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Commissioni trasferite, Longo e Verile contro la “deportazione dei consiglieri comunali”

Interpellanza al presidente Luigi Miranda

“Il piano di deportazione”. Lo definiscono proprio così, con un virgolettato da brividi. E allora viene la curiosità di leggere cosa abbia spinto i consiglieri comunali Bruno Longo e Mimmo Verile a una interpellanza urgente al presidente del Consiglio, Luigi Miranda, con risposta in aula, in riferimento al trasferimento delle commissioni consiliari e dei gruppi consiliari da Palazzo di città in locali che definiscono “fatiscenti, inadeguati e fuori norma”.
I REGOLAMENTI. Indiscussi conoscitori di leggi e codici, Longo e Verile si riconducono proprio al “Regolamento del consiglio comunale” e cita l’art. 5, comma 7, che testualmente recita: “I gruppi consiliari dispongono, presso la sede comunale (e quindi non presso una sede qualsiasi, sottolinea Longo con un inciso) di locali, personale, attrezzature e servizi necessari all’esercizio del mandato elettorale”. E poi fa riferimento all’art. 11, comma 5 dello Statuto comunale: “Ogni gruppo consiliare dispone di una propria sede”.
"MODALITA' VIOLENTE E ARROGANTI". Evidentemente, ciò non si è concretizzato. E infatti i due consiglieri comunali si scagliano contro il sindaco Landella, al quale - dopo i recenti contrasti nella composizione della giunta - avevano promesso una battaglia interna: “Inaudita altera parte – scrivono -, si sta assistendo in questi giorni ad un deprecabile e, stante le norme regolamentari, ad un illegittimo trasferimento delle sedi dei gruppi e delle commissioni consiliari da Palazzo di città, ad altra sede distaccata, che consta di locali fatiscenti, insicuri, insufficienti e non a norma, specialmente perché aperti al pubblico. I locali lasciati liberi – ed ecco che arriva il punto - da quello che appare, viste le modalità violente e arroganti, un vero e proprio piano di deportazione dei consiglieri comunali, dovrebbero essere occupati dall’assessorato ai lavori pubblici (ovvero da Ciccio D'Emilio, ndr)e dal Suap, attualmente allocati presso la sede comunale di via Gramsci”. #facebook#
LE DOMANDE DI LONGO. Ecco, dunque, che arriva l’interpellanza con Longo e Verile che vogliono risposte ad alcune istanze: innanzitutto come mai il sindaco non ha rispettato la norma regolamentare e quali sono utilità, metodi e criteri di tale costosa operazione? E poi ancora: i locali lasciati vuoti nella sede comunale di via Gramsci a cosa saranno adibiti a da quali uffici saranno occupati? A quanto ammontano le risorse finanziare, tra ditta di trasloco ed adeguamenti strutturali e di messa a norma dei locali fatiscenti di cui sopra, destinate a tale inutile e capricciosa operazione? Perché i gruppi e le commissioni consiliari, nonostante le promesse elettorali (Longo e Verile citano il capitolo “Riorganizzazione Amministrativa” del programma elettorale di Landella) e la norma scritta, devono operare senza sicurezza interna ed esterna ed in condizioni da terzo mondo, senza essere stati interpellati i diretti interessati e cioè i consiglieri comunali? Perché, infine, Il Presidente del consiglio comunale non fa rispettare la chiara norma regolamentare, che prevede l’allocazione adeguata e civile, dei gruppi e delle commissioni consiliari, presso la sede comunale?

di Redazione 


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