secondo la definizione di Marchetti, la quale al momento avrebbe riguardato la storica realtà teatrale del Piccolo e, appunto, il Cerchio di Gesso – nonostante la totale diversità tra i due tipi di pubblico e di prodotto artistico.  Per il momento però, il Piccolo sarebbe stato solo “diffidato”, in attesa di nuove disposizioni, e le manifestazioni artistiche continueranno regolarmente in quel di via Delli Carri.
 

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload