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Conti falsati: la Provincia prende tempo, Leo Di Gioia si difende

L'assessore regionale: "Sforato patto stabilità? Magari..."

Evitare “inutili allarmismi”. E’ l’obiettivo, neppure tanto facile da raggiungere, del commissario della Provincia di Foggia, Fabio Costantini, dopo la bufera relativa all’ispezione del MEF (Ministero dell'Economia e delle Finanze).

LA VICENDA. In sostanza, nelle circa 200 pagine di relazione, emerge che l’amministrazione guidata da Antonio Pepe avrebbe rispettato il Patto di stabilità solo sulla carta, con un danno allo Stato di circa un milione e 300mila euro e nei cinque anni ci sarebbero inoltre anomalie nelle consulenze, negli incarichi e nelle assunzioni, con i bilanci che di fatto sarebbero stati falsati.
LA REPLICA DEL COMMISSARIO. La risposta della Provincia di Foggia è in uno striminzito comunicato: "Allo stato - scrive il commissario Costantini - presso l'Ente e' in atto la preparazione delle controdeduzioni e dei chiarimenti necessari riguardo alla relazione. Pertanto, qualsiasi giudizio di natura tecnica sara' possibile soltanto dopo aver vagliato gli atti amministrativi ed i documenti contabili oggetto dell'ispezione stessa".
DI GIOIA RISPONDE SU FACEBOOK. Assessore al Bilancio per due anni alla Provincia (e attualmente alla Regione), Leo Di Gioia ha scelto il suo profilo facebook per “chiarire” il suo ruolo riguardo ai rilievi mossi dall’ispettore ministeriale Gaetano Mosella. Di Gioia interviene innanzitutto sul Patto di stabilità: “La Corte dei Conti ha ricevuto costantemente i bilanci dell’Ente e non ha mai ritenuto di formulare osservazioni e tanto meno di comminare sanzioni”.
“L’ASSESSORE NON E’ UN DIRIGENTE”. Di gioia si sposta poi sul piano delle responsabilità. Assicura di aver “operato nel pieno rispetto delle leggi e dei regolamenti”, ma ribadisce. “Devo dire che per buona parte degli atti assunti e delle procedure seguite condivido pienamente le scelte fatte, così come difendo la professionalità di quei dirigenti con cui ho avuto modo di collaborare; ma è giusto chiarire che si tratta di atti contabili e negoziali che non sono caratteristici della funzione assessorile”.
SFORAMENTO PATTO STABILITA’? MAGARI... La difesa si sposta poi sul piano politico. Sul supposto sforamento del Patto di stabilità, Di Gioia spiega: “Devo dire che sarei molto fiero di avere contribuito a farlo: perché da anni le pubbliche amministrazioni combattono contro questa iniqua camicia di forza”, ma assicura che “in rigorosa osservanza delle disposizioni e delle indicazioni dello Stato, non abbiamo operato questa forzatura che –ripeto- considererei benemerita se l’avessimo compiuta”.
"ASSUNZIONI SENZA OMBRE". Il secondo tema è quello della stabilizzazione di circa centotrenta lavoratori precari dell’Ente. “Anche questa ‘accusa’ - scrive Di Gioia - dal mio punto di vista, equivale ad un’onorificenza: perché, insieme ai miei colleghi di Giunta, al presidente Pepe e al Consiglio ho fortemente voluto togliere da una condizione mortificante lavoratrici e lavoratori che, incaricati o selezionati da maggioranze politiche differenti, vivevano da anni, a volte da un decennio, una realtà priva di certezze e di diritti. Se questo è stato un errore - sottolinea ribadendo di essersi attenuto alle disposizioni di legge - sono molto lieto di avervi preso parte. Il mio unico rammarico è di non essere riuscito a stabilizzare la totalità dei lavoratori precari della Provincia, alcuni dei quali ancora oggi soffrono all’interno delle società partecipate”.

di Redazione 


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