“L’infinito” Vecchioni al Giordano. E sulle luci a San Siro...
La vittoria della vita sul dolore. Cantare il bello, il non arrendersi all’ineluttabilità si un destino che è “una grande balla”. Farlo attraverso le vite di grandi personaggi che non si sono arresi alle negatività. Zanardi, Giacomo Leopardi, fino alla canzone per ricordare della tragedia di Giulio Regeni. Roberto Vecchioni ha cantato il suo “Infinito” anche al Teatro Umberto Giordano, e prima dello spettacolo ha incontrato i giornalisti presso un albergo cittadino. E sulla possibilità che il “suo” San Siro venga abbattuto, non nasconde il suo rammarico: “I monumenti sono fatti per conservare la memoria. Io ci andrò lo stesso, anche se dovessero buttarlo giù. Magari con una radiolina, a sentir la mia partita”.
Luci a San Siro...
IL CONCERTO. Momento clou dell’edizione 2019 di Colloquia, Roberto Vecchioni nel suo concerto (con incasso devoluto in beneficenza, in favore del dormitorio per i senza fissa dimora presso la parrocchia di Sant’Alfonso dè Liguori) a Foggia ha entusiasmato la platea del Giordano, proponendo, nella prima parte dello spettacolo, quasi tutti i pezzi dell’ultimo album (che per sua scelta non è nel formato digitale sulle più diffuse piattaforme come Spotify); dopo l’intervallo, ha pescato dal suo repertorio più datato. Prima del sipario, suggestivo il momento di “Luci a San Siro”, prima della chiusura ritmata sulle note di “Samarcanda”. “Un album rivolto alle nuove generazioni- ha detto il cantautore milanese-in un momento in cui la musica contemporanea, salvo qualche eccezione, propone oggettivamente poco di duraturo”
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