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Prove di dialogo tra Palestinesi ed Ebrei a Foggia. L'impegno del Coordinamento Capitanata per la Pace: "La Comunità Internazionale faccia cessare il fuoco"

Un Palestinese e un Ebreo che dialogano. Uno accanto all’altro. Guadandosi negli occhi. Dicendosi la verità. Ma senza mancarsi di rispetto. Sembra utopia di questi tempi ma è accaduto a Foggia grazie all’incontro promosso dal Coordinamento Capitanata per la Pace cui hanno preso parte Azmi Jarjawi, palestinese e Resp. del Dipartimento Migrazioni della CGIL Puglia, e Daniel Damascelli, giovane referente romano del Laboratorio Ebraico Antirazzista (LəA). 

L’INCONTRO. L’incontro-dibattito, svoltosi nell’affollata sala conferenze della Casa del Giovane di Foggia, ha avuto l’obiettivo di “riflettere non solo sull'assurdità delle violenze in corso, ma anche sulle cause profonde che, con il loro carico di ingiustizie e oppressione nei confronti del popolo palestinese, sono da 75 anni alla base dei periodici conflitti”.

IL DIALOGO. “Il nostro principale obiettivo era dimostrare che è possibile trovare un dialogo, una formula di riflessione condivisa, non neutrale e non di parte, che espliciti le enormi responsabilità dello Stato d’Israele, del Sionismo e della Comunità Internazionale intesa come Occidente, circa la mattanza che si sta perpetrando ora a Gaza e alle altre violenze che si sono riversate sul popolo Palestinese – afferma Mario Nobile, referente del Coordinamento Capitanata per la Pace -. Hamas non è la soluzione per la causa Palestinese né un modello da replicare, ha compiuto degli atti che io non ritengo assimilabili a una Resistenza e penso che Hamas debba rilasciare gli ostaggi”. Giudizio positivo sull’incontro: “E’ estremamente importante il risultato conseguito – aggiunge Nobile –, le persone ci hanno ringraziato per aver costruito un’assemblea che sia andata in profondità sulle problematiche affrontate e abbia ricostruito la complessità del quadro a cui stiamo assistendo in questi giorni”. 

IL CONFRONTO. Poniamo la stessa domanda ai due ospiti dell’incontro di ieri: cosa bisogna fare per far terminare questo sanguinoso conflitto? Così ci risponde Daniel Damascelli: “Bisogna fare pressione sulla Comunità Internazionale, il dialogo in questi tempi aiuta. Chiediamo fortemente il cessate il fuoco immediato per poi ragionare a lungo termine su una situazione strutturale complicata. In questo momento manca forse la volontà di comprendere le ragioni e il dolore l’uno dell’altro, oltre a uno studio più capillare della storia e delle popolazioni che abitano quella terra”. Per Azmi Jarjawi, “si esce dal conflitto con il rispetto delle leggi internazionali. La Comunità Internazionale deve dimostrare di esistere e deve costringere le parti a cessare il fuoco immediatamente. Quello che sta accadendo a Gaza è un crimine di guerra. Ogni giorno che passa ci sono vittime umane. Ci sono spiragli di dialogo ma la Comunità Internazionale ora deve intervenire aprendo un Tavolo per la Pace, senza parole ma con i fatti. La vita umana è importante per tutti e va tutelata”. 

LA PROPOSTA. Il Coordinamento Capitanata per la Pace invierà il documento sull’incontro di ieri al Consiglio Comunale di Foggia, prossimo all’insediamento, per chiederne l’approvazione.

di Saracino Nicola


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