Comune, Landella pensa al ritorno e il Pd si autoassolve: "Per legge le nostre dimissioni non servirebbero"
Il segretario cittadino del Partito Democratico di Foggia Davide Emanuele è intervenuto con una dichiarazione sulle notizie di ritiro delle dimissioni da parte di Franco Landella e sulla convocazione del prossimo consiglio comunale.
LA CITTA' E' STANCA. “È ormai da diversi mesi - scrive Emanuele - che il Partito Democratico di Foggia chiede le dimissioni di Franco Landella per porre fine a questa sciagurata amministrazione. In questi mesi abbiamo assistito ad una escalation di vicende che minano alla radice la credibilità delle Istituzioni comunali: tre consiglieri di maggioranza arrestati, tre consiglieri di maggioranza dimessi, commissione di accesso per infiltrazioni mafiose, sindaco indagato. La città è stanca e non può più assistere a questo spettacolo indecoroso”.
LE DIMISSIONI DAL NOTAIO. “A nostro avviso dovremmo ridare - continua la nota - la parola al popolo foggiano per eleggere democraticamente un nuovo sindaco e consiglio comunale. Per questa ragione, come forza di opposizione abbiamo provato per ben 3 volte ad azionare lo scioglimento del consiglio comunale ai sensi dell'art. 141 del Tuel (per le dimissioni di almeno 17 consiglieri comunali) andando dal Notaio e per bene 3 volte i consiglieri di maggioranza hanno anteposto agli interessi dei cittadini foggiani i propri interessi politici, decidendo di voler ancora continuare nonostante il fallimento sia davanti gli occhi di tutti”.
LO SCIOGLIMENTO. “La Legge vigente - spiega l'esponente democratico - purtroppo, non prevede altre possibilità per le forze di minoranza. La giustizia amministrativa, nel marzo 2021, ha chiarito con il suo massimo organo giurisdizionale che la surroga dei consiglieri dimissionari può avvenire anche in seconda convocazione (Consiglio di Stato sez. III 17/3/2021 n. 2273). Da tempo stiamo approfondendo tutte le possibilità che la legge consente alle forze di opposizione, ma purtroppo le dimissioni dei 12 consiglieri di opposizione non porterebbero allo scioglimento del comune per impossibilità dell'organo consiliare di deliberare a meno che non sia possibile la convocazione dell'assise comunale nemmeno in seconda convocazione. La ragione giuridica è la seguente: non possono esserci escamotage per conseguire uno scopo politico e nel nostro ordinamento prevale il principio del rispetto del voto, per cui se la surroga è possibile con i candidati non eletti, si ricostituisce il plenum dell'organo con il normale procedimento di surroga. Le dimissioni comportano lo scioglimento solo se presentate contestualmente dalla metà più uno del consiglio, oppure per "esaurimento" delle liste per cui non si possono più surrogare i consiglieri che si sono dimessi. Non potendo arrivare a questo risultato, le dimissioni dei soli consiglieri di minoranza rischierebbero solo di favorire la prosecuzione di questa brutta pagina di storia della nostra città”.
RENDERE CONTO AI FOGGIANI. “Ci auguriamo - conclude Emanuele - che Landella compia finalmente un atto di amore verso la città tenendo ferme le sue dimissioni. Caso contrario solo lui e la sua maggioranza dovranno rendere conto di dove stanno portando Foggia nell'immaginario italiano, e la convocazione del prossimo consiglio comunale non lascia presagire nulla di buono. Il PD ed i suoi consiglieri sono stati, sono e saranno sempre all'opposizione di Franco Landella al Comune di Foggia….noi diciamo basta”.
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