Coronavirus, Emiliano corregge l'ordinanza: ecco gli obblighi a cui è tenuto chi è rientrato dal nord
Le disposizioni per i pugliesi sono stringenti ma nessun clima da caccia alle streghe
Chi è residente in Puglia può rientrare dal nord ma se decide di farlo è obbligato a comunicarlo al proprio medico di base, a restare in isolamento fiduciario per 14 giorni, a essere raggiungibile in caso di eventuali attività di sorveglianza e a osservare il divieto di spostamenti e viaggi pena il rischio di arresto fino a tre mesi.
LE DISPOSIZIONI. Sono queste, in sintesi, le disposizioni che derivano dai provvedimenti definitivi ed ufficiali emanati da governo nazionale e Regione Puglia al termine di una notte convulsa, quella appena trascorsa tra il 7 e l'8 marzo, che rischia di creare confusione in un momento in cui, invece, è necessario agire con raziocinio e senso di responsabilità.
IL RIENTRO DEI RESIDENTI. Andiamo con ordine. I pugliesi, e quindi i foggiani, che hanno il proprio domicilio, la propria abitazione o residenza in regione possono in qualsiasi momento fare ritorno a casa. E se lo hanno già fatto non hanno commesso alcun reato. Lo prevede il testo definitivo del decreto del governo emanato nelle prime ore del mattino che si discosta dalla bozza fatta circolare in maniera improvvida nella serata di ieri. “E' consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza” recita l'art. 1 lettera a) del decreto Conte. Discorso naturalmente opposto per chi, invece, è ormai trapiantato da tempo in Lombardia o nelle 14 province citate dal decreto e vi abbia trasferito lì la propria residenza.
NESSUNA FUGA. È difficile pensare, tuttavia, che siano stati questi ultimi ad aver preso d'assalto le stazioni milanesi nel corso della notte per tentare di rientrare al sud. Più probabile si sia trattato di concittadini pendolari, spaventati dalla possibilità di restare 'bloccati' lontani dalle proprie famiglie. Per loro non si è trattato di alcun esodo incontrollato o 'fuga', come inizialmente definito nero su bianco nell'ordinanza n. 175, emanata anche quella in maniera eccessivamente frettolosa, dal governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, alle 2,31 della notte, prima dell'approvazione finale del decreto governativo. È stato, invece “il desiderio umano di tornare a casa” in un momento difficile, così come lo stesso Michele Emiliano, correggendo il tiro, ha comunicato in un video pubblicato sul sito istituzionale della Regione. (continua a leggere)
Il video di Emiliano
L'ORDINANZA DEFINITIVA. Il governatore ha dovuto emanare una successiva ordinanza, la n. 176, alle 11 e 30 del mattino, con un testo più pacato. Tuttavia, condivisibilmente, il provvedimento conferma incisive ed efficaci disposizioni tese a ridurre il rischio di un allargamento del contagio in Puglia. Chi è tornato o tornerà in Puglia, è bene ribadirlo, dovrà innanzitutto restare in isolamento per 14 giorni, informare il medico di base, evitare spostamenti e viaggi e restare a disposizione per eventuali attività di sorveglianza. Non solo: se non dovesse rispettare quanto previsto commetterà, in questo caso realmente, un reato: quello previsto dall'art. 650 del codice penale che prevede l'arresto fino a tre mesi. La Regione Puglia ha messo a disposizione anche un modulo di autosegnalazione alla pagina https://www.sanita.puglia.it/autosegnalazione-coronavirus.
NESSUNA CACCIA ALLE STREGHE. Nessun dito puntato ma solo la richiesta di senso di responsabilità verso le proprie famiglie e i propri conterranei. Non occorre, tuttavia, lasciarsi animare da un clima da caccia alle streghe (nel corso della giornata sui social e su whatsapp sono partite catene per organizzarsi nella ricerca degli 'untori'). Il rischio è che si ottenga l'effetto contrario, impaurendo maggiormente chi è rientrato, non invogliando loro a compiere il proprio dovere. In definitiva, chi può resti al nord. Chi proprio non può, ritorni a casa ma responsabilmente osservi alla lettera l'ordinanza.
A me sembra che ci siano tutti i presupposti perché l'esercito dia una fattiva collaborazione alle forze dell'ordine in modo da controllare in modo capillare perché le disposizioni governativa e regionali vengano rispettate perché noi italiani non siamo abituati alla DEMOCRAZIA .
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