Commercio, alberghi e ristoranti in allarme e continua il tracollo dell’abbigliamento. Sono i dati che emergono dalla ricerca dell’Osservatorio nazionale della Confesercenti, aggiornata fino all’ottobre 2013. Le uniche note positive provengono dall’e-commerce e dall’ortofrutta, dove si registrano dati in controtendenza. Piccoli segnali di un momento sempre più difficile per la zoppicante economia commerciale della Capitanata.
I NUMERI. Ecco alcuni dati dei primi dieci mesi del 2013 che permettono di avere un quadro completo della situazione in provincia di Foggia. Il settore più colpito resta il commercio al dettaglio: nel periodo preso in considerazione sono state attivate complessivamente (città capoluogo compresa) 354 imprese mentre quelle che hanno chiuso sono 533; a Foggia sono segnalate 77 aperture contro 130 serrande abbassate. Catastrofico il settore Abbigliamento: 75 aperture contro 132 chiusure; nel capoluogo 18 aperture, 29 chiusure.
GLI ALTRI SETTORI. E poi Ristoranti: 106 nuove imprese contro 124 che hanno cessato l’attività (in città dato in controtendenza: 26 aperture, 23 chiusure); Bar: 58 aperture, 87 chiusure (a Foggia 11 aperture e 14 chiusure; Macellerie: 214 aperture, 30 chiusure (nel capoluogo 4 aperture, 6 chiusure); Ortofrutta: 24 aperture, 18 chiusure (a Foggia 5 nuove attività, 3 hanno chiuso i battenti); Ambulanti; 153 nuove licenze, 113 sono state cancellate (a Foggia 55 nuovi rilasci contro 246 cessazioni); Edicole 3 nuove, 3 chiudono (a Foggia una chiusura); E-commerce 23 nuove mentre 9 hanno cessato; in città 9 nuove imprese contro 5 che chiudono); Vendita automobili 38 nuove attività, 33 cessazioni (a Foggia 13 nuove imprese, 7 hanno chiuso i battenti)
IL COMMENTO DI CONFESERCENTI. "L’emorragia di imprese – commenta il direttore di Confesercenti del capoluogo, Franco Granata – non si ferma, anche se si evidenzia qualche piccolo segnale di speranza". Commercio e turismo - viene evidenziato da Confesercenti - sono schiacciati dalla crisi dei consumi interni, che è il segno distintivo di questa recessione italiana e che, insieme a una deregulation degli orari e dei giorni di apertura delle attività commerciali che non ha eguali in Europa, e che favorisce solo le grandi strutture, sta continuando a distruggere il nostro capitale imprenditoriale. Effetti che ormai si ripercuotono anche sulla nostra provincia. La crisi sta portando a un rapido rinnovamento generazionale: il 40% delle nuove imprese di Commercio e Turismo è giovanile. "E’ la dimostrazione - si sottolinea - della voglia di non arrendersi dei nostri ragazzi che, di fronte a un tasso di disoccupazione dei giovani che macina record su record, scelgono la via dell’auto-impiego. Adesso c’è bisogno di tenerli sul mercato, in primo luogo evitando batoste fiscali, a livello nazionale o locale: gli imprenditori sono preoccupati per l’arrivo della Tares nella maggior parte dei comuni italiani, potrebbe essere la Caporetto dei negozi di vicinato, soprattutto per le attività di somministrazione come Bar e Ristoranti".