Conoscere la cultura e la storia dell’Albania, al Castroc la presentazione di un libro e di un film
L’Associazione culturale “Aquile di Capitanata” ha organizzato per venerdì 7 luglio 2023, alle ore 19, nello spazio dehors del ristorante-caffè “Castroc” di Foggia (via Arpi 149), la presentazione del libro “Ciao Shqipëria! Il secolo dei media nei rapporti culturali italo-albanesi” (BesaMuci editore, Nardò,2021), scritto da Vito Saracino, storico dei media, docente a contratto di Storia Sociale dei Media all’Università di Foggia e ricercatore Fondazione Gramsci di Puglia.
GLI OSPITI. A conversare dell’opera con l’autore, ci saranno il direttore del quotidiano “l’Attacco”, Piero Paciello, oltre al Presidente e al Vice Presidente dell’Associazione “Aquile di Capitanata”, Elton Ropi e Loris Castriota Skanderbegh.
IL PROGETTO. Saracino è anche il coordinatore del progetto “Per una rete delle istituzioni culturali tra Puglia e Albania”, diretto al sostegno dell’archivio delCinema albanese e curato da Fondazione Gramsci di Puglia, Regione Puglia, DabimusSrl e Archivio centrale del Cinema albanese (Aqshf). L’iniziativa ha, da qualche mese, prodotto un primo, importante risultato: il restauro e la digitalizzazione di un’opera della cinematografia albanese, il film “GjeneralGramafoni” di Viktor Gjika del 1978. Al termine della presentazione del libro, la pellicola, corredata da sottotitoli in italiano, sarà brevemente introdotta dallo stesso Vito Saracino e poi proiettata.
IL LIBRO. La ricerca esposta nel saggio si propone come una lunga cronistoria che interseca aspetti storici, culturali e educativi che riguardano i rapporti fra Italia e Albania nel campo dei media. L’autore approfondisce, in particolare, tutte le fasi che hanno portato l’Italia a diventare il partner maggiormente presente in Albania, influenzandone lo sviluppo nel settore dell’informazione. Dalla diffusione, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, dei primi giornali in lingua italiana nell’area illirica, si passa poi ad analizzare il crescente interesse da parte dei cittadini albanesi riguardo il medium radiofonico, giunto oltre Adriatico grazie alle frequenze di Radio Bari e che si rafforza fino a diventare nel 1938, con le trasmissioni di propaganda fascista, uno strumento fondamentale durante l’occupazione. Non manca un focus sul cinema, che sotto il regime di EnverHoxha riveste un ruolo decisamente propagandistico, e una vasta e approfondita riflessione sullo sviluppo della televisione, dai suoi timidi esordi negli anni Sessanta fino alla proliferazione delle emittenti private nel periodo post-comunista.
L’AUTORE. Vito Saracino è assegnista di ricerca con lo studio dal titolo “L'informazione locale come costruzione sociale”, docente a Contratto di Storia Sociale dei Media presso il Dipartimento di Economia, Management e Territorio presso l'Università di Foggia, Docente Assistente in Digital Politics presso il corso di “Innovazione Digitale e Comunicazione”, ricercatore presso la Fondazione Gramsci di Puglia. I suoi interessi di ricerca sono poliedrici, passando dallo studio dei mass media alle ricostruzioni storico-politiche del Novecento. La sua opera prima, sui protagonisti dell’ambientalismo in Puglia dal titolo “Un libertario a servizio della Murgia” (Il Grillo 2016) ha vintoil I Premio di Ricerca “Enzo Marchetti” e il II Premio di Ricerca “Sebastiano Romeo”. Nel suo secondo studio “Giuseppe Bucci (1872-1935). Storia di un educatore nel passaggio dalla società liberale all’età fascista” (Adda 2018) si è concentrato sul ruolo della propaganda all’interno del sistema sportivo e educativo nel Mezzogiorno risultando fra i vincitori nel 2022 del Premio di Studio “Matteo Fantasia e figlia Annamaria”, patrocinato dal Comune di Conversano. Il suo terzo lavoro, incentrato sulla ricostruzione delle realtà associative nel secondo dopoguerra, intitolato “Casa Arci! Sessant’anni di Associazionismo in Puglia” (Andrea Pacilli 2019) ha vinto il “Premio Giovani Cultura Giovanile” con il patrocinio di Università degli Studi di Trieste e Regione Friuli Venezia Giulia. Nel 2023, per il suo saggio “Sulle tracce di Gramsci in Puglia”, l’autore è risultato vincitore del Premio saggistica Baratta nell'ambito della XVIII edizione del Premio Letterario Antonio Gramsci. Il suo impegno nei confronti della storia sociale e mediatica dei Balcani prosegue tuttora con il Coordinamento del Progetto di Ricerca condotto dalla Fondazione Gramsci di Puglia e la Regione Puglia sull'importanza dei media per l'identità europea dal titolo “Per una rete delle istituzioni tra Puglia e Albania”.
IL FILM. Il film, un classico del Cinema albanese, è ambientato nel periodo degli scioperi dei lavoratori dei campi petroliferi albanesi, negli anni ’30. Già allora, l’Italia cominciava ad esercitare influenze culturali e politiche nel Paese delle Aquile. Il protagonista, HalitBerati, apprezzato suonatore di clarinetto che sta raccogliendo successi nella sua carriera musicale, si trova coinvolto nelle proteste sindacali. La narrazione delle vicende personali offre, sullo sfondo, un quadro della realtà sociale dell’Albania del periodo. “GjeneralGramafoni” è risultato il miglior film del Terzo Festival cinematografico albanese del 1979. Ha, poi, ottenuto la menzione speciale al Terzo Festival dei Balcani di Istambul(1979) e vinto il Premio Nazionale per la miglior regia e sceneggiatura alregista Viktor Gjika e allosceneggiatore di VathKoreshi.
AQUILE DI CAPITANATA. L’associazione culturale, fondata poche settimane fa, ha sede in Foggia e riunisce aderenti italiani, albanesi e arbëreshë (gli appartenenti alle comunità etnolinguistiche storiche italo-albanesi del Mezzogiorno). Obiettivi del sodalizio sono la valorizzazione e la divulgazione della cultura, della storia, del folklore e della realtà contemporanea dell’Albania e delle comunità arbëreshë presenti in Capitanata e, più in generale, nella Puglia e nelle regioni vicine. Particolare rilevanza, nell’attività dell’associazione, sarà attribuita allo sviluppo dei rapporti tra le comunità italiana, albanese e arbëreshë, curando progetti internazionali orientati agli obiettivi indicati, ma anche alla conservazione della lingua e delle tradizioni sia delle comunità arbëreshë che delle famiglie albanesi giunte negli ultimi tre decenni, in special modo attraverso l’istituzione di una scuola di lingua albanese. Un rilievo di pari importanza sarà riservato allo sviluppo di iniziative di natura economica tra la Capitanata e le comunità arbëreshë o lo stesso territorio albanese.
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