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Scene di vita quotidiana: le edicole di una volta CRONACHE DAL PASSATO

La rubrica curata da Salvatore Aiezza

Parlando, nella rubrica della passata settimana, delle figurine Panini che da piccoli acquistavamo presso le edicole dei giornali, mi è tornato in mente che in quegli anni i chioschi delle edicole fungevano anche da veri e propri punti di aggregazione sociale: per piccoli e grandi; uomini e donne. In tanti avranno ripensato a quelle scene: quando ancora non esisteva internet e i social, e le notizie, le ricerche, i fatti, le cronache, i gossip si apprendevano solo da una sana lettura. Il chiosco di giornali del quale vi parlerò, che era quello da me frequentato, si trovava sino a qualche anno fa, su Via Arpi, in corrispondenza di Piazza Baldassarre: era una delle poche edicole allora esistenti in città. 

LE EDICOLE. Dalle fogge più diverse e installate nei punti strategici delle piazze e vie cittadine, dove il traffico veicolare e di persone era maggiore, anche quei, piccoli, “parallelepipedi” di uno strano color verde chiaro, hanno lasciato in tanti di noi ricordi e memoria di un modo di vivere, lontano da quello al quale oggi siamo abituati. A ben pensarci le edicole degli anni 60 hanno segnato un po’ i tempi della nostra vita. E’ importante precisare che “le edicole” davvero erano solo tali: si vendevano solo giornali, riviste, figurine, buste gadget per i piccini e basta, non erano ancora dei veri market come se ne trovano oggi. Nelle grandi città, al massimo, si potevano trovare cartolibrerie con annessa rivendita dei giornali. 

LE FIGURINE E LE RIVISTE. Da bambini le edicole erano meta obbligata, la domenica, dopo la messa, per l’acquisto delle figurine delle varie raccolte che all’epoca si facevano ; prima tra tutte i calciatori e, magari, ma non tutti potevano permetterselo, comperare il settimanale per ragazzi che tanto ci piaceva e faceva bella mostra di se sul ripiano dell’edicola, tra decine di copertine colorate e attraenti: poteva trattarsi dell’ultimo numero del mitico “Topolino”, piuttosto che “Il Monello” o “Intrepido”, il “Corriere dei piccoli”, “Tiramolla”, “Geppo” o ancora del “Giornalino” che pubblicava al suo interno tante storie di personaggi dei fumetti che poi sarebbero diventati famosissimi. Insomma una vera delizia per noi ragazzi dell’epoca. Poi finiva che se ne acquistava una copia e la si leggeva a turno. 

I FUMETTI. Con il trascorrere del tempo anche i gusti e le preferenze mutavano. Ecco allora che all’uscita da scuola, quando eravamo più grandicelli e giungeva il tempo in cui i nostri genitori ci lasciavano andare da soli, con la nostra cartella e il grembiule finalmente sbottonato, prima di andare a casa era d’obbligo la tappa all’edicola dei giornali. Gli occhi, benché stanchi da ore di lezione, si sgranavano davanti a tutti quei giornalini ordinatamente tenuti sulla mensola o con le mollette su uno spago tra gli angoli del chioschetto. Allora cominciavamo a guardare le copertine di “Diabolik”, “Zagor”, “Kriminal”, “Tarzan”, “Corto Maltese”, oppure dell’intramontabile “Tex” e tanti altri. Ma ahimè, anche quel tempo passò in fretta ed un giorno, senza che ce ne accorgessimo, ci ritrovammo grandi: giovanotti. Allora la nostra attenzione cominciò a spostarsi sui volti noti delle attrici ed attori del cinema che sorridevano dalle copertine dei giornali più in voga del tempo: la Haywort, Ava Gardner, ma anche le nostre grandi: Sofia Loren, la Magnani e così via. 
Spazio elettorale autogestito/ De Sabato

FOTOROMANZI. Le ragazze invece impazzivano per i fotoromanzi ( un po’ gli antenati delle moderne ed infinite telenovele): Letizia, Charme, Marina, Jacques Douglas, Lucky Martin, sono solo alcuni nomi delle testate più in voga. Tanti erano i protagonisti per le quali le ragazze facevano la fila all’edicola per acquistare l’ultimo numero del romanzo. Molti di quegli attori diventeranno poi nomi famosi nel cinema: Franco Gasparri, Claudia Rivelli, Nuccia Cardinali, Adriana Rame, Claudio De Renzi, Gianni Vannicola, Alex Damiani, Franco Dani, Sebastiano Somma…per citarne alcuni. Per i giovanotti degli anni 70 però le edicole erano anche il punto di ritrovo per eccellenza: “Dove ci vediamo?”, “All’edicola “, era la frase che segnava i nostri appuntamenti e l’edicolante diventava anche il custode (... ma anche un po’ il curiosone...) di tanti segreti e speranze che a lui si confidavano, ed a volte testimone delle litigate tra fidanzatini, proprio lì davanti al chioschetto. Frequentatrici assidue, prima o dopo aver fatto la spesa, erano anche le “signore” che si fermavano all’edicola per acquistare i settimanali più famosi (Grazia, Arianna, Oggi, Gente, Sorrisi ecc) e spesso intrattenevano discorsi, apprezzamenti di vario tipo e commenti su conoscenti, amiche, coinquiline; sicché l’edicolante conosceva un po’ tutti nel quartiere dove lavorava: compresi vizi e virtù! Nei giorni di festa, quando usciva tutta la famiglia con i bimbi più piccoli, era d’obbligo acquistare per loro oltre le bustine e gli album per le raccolte, le famose buste supercolorate e piene di sorprese che costavano poche centinaia di lire ma rendevano felici i bambini. Tra i frequentatori delle edicole vi era chi non mancava di acquistare ii settimanale che parlavano di cronaca nera, come non mancavano coloro che puntualmente, ogni giorno, si fermavano di buon mattino per acquistare i quotidiani “politici”: Il Secolo, l’Unita, Il Manifesto, Lotta Continua. Era uno spasso, rispetto a quello che vediamo oggi, assistere alle discussioni che attempati uomini o giovani “protestanti” intrattenevano davanti alle edicole, sulle loro idee politiche, con l’edicolante a fare molto spesso da paciere. Insomma era, l’edicola, anche un piccolo antesignano laboratorio politico. 

IL RICORDO. E tanta, della nostra cultura molto spesso è passata per quelle edicole. Quanti di noi hanno in casa le vecchie enciclopedie che servivano per fare le ricerche a scuola ed i nostri genitori cominciavano a comperarle sin da quando eravamo piccoli , quasi come a costituirci una dote per il futuro: Universo, l’indimenticabile “Conoscere”, i Quindici, la “De Agostini” e tante altre. I nostri padri a volte facevano veri e propri sacrifici per acquistare anche più enciclopedie contemporaneamente perché, magari, si avevano figli in diverse età scolastiche. Non si finiva mai di completarle perché uscivano settimanalmente, a dispense o piccoli fascicoletti e non bisognava dimenticarsi di ritirarle, anche se poi l’edicolante che allora era conoscente e amico di tutti, le metteva diligentemente da parte. Infine, quando anche la copertina ci veniva consegnata, si faceva rilegare il tutto e il nostro bel volume era pronto a fare mostra di se nella libreria del salotto buono di casa dove, dopo gli anni della scuola resterà, per sempre depositato a ricordarci i tempi della nostra gioventù Insomma, anche le vecchie care edicole ne avrebbero da raccontare ; oggi i quotidiani e le riviste on line, le notizie che si apprendono in tempo reale, i talk show televisivi, hanno tolto gran parte della loro funzione ai giornali cartacei ed infatti le edicole sono diventate grandi contenitori multi prodotti.
(Salvatore Agostino Aiezza)
Banner/ Fondazione Buon Samaritano

di Redazione 


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