“Alcuni circhi in tutto il mondo hanno scelto di non utilizzare più gli animali, valorizzando al meglio la bravura di giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti”. Da questo punto – veritiero e ragionevole – prende le mosse la protesta organizzata da alcune sigle animaliste (e non solo) contro il Circo Lidia Togni, dal 2 al 13 ottobre con i propri tendoni nel capoluogo dauno. Domani pomeriggio, sabato 4 ottobre, alle ore 16, si terrà un presidio nell'area antistante l'ingresso del circo, in Via Libero Grassi.
“SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI SELVATICI”. Quest'anno sarà il leone bianco la principale attrattiva, ossia l'ennesimo animale che – stando al comunicato lanciato da Daunia Veg e associazione volontari della Protezione Animali di Foggia – verrà ridotto ad una sofferenza del tutto gratuita, con il fine di soddisfare uno “spettacolo che si basa sullo sfruttamento di animali selvatici: povere creature costrette a vivere in ambienti ristretti e per loro innaturali ed ad esibirsi più volte al giorno per più di 300 giorni all'anno”. Le sigle animaliste poi, non risparmiamo anche “chi dovrebbe vigilare”, parlando in tal senso del “consueto scempio del decoro cittadino”, in riferimento alle affissioni selvagge e al volantinaggio altrettanto inurbano che da sempre accompagna l'arrivo in città di spettacoli circensi.
BOICOTTARE GLI SPETTACOLI. “Per protestare contro la presenza di questo tipo di circhi ed invitare la cittadinanza a boicottare la visione degli spettacoli – si legge sempre sul comunicato stampa, con rinvio all'evento creato su facebook: – un gruppo di cittadini foggiani organizzerà il prossimo 4 ottobre, a partire dalle 16, un presidio nell'area antistante l'ingresso del circo, in Via Libero Grassi. Tutti i cittadini che condividono l'opportunità di impedire l'uso e lo sfruttamento di animali nei circhi – si legge infine – sono invitati a partecipare al presidio". L'auspicio, come nelle passate manifestazioni d'altronde, è che qualsiasi forma di protesta avvenga in modo civile.
“Alcuni circhi in tutto il mondo hanno scelto di non utilizzare più gli animali, valorizzando al meglio la bravura di giocolieri, trapezisti, clown, comici, mimi, contorsionisti”. Da questo punto – veritiero e ragionevole – prende le mosse la protesta organizzata da alcune sigle animaliste (e non solo) contro il Circo Lidia Togni, dal 2 al 13 ottobre con i propri tendoni nel capoluogo dauno. Domani pomeriggio, sabato 4 ottobre, alle ore 16, si terrà un presidio nell'area antistante l'ingresso del circo, in Via Libero Grassi.
“SFRUTTAMENTO DEGLI ANIMALI SELVATICI”. Quest'anno sarà il leone bianco la principale attrattiva, ossia l'ennesimo animale che – stando al comunicato lanciato da Daunia Veg e associazione volontari della Protezione Animali di Foggia – verrà ridotto ad una sofferenza del tutto gratuita, con il fine di soddisfare uno “spettacolo che si basa sullo sfruttamento di animali selvatici: povere creature costrette a vivere in ambienti ristretti e per loro innaturali ed ad esibirsi più volte al giorno per più di 300 giorni all'anno”. Le sigle animaliste poi, non risparmiamo anche “chi dovrebbe vigilare”, parlando in tal senso del “consueto scempio del decoro cittadino”, in riferimento alle affissioni selvagge e al volantinaggio altrettanto inurbano che da sempre accompagna l'arrivo in città di spettacoli circensi.
BOICOTTARE GLI SPETTACOLI. “Per protestare contro la presenza di questo tipo di circhi ed invitare la cittadinanza a boicottare la visione degli spettacoli – si legge sempre sul comunicato stampa, con rinvio all'evento creato su facebook: – un gruppo di cittadini foggiani organizzerà il prossimo 4 ottobre, a partire dalle 16, un presidio nell'area antistante l'ingresso del circo, in Via Libero Grassi. Tutti i cittadini che condividono l'opportunità di impedire l'uso e lo sfruttamento di animali nei circhi – si legge infine – sono invitati a partecipare al presidio". L'auspicio, come nelle passate manifestazioni d'altronde, è che qualsiasi forma di protesta avvenga in modo civile (come accaduto in passato, d'altronde:
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