Per un giorno alla corte dello stupore del mondo. Per un giorno le armature, l'allestimento di accampamenti con tende di cavalieri tedeschi e saraceni. Per un giorno i costumi medievali risalenti all'epoca intramontabile, il XIII secolo, di Federico II, cosiddetto stupor mundi. Uno stupore eclettico che riecheggiava nell'unione e amalgama di religioni, lingue e culture diverse.
UN TUFFO NEL PASSATO. Ad ospitare la rievocazione storica per un giorno nell'”area verde” di Parco San Felice, l'associazione , il cui responsabile è Alessandro Strinati, che spiega come questa rievocazione sia concomitante con laImperiales Friderici II giornata del donatore Avis. Riprodotte agli occhi dei presenti sia attività statiche che dinamiche dell'epoca, con un rievocatore e ricostruttore storico per ognuna di queste. Attività statiche sono certamente le cosiddette attività da banco, la vendita di tessuti, spezie e i giochi da tavolo, tra cui spiccano gli antenati delle dame, giochi importati dagli abili matematici come “Accerchiare la lepre”, ci racconta Rosa Fortuna, rievocatrice di questa situazione storica, “un gioco d'inseguimento dove lo scopo è incastrare con delle pedine l'abilissima lepre in fuga da dodici pericolosissimi cacciatori “.
TRA STORIA E RIPRODUZIONI.Ma tra i giochi storicamente documentati anche quelli d'azzardo utilizzati nelle taverne, che un clima religioso occidentale rigido avrebbe certamente vietato di esercitare liberamente. Tra le attività dinamiche visibili alla cittadinanza le esercitazioni del tiro con l'arco e la scherma, il cui responsabile è Franco Gervasio. Ma l'aspetto che incuriosisce lo spettatore è la fedele riproduzione dell'equipaggiamento e armatura delle tende dei soldati tedeschi, al seguito di Federico II e le suppellettili e di quelli saraceni. Come spiega il referente operativo dell'associazione, Michele Giardino, interprete del personaggio di Galvano Lancia, cavaliere di Federico II, che trovò la morte in seguito alla Battaglia di Benevento, “l'armatura era funzionale alla strategia di guerra, poiché quando in quella famosa battaglia i solati i Federico II subirono la sconfitta fu proprio perché si individuò il punto vulnerabile e non protetto, le spalle, invece che le gambe, punto di forza dei sodati tedeschi, protetti da placche ferree e scudo triangolare”.
I COSTUMI. Per quanto riguarda i costumi dell'epoca, Maria Rosaria Strinati sottolinea come, diversamente da oggi – era globalizzata senza apparenti e distintivi segni di riconoscimento sociale, “particolari tessuti servivano a differenziare i saraceni che facevano parte della guardia imperiale di Federico II e a segnalarne un'estrazione sociale meno libera rispetto a quella tedesca”