Stampa questa pagina

Coop Futura di Monteleone, dei 24 stipendi ancora nulla: chiesta risoluzione del contratto

E i lavoratori (e i malati) sono allo stremo

Non c'è pace per i lavoratori della Coop Futura di Monteleone di Puglia: ancora a rischio, infatti, i 23 stipendi che gli oltre 80 dipendenti non hanno mai percepito (praticamente dall'inizio della loro esperienza di lavoro). 
 
IL SIT-IN DI PROTESTA. L'ultima tappa in ordine di tempo riguardante questa lunga contesa, si è avuta lo scorso giovedì nella sede dell'Asl Foggia, con i lavoratori impegnati in un presidio pacifico organizzato allo scopo di accendere i riflettori sulla loro difficile situazione. In piazza, le sigle sindacali, nello specifico Fp Cgil (Felice Zinno e Angelo Ricucci) e Uil (Luigi Giorgione), successivamente saliti al tavolo delle decisioni per confrontarsi ancora una volta con i dirigenti della cooperativa di Monteleone e con il direttore generale Asl Attilio Manfrini. Dopo l'incontro in Prefettura dello scorso luglio (LEGGI) e l'ottenimento dell'articolo 5 (LEGGI), il quale di fatto aveva sancito l'intervento dell'Asl in sostituzione dell'azienda appaltante per quanto concerne il pagamento degli stipendi futuri, l'ultima istanza avanzata dai sindacati, proprio nella giornata di giovedì, è stata la rivendicazione all'Asl della risoluzione del contratto. 
 
UN SOLO STIPENDIO IN QUATTRO MESI. La contesa, come anticipato, è soprattutto sulle 23 mensilità arretrate: la Coop Futura non sembra avere intenzione di collaborare, non avendo fornito né il quadro preciso delle mensilità né alcuna proposta in merito. A conti fatti poi, e anche per via di altri ritardi causati dall'inadempiente cooperativa, i lavoratori hanno percepito, ad oggi, soltanto lo stipendio di giugno, ottenuto ai primi di agosto (era stato loro promesso a luglio). Le mensilità di luglio e agosto, che sarebbero dovute arrivare a settembre, non sono mai state percepite dai dipendenti. Alla luce di questa situazione dunque, le sigle sindacali hanno chiesto l'intervento della Regione: l'Asl, pertanto, nei prossimi giorni porterà la rivendicazione di risoluzione contrattuale a Bari, dove verranno verificate nello specifico le condizioni dei lavoratori. 
 
DANNEGGIATI ANCHE I MALATI. Una situazione assai grave, se si considera che gli oltre ottanta lavoratori (che sin dall'inizio del loro impiego hanno anticipato spese vive e ad oggi mai rimborsate, come il carburante per gli spostamenti) hanno a che fare ogni giorno con malati affetti da disturbi psichici, necessitanti di un servizio di non trascurabile perizia. In queste ultime travagliate settimane, la cooperativa è risultata inadempiente anche nei confronti degli utenti: l'azienda che forniva cibo ai malati, infatti, ha dovuto sospendere il servizio di fornitura, trovandosi con alcune fatture scoperte (a saldarle, ancora una volta e solo in un secondo momento, ci ha pensato l'Asl). Secondo alcuni lavoratori poi, in certe situazioni ci sono stati problemi anche con gas ed elettricità, sempre per i medesimi motivi. L'intervento istituzionale, a questo punto, è una necessità ormai non più rinviabile, tanto per il bene dei pazienti quanto per quello dei lavoratori.
Non c'è pace per i lavoratori della Coop Futura di Monteleone di Puglia: ancora a rischio, infatti, i 23 stipendi che gli oltre 80 dipendenti non hanno mai percepito (praticamente dall'inizio della loro esperienza di lavoro).
 
LEGGI ANCHE:
IL SIT-IN DI PROTESTA. L'ultima tappa in ordine di tempo riguardante questa lunga contesa, si è avuta lo scorso giovedì nella sede dell'Asl Foggia, con i lavoratori impegnati in un presidio pacifico organizzato allo scopo di accendere i riflettori sulla loro difficile situazione. In piazza, le sigle sindacali, nello specifico Fp Cgil (Felice Zinno e Angelo Ricucci), successivamente saliti al tavolo delle decisioni per confrontarsi ancora una volta con i dirigenti della cooperativa di Monteleone e con il direttore generale Asl Attilio Manfrini. Dopo l'incontro in Prefettura dello scorso luglio (LEGGI) e l'ottenimento dell'articolo 5 (LEGGI), il quale di fatto aveva sancito l'intervento dell'Asl in sostituzione dell'azienda appaltante per quanto concerne il pagamento degli stipendi futuri, l'ultima istanza avanzata dai sindacati, proprio nella giornata di giovedì, è stata la rivendicazione all'Asl della risoluzione del contratto.
UN SOLO STIPENDIO IN QUATTRO MESI. La contesa, come anticipato, è soprattutto sulle 23 mensilità arretrate: la Coop Futura non sembra avere intenzione di collaborare, non avendo fornito né il quadro preciso delle mensilità né alcuna proposta in merito. A conti fatti poi, e anche per via di altri ritardi causati dall'inadempiente cooperativa, i lavoratori hanno percepito, ad oggi, soltanto lo stipendio di giugno, ottenuto ai primi di agosto (era stato loro promesso a luglio). Le mensilità di luglio e agosto, che sarebbero dovute arrivare a settembre, non sono mai state percepite dai dipendenti. Alla luce di questa situazione dunque, le sigle sindacali hanno chiesto l'intervento della Regione: l'Asl, pertanto, nei prossimi giorni porterà la rivendicazione di risoluzione contrattuale a Bari, dove verranno verificate nello specifico le condizioni dei lavoratori.
DANNEGGIATI ANCHE I MALATI. Una situazione assai grave, se si considera che gli oltre ottanta lavoratori (che sin dall'inizio del loro impiego hanno anticipato spese vive e ad oggi mai rimborsate, come il carburante per gli spostamenti) hanno a che fare ogni giorno con malati affetti da disturbi psichici, necessitanti di un servizio di non trascurabile perizia. In queste ultime travagliate settimane, la cooperativa è risultata inadempiente anche nei confronti degli utenti: l'azienda che forniva cibo ai malati, infatti, ha dovuto sospendere il servizio di fornitura, trovandosi con alcune fatture scoperte (a saldarle, ancora una volta e solo in un secondo momento, ci ha pensato l'Asl). Secondo alcuni lavoratori poi, in certe situazioni ci sono stati problemi anche con gas ed elettricità, sempre per i medesimi motivi. L'intervento istituzionale, a questo punto, è una necessità ormai non più rinviabile, tanto per il bene dei pazienti quanto per quello dei lavoratori.

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload