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La curiosità/ “E che cazz è…”: il microfono aperto tradisce Landella (ma non solo lui) in Consiglio comunale VIDEO

Si accalora, chiede di mettere in votazione la sua proposta sul rinvio degli accapo (poi approvata) e poi si lascia andare: “E che cazz è…”. Peccato, però, che il microfono del sindaco di Foggia, Franco Landella fosse ancora aperto. Come in Fight club, quel frame della proiezione “nessuno sa di averlo visto, ma l’hanno visto…”. E così è per lo sfogo del primo cittadino: tutti l’hanno sentito.

LE SCUSE. Passa inizialmente sotto silenzio ma a farlo emergere ci pensano prima Pippo Cavaliere – che chiede rispetto verso il Consiglio – e poi Leonardo Iaccarino, che pretende l’ammonizione del sindaco, invitandolo a fare attenzione ai microfoni aperti e facendo quasi autoironia: “Meritiamo rispetto perché il Consiglio comunale non è una barzelletta”. Poi, al momento del voto, il sindaco – che seguiva la seduta all’aperto - si scusa e prova a giustificarsi: “Chiedo scusa, non era rivolto all’Aula ma me la prendevo con il traffico, con le difficoltà del collegamento che sto avendo a causa di questi strumenti infernali”.

ALTRI CASI. Come già accaduto in altre sedute in videoconferenza del Consiglio comunale, il sindaco di Foggia non è però l'unico a essere tradito dal microfono aperto. Da "stu mbriacon" scappato durante la seduta che doveva decidere sul caso Iaccarino alla "gaffe" di Dell'Aquila della seduta odierna, con tanto di mano sulla bocca a scusarsi per il commento udito da tutti, diversi consiglieri sembrano ancora litigare con la piattaforma usata per i collegamenti in videoconferenza. 

di Redazione 


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