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Foggia, il Coronavirus, un nuovo Piano Marshall e... il finale a  sorpresa CRONACHE DAL PASSATO

A cura di Salvatore Aiezza

In queste ultime settimane, in tempi di Coronavirus, si parla di possibili - anzi da più parti auspicati -, aiuti al nostro Paese. Un’Italia colpita duramente dal subdolo virus e dalle conseguenti, giustissime, misure di contenimento del suo espandersi che hanno praticamente avuto, come riflesso, quello di mettere in ginocchio l’economia; far calare drasticamente i posti di lavoro e messo in crisi milioni di famiglie. Molti auspicano che gli aiuti possano in qualche modo prendere forma di un nuovo Piano Marshall, che, come noto, dopo gli anni della Seconda guerra mondiale, diede il via alla ricostruzione e la ripartenza dell’economia in Europa e in Italia, grazie a un poderoso invio di aiuti da parte degli USA. Visto quindi, che siamo in tema, è il caso di ricordare cosa fu e come venne attuato il Piano Marshall, e come anche Foggia ne beneficiò, con il famoso “Treno dell’Amicizia”, che arrivò nella nostra stazione subito dopo la befana del 1948…..Una raccomandazione, leggete sino in fondo perché… il finale è a sorpresa!

IL PIANO MARSHALL. A cavallo dei mesi di novembre/dicembre del 1947, anche Foggia fu interessata da una gigantesca iniziativa umanitaria, la prima di tal genere dalla fine della guerra, in favore delle popolazioni e degli Stati europei vittime degli eventi bellici. L’iniziativa rientrava nel più ampio piano di aiuti che prendeva il nome di “piano Marshall”. Ma vediamo dei dettagli cosa avvenne in quei giorni. Con il rientro nei luoghi di origine dei soldati alleati, il nostro Paese si trovò a dover fronteggiare, da solo, l’enorme disagio e lo stato di povertà che anni di duro conflitto avevano provocato. Gli Stati usciti vittoriosi dalla guerra avviarono subito piani di aiuti: sia per la ricostruzione di gran parte delle grandi capitali, ma anche di piccole città che, come Foggia, subirono i terrificanti bombardamenti, che per le popolazioni civili, costrette a razionare anche i beni di prima necessità. I “piani” di intervento prevedevano, come noto, l’invio di una gran quantità di beni per soddisfare le esigenze dei cittadini, ma, soprattutto, cospicui aiuti economici. Tra tutti si ricorda Il piano Marshall che fu quello più famoso: importante (e ricco!).

IL TRENO DELL’AMICIZIA. In realtà tutti sappiamo come questi interventi avessero quale scopo primario quello “politico”, al fine di instaurare buoni rapporti tra USA ed Europa e di sostenere e favorire i vari movimenti popolari-democratici presenti nei Paesi europei. Tra i tanti aiuti “umanitari” che giungevano d’Oltreoceano, uno, in particolare, è ancora oggi presente nella memoria di molti anziani: “Il Treno dell’Amicizia”. L’iniziativa umanitaria, ma anche dalla forte valenza politica, fu ideata e voluta da un giornalista americano: Andrew Russel Pearson. Questi, forte del seguito che aveva sia sui giornali che alla radio, nel 1947, lanciò un messaggio che venne raccolto e rilanciato da moltissimi media per la raccolta di viveri di ogni genere da inviare in Europa. Famiglie, scuole, chiese, aziende e diverse organizzazioni risposero con i contributi e così Pearson raccolse una grande quantità di generi alimentari offerti dal popolo americano e organizzò un convoglio che avrebbe dovuto raggiungere la Francia e l’Italia, Paesi destinatari degli aiuti. Il treno dell’amicizia partì da Los Angeles il 7 novembre del 1947 e il viaggio durò 11 giorni: da Los Angeles, California, procedendo attraverso il Nevada, Utah, Colorado, South Dakota, Wyoming, Nebraska, Iowa, Illinois, Indiana, Ohio, Pennsylvania, New Jersey, e, infine, New York, dove giunse il 19 novembre del 47, raccolse generi vari e viveri per oltre 40 milioni di dollari. L’evento ebbe grande seguito in America, tanto che a New York venne celebrato con una grande festa e sfilata.

LA NAVE. Il “Treno dell’Amicizia”, un Boxcar 700, portava cibo, medicinali, vestiario e combustibile. Giunse in Francia il 18 dicembre del 47: all’approssimarsi delle feste natalizie, scelta come data proprio per trarne la maggior visibilità. In Italia, poiché gli aiuti viaggiavano via mare su grosse navi, queste vennero fatte attraccare in più porti e poi caricate su speciali treni che prendevano appunto il nome di “Treno dell’Amicizia”. la nave più imponente e importante, anche perché vi viaggiava la rappresentanza americana, era l’Experia, che fece il suo ingresso nel porto di Napoli, accolta da una immensa folla. Dalla nave, dopo l’accoglienza dell’ambasciatore Dunn; di Mr. Pearson e altri rappresentanti americani, vennero scaricati i viveri e caricati sul treno, che percorse tutta l’Italia, effettuando soste in tutte le stazioni delle città più importanti ove venne accolto da “folle entusiaste e manifestanti riconoscenza verso l’America”, come raccontano le cronache dell’epoca: non mancavano comitati di accoglienza e, ovviamente la presenza, in prima linea dei politici e autorità civili , religiose e militari del luogo. L’arrivo del treno era, ovviamente preceduto da grande pubblicità, il tutto non slegato da opportunità politiche di favorire il crescente consenso verso il Fronte popolare di De Gasperi.

LA FOLLA. Il treno dell’amicizia giunse a Foggia subito dopo la befana del 1948 “in una stazione affollatissima, come mai la si era vista in precedenza”. I giornali dell’epoca, come era naturale, diedero molto risalto all’evento. In particolare soffermandosi sull’arrivo del convoglio umanitario. Il Corriere di Foggia del 19.1.48, lo ricordava così: “Il treno dell’Amicizia è stato salutato , sabato, alla stazione ferroviaria da una spontanea, commovente e imponente manifestazione del popolo”. Tanta era la folla che stentava ad essere contenuta anche dal servizio d’ordine. Erano presenti tutte le Autorità: Dal Prefetto: Dr Donadu, al Questore Mendola, il Vescovo , Mons. Farina, il Vice Presidente della deputazione provinciale, Colaminè, il Proc. Della Repubblica Rennis e tutte le alte cariche militari. Il treno giunse a Foggia alle 15 precise. Il “cerimoniale” prevedeva la salita sul vagone centrale del treno, che era scoperto, delle maggiori Autorità, per il saluto di rito agli organizzatori e il discorso della rappresentante del North American Newspaper Alliance: Miss Hume e quello del rappresentante dell’organizzatore del treno, Pearson, Comm Giulii e infine quello di Mons Carrol-Abbing per l’American Relief for Italy. Dopo i discorsi, all’interno della sala centrale del fabbricato della nuova stazione in via di costruzione, si tenne l’esibizione di gruppi e balli folcloristici e l’offerta di prodotti vinicoli locali agli ospiti americani. A Foggia vennero destinati ben 5 vagoni di ogni qualità di viveri, per quasi 200 quintali, prima che il treno riprendesse la sua marcia alla volta di Bari.

LA DOPPIA STAZIONE. Ecco, dunque, che, dopo oltre settanta anni la storia si ripete e chissà che non dobbiamo recarci anche noi tra qualche tempo ad attendere alla stazione un “Treno dell’Amicizia” , carico di ogni ben di Dio…Sempre che, beninteso, la nostra stazione venga tenuta in considerazione, in un ipotetico tragitto ferroviario e non si decida di “bypassarla”. Non vorremmo essere costretti ad andare a Borgo Cervaro. Anzi, ora che ci penso, a Borgo Cervaro i treni non fermano perché la seconda stazione, per adesso, sta ancora nei sogni di tanti… proprio come un nuovo piano Marshall.

di Redazione 


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