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Dal web alla tv, "Pinuccio" chiama il cinema: "Un film? E' la mia prossima scommessa" L'INTERVISTA

L'articolo a firma di Ilaria Di Lascia

Non è facile rimanere a galla in un mondo come quello del web, in cui i fenomeni diventano virali con la stessa velocità con la quale si eclissano. Lui sembra esserci riuscito. Partito da youtube quasi 4 anni fa con le ormai celebri telefonate fittizie ai politici, Pinuccio, il faccendiere barese che si prende gioco dei potenti chiamandoli direttamente al telefono, è recentemente sbarcato a Striscia la Notizia. Da inviato pugliese per il tg satirico, con la stessa vis comica che lo ha caratterizzato sul web, riesce a ironizzare sui problemi del territorio sollecitandone la soluzione. E’ proprio questo che caratterizza il suo personaggio, al di là del marcato accento barese e dell’aria strafottente da navigato traffichino: Pinuccio con amara freddezza dice quello che vorremmo dire tutti. Interroga i responsabili, cerca risposte, si fa portavoce di domande scomode. In poche parole, stimola il dibattito. Si perché Alessio Giannone, che gli ha dato vita e fattezze, è soprattutto un comunicatore.

CHI E' 'PINUCCIO'. Classe 1979, un passato da attore teatrale, regista di un cortometraggio con cui ha partecipato alla Mostra del Cinema di Venezia e una laurea in legge. “Grazie a quella sono arrivato a Striscia, cercavano laureati in giurisprudenza. Ho fatto felice mia madre che finalmente ha potuto dirmi hai visto che la laurea ti è servita”, scherza. Abbiamo fatto due chiacchiere in occasione di un suo recente spettacolo al Teatro del Fuoco di Foggia, “Pinuccio chiama…”con il quale sta girando ormai da mesi la Puglia. Un’ora e mezza di satira tagliente e mordace durante la quale Pinuccio fa il punto sull’attualità, mettendone in luce storture e contraddizioni. Con l’aiuto di slides mostra campagne di comunicazione politica non proprio azzeccate, santini elettorali improbabili, telefona ai politici, locali e non solo.
 
Non risparmi nessuno, per fare satira però devi essere super partes
Devi costringerti ad esserlo ed è giusto che sia così. Per esempio sono stato spesso invitato ad aprire o chiudere manifestazioni politiche, me l’hanno chiesto tutti, da destra a sinistra, prospettandomi spesso compensi a cui confesso è stato difficile rinunciare. Però rispondo sempre con convinzione che la satira non può salire sul palco della politica. Una volta presa una strada credo sia giusto continuare a credere in quella.
 
Dal web Pinuccio è arrivato in Tv. In un momento come questo, in cui il modo di fare comunicazione cambia tanto velocemente, ritieni che la tv conservi ancora il suo potenziale?

 L’importante è non snaturarsi. Il mio obiettivo era quello di riuscire a portare un mio pensiero a più persone possibili, e il web in Italia, più che in altri paesi, è ancora una nicchia. La tv è indubbiamente una cassa di risonanza maggiore. Ma ha anche un potere che è necessario dosare. Soprattutto dopo i primi servizi mi sono reso conto di come una parola detta piuttosto che un’altra potesse far del male a qualcuno. Anche nei confronti di chi sbaglia non è giusto accanirsi, perché il processo mediatico è sempre in agguato.
 
Tu nasci sul web e vieni dal web ma non credi che proprio il web abbia contribuito a un appiattimento culturale generale?

Si il web ha contribuito, ma non dimentichiamo che è uno strumento. Se lo usiamo male è perché siamo fatti male. Internet ha dato la possibilità a tutti di dire la propria ed è una cosa bella. Anche per me è stato una vetrina. Non nego se non ci fosse stato il web, magari il mio percorso si sarebbe fermato a qualche palcoscenico di periferia. Ma quando si parla di argomenti un po’ più seri diventa pericoloso. Ci sono persone che su internet si esprimono con convinzione ma quando poi le incontri per strada non riescono ad argomentare. Il web ti aiuta ad essere nascosto, sul web nessuno ha paura, spesso anche le proteste su internet sfociano nel qualunquismo senza nessun tipo di base culturale. E questo mi spaventa. Si sta arrivando al livello ingiusto in cui chi ha una laurea è messo allo stesso livello di chi invece non ce l’ha. Ed è assurdo perché chi ha aperto un libro in più nella vita ha sicuramente un orizzonte più ampio.
 
 E come si fa a concretizzarlo nel quotidiano?
Preparando i servizi per Striscia ho spesso a che fare con esperti, tecnici, professori universitari e mi sto rendendo conto di quanto sia importante aver studiato. Puoi anche non essere d’accordo con qualcuno sull’argomento di cui stai discutendo ma queste persone ti comunicano il fatto con cognizione. In Italia non legge nessuno, poi su internet sembrano tutti geni. Ma sono convinto che si arriverà a una saturazione, molta gente già sta usando di meno il web, sta iniziando a capire cosa sia giusto o meno seguire.
 
Mi sa che possiamo affermare che Pinuccio è la tua parte più ottimista

Si, lui se la fa con la gente, cosa che io non amo molto fare. In effetti riesco ad essere ottimista solo quando salgo sul palco, in realtà aspetto l’estinzione del genere umano, perché penso che siamo arrivati a un livello in cui credo che la giusta punizione sia quella.
 
Ma intanto non volevi realizzarti come regista?

Si, anche perché io avrei voluto fare quello nella vita.
 
Non ce l’hai un lungometraggio nel cassetto?

Da mo’ che ce l’ho, da quando avevo 18 anni. Ci sto lavorando e quella sarà un’ulteriore scommessa, un modo per misurarsi con un linguaggio ulteriormente diverso.

L'AUTRICE. Ilaria Di Lascia (foto Francesca Roberto)

di Redazione 


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