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Processo Coast to Coast, pene ridotte in appello: cade il teorema dell'associazione italo-albanese per traffico droga

Soddisfatti gli avvocati Enrico Rando e Costantino Squeo

Non si trattava di un'associazione internazionale dedita al traffico di droga tra l'Albania e il Gargano. La sentenza della Corte di Appello di Bari, emessa lo scorso 21 aprile, accoglie le tesi difensive e smonta uno dei tasselli fondamentali su cui si fondava l'operazione Coast to Coast che nel febbraio 2017 aveva portato all'arresto di 13 persone. Per i giudici di secondo grado il reato associativo non sussiste e per tale motivo le pene nei confronti degli imputati sono state notevolmente ridotte.

LE NUOVE PENE. Per Gaetano De Vivo, difeso dall'avvocato Enrico Rando, e Pasquale Maria, assistito dall'avvocato Costantino Squeo la pena è stata scontata di oltre la metà. I due erano stati condannati in primo grado rispettivamente a 10 anni e 10 mesi e 8 anni e 2 mesi. In appello le pene sono state rimodulate in 5 anni e 2 mesi e 3 anni e 4 mesi per singoli episodi di spaccio, per i quali vi era una mole rilevante di intercettazioni telefoniche e captazioni ambientali.

LA DIFESA. I legali, in attesa delle motivazioni che saranno pubblicate entro 90 giorni, esprimono la loro soddisfazione. “La strategia difensiva si è basata sullo studio oggettivo degli elementi di indagine” spiega l'avvocato Enrico Rando, legale di Gaetano De Vivo. “Abbiamo cercato di dimostrare che mancavano diversi presupposti di legge per contestare l'associazione internazionale: la maggiorparte degli indagati non aveva contatti diretti tra loro, non si è appurato alcun viaggio all'estero per l'eventuale approvvigionamento di sostanza stupefacente, così come non si è dimostrato un coinvolgimento e il ruolo preciso all'interno della fantomatica associazione”.

GLI ALTRI IMPUTATI. Il processo con rito abbreviato si è tenuto a carico di 8 imputati. Nel giudizio di secondo grado sconti di pena anche per Roland Lame condannato a 3 anni e 10 mesi (in primo grado 10 anni) mentre il figlio Fabio Lame è stato assolto. Per gli altri quattro imputati, per i quali non si contestava il reato associativo, pene confermate a 4 anni per Giuseppe Grieco e a 5 anni e 4 mesi per Matteo Potenza, lieve riduzione per Marco di Toma (1 anno e 6 mesi) e Giuseppe Leuci (1 anno e 9 mesi).

di Redazione 


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