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Si vola nei cieli di Foggia, ma non dal Gino Lisa: il rombo dei motori è quello dei contestati F35

Grandi 'manovre' nei cieli di Foggia anche se non si tratta di voli in partenza dal Gino Lisa. Per la riattivazione dell'aeroporto civile – come è noto – occorrerà ancora aspettare; in compenso, dal mattino di oggi, c'è un gran viavai di aerei sulle teste dei foggiani, il cui rombo dei motori è stato distintamente avvertito, sin dal mattino. A volare sono aerei militari, tra cui i famigerati F35, impegnati in esercitazioni. 

LE ESERCITAZIONI. A partire da oggi e fino al 14 dicembre, infatti, è in programma presso la base dell'aeronautica militare di Amendola il 4° Corso di Volo (Flying Course) del Tactical Leadership Programme, un organismo militare internazionale con sede in Spagna, ad Albacete, che raggruppa 10 nazioni (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti) e rappresenta il punto di riferimento della Nato per l'addestramento aero-tattico. I Fliyng Course, in particolare, formano i comandanti di missione tramite uno specifico addestramento in operazioni aeree complesse. 

LA NOVITA' DEGLI F35. In genere i corsi si tengono in Spagna presso la sede di Albacete; tuttavia la grossa novità di questo appuntamento è che nel corso delle esercitazioni saranno utilizzati per la prima volta gli F35 in dotazione all'aeronautica militare italiana, di stanza proprio ad Amendola. L'aeroporto a pochi chilometri da Foggia rappresenta, infatti, ad oggi l'unica base logistica per gli aerei di 5^ generazione. 

PROBLEMI E ALTI COSTI. Si tratterà di una sorta di prova del fuoco per i Joint Strike Fighter come vengono chiamati gli F35 prodotti dall'americana Lockheed Martin. Il percorso di produzione e sviluppo è stato infatti costellato da incidenti e contrattempi. Negli ultimi rapporti annuali resi dal Dipartimento della difesa americano al Pentagono e al Congresso, sono stati numerosi i dubbi sollevati sull'aereo per numerosi difetti riscontrati: dai software di bordo definiti dai piloti “inutilizzabili e pericolosi”alla visuale ristretta fino alle vibrazioni eccessive del cannoncino che fa fuoco. L'Italia ne ha già a disposizione 11 dei 26 formalmente acquistati. Il programma prevede in tutto l'acquisto di 90 aerei per un costo finale che si aggira tra i 15 e i 20 miliardi di euro. Il blocco dell'acquisto degli F35 era stato uno dei cavalli di battaglia nella campagna elettorale dei Cinque Stelle. Una volta al governo, tuttavia, l'approccio del ministero della difesa Trenta è stato molto più soft: sarà valutato l'intero programma anche tenendo presente dell'occupazione e dell'indotto derivante dalla produzione degli aerei nello stabilimento di Cameri. E, così, le 'carrette dell'aria' come furono definiti gli F35 dal Movimento per il disarmo, continuano a volare: proprio sui cieli di Foggia.

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di Redazione 


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