Domande 'botta e risposta' per spiegare in poche parole - come si farebbe a un amico - perché andare a vedere (o non vedere) un film. Sono i nostri lettori – ovvero voi – i protagonisti della rubrica di Foggia Città Aperta, “L’hai visto quel film?”. Oggi una nostra lettrice, Enza Clemente, ci racconta il suo "Assassinio sull'Orient Express". E se anche voi volete raccontare il film che avete visto, mandateci la vostra recensione “tra amici”. Sono ben accetti anche brevi video, perché no proprio fuori dalla sala appena conclusa la proiezione (invia a redazione@foggiacittaaperta.it o
sulla nostra pagina Facebook).
IL FILM. Diretto, co-prodotto e interpretato da Kenneth Branagh e basato sull'omonimo romanzo del 1934 di Agatha Christie Sullo sfondo degli anni Trenta, dell'Art déco e del turismo esotico, Hercule Poirot scova colpevoli e sonda con perizia le sottili meccaniche criminali. Atteso a Londra con urgenza, trova sistemazione, lusso e conforto sull'Orient Express. Ma una valanga e un omicidio interrompono presto i suoi piccoli piaceri, la lettura di Dickens e la simmetria delle uova la mattina. Mister Bouc, il direttore del treno preoccupato della polizia e dello scandalo, chiede a Poirot di risolvere il caso. Bloccato con tredici passeggeri, tutti sospettati, il celebre detective improvvisa un'indagine che lo condurrà dove nemmeno lui aveva previsto.
Perché sei andata a vederlo?
In due parole: Kenneth Branagh.
CON CHI?.
Con un’amica.
Dove?
A la Città del Cinema.
Che tipo di pubblico c’era?
Molto giovane. Comitive di ragazzini muniti di smartphone lasciati accesi e necessità di commentare e ridacchiare. Abbiamo sbagliato giorno e orario.
La cosa migliore del film?
L’interpretazione di Branagh nelle vesti di Poirot.
La cosa peggiore del film?
Poco dinamismo. Di fatto il film sembra ideato per accattivare un pubblico giovane, di certo non lo stesso che ha apprezzato l’Hamlet di Branagh regista. Eppure, a parte il ricorso ad alcune inquadrature digitali insolite, non si assiste mai ad un climax di nessun genere e lo spettatore assiste ad uno svolgimento lento con pochissimi momenti di azione e suspance calante.
Tre motivi per andare a vederlo
È sempre piacevole vedere un buon cast, specialmente quando è diretto da un regista molto “teatrale” e molto “british”. Chi non ha mai letto il libro può avere modo di conoscere una delle più famose storie gialle mia scritte. Chi già conosce la storia può valutare le differenze, fosse anche solo per concludere col classico “è molto meglio il libro”.
A chi lo consiglieresti?
A tutte le persone che amano le trasposizioni cinematografiche dei classici della letteratura.
A chi lo sconsiglieresti?
A chi si aspetta di vedere un film pieno di azione e adrenalinico.
La durata è giusta? Sì.
Voto: 6
Giudizio:
Tradurre un classico della letteratura in linguaggio cinematografico è estremamente complesso. I rischi sono tanti. Quello di proporre una versione edulcorata e agghindata con poco convincenti stratagemmi “modernizzatori” questa volta Branagh non l’ha saputo evitare.
Qual è il prossimo film che pensi di andare a vedere?
Non lo so.