Coronavirus, stretta della Guardia di Finanza: bar aperti, detergenti fasulli e “mascherine reggiseno”
Ad operare, le forze del Comando Provinciale di Foggia
I finanzieri del Comando Provinciale Foggia, negli ultimi giorni, in stretta sinergia con le altre due Forze di Polizia, coordinate dalla Prefettura di Foggia, hanno controllato 461 persone, acquisendo altrettante autodichiarazioni, e denunciandone 56 per aver violato i divieti introdotti dall’inizio di marzo. Tra i denunciati anche 7 titolari di attività commerciali.
BAR “RICREATIVO”. In particolare, è stata proposta all’Autorità Prefettizia la chiusura di un circolo ricreativo, con annesso bar, dove sono stati individuati tre avventori e il titolare del circolo, intenti a consumare bevande, incuranti dei divieti che dovevano rispettare. Tutti sono stati denunciati a piede libero alla competente Autorità Giudiziaria. Nei confronti del titolare dell’esercizio commerciale, cui è stato intimato nell’immediatezza di interrompere lo svolgimento dell’attività, è stata proposta la sospensione della licenza di somministrazione di alimenti e bevande.
DETERGENTI FASULLI. Ulteriori controlli, finalizzati alla repressione di ogni forma di illegalità connessa a fenomeni di concorrenza sleale e di manovre speculative sui prezzi dei beni di prima necessità hanno permesso di individuare e sequestrare, nel capoluogo foggiano, in più punti vendita, n. 2.820 flaconi, di varie dimensioni, di igienizzante per le mani. I prodotti detergenti erano venduti a prezzi sproporzionati, e sono risultati privi di qualsiasi forma di tracciabilità o certificazione sulla loro origine. In altri casi, riportavano proprietà disinfettanti non reali, carenti di qualsiasi indicazione sulla etichetta della prescritta autorizzazione alla commercializzazione del presidio medico, che viene registrata presso il Ministero della Salute.
MASCHERINE “REGGISENO”. Infine, sono state sequestrate poco più di 6.000 mascherine monouso, nei confronti, rispettivamente, di un grossista di detersivi e di una merceria di Foggia nonché di un farmacista di Ortanova, poiché prive dei requisiti di sicurezza previsti dalle normative per la vendita al dettaglio. In un caso le mascherine messe in vendita erano costituite da un filtro simile a quello utilizzato per le cappe dei piani cottura, avvolto e cucito in un tessuto di cotone; in un altro caso erano state utilizzate delle coppe anatomiche per signore ai cui estremi era stato cucito un elastico. I titolari delle attività commerciali rischiano sanzioni fino a poco più di 25.000 euro.
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