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Dall'aeroporto Amendola, la missione “Mare Nostrum”. In volo, anche i Predator

Un'azione umanitaria per contenere l’allarme migranti

Anche l’aeroporto militare di Foggia si attiva dopo il tragico naufragio di Lampedusa: una missione ad hoc, quella appena lanciata dall'Amendola e denominata “Mare Nostrum”. L'intento è quello di vigilare attentamente il Canale di Sicilia.
 
L’ATTIVITA’. L'operazione coinvolge la Marina Militare con pattugliatori d'altura, l'Esercito con gli uomini del Corpo d'Armata di Reazione Rapida di Solbiate Olona a supporto delle forze di polizia di Lampedusa e, da circa due settimane, l'Aeronautica Militare con i Predator del 28° Gruppo di Amendola, in provincia di Foggia. “Non chiamiamoli droni: è una parola che ci fa male - ha affermato Michele Oballa, comandante 32mo stormo - perché non si tratta di robot autonomi, ma il volo di questi apparecchi è possibile solo grazie al lavoro di tanti uomini. Siamo davanti ad aerei veri e propri, pilotati in tempo reale da piloti dell'Aeronautica che si siedono ad una postazione della Ground Control Station e che gestiscono la missione in remoto con tanto di cloche e manetta del motore”.
 
FINO AD OTTOMILA METRI. Il Predator ha la capacità di restare in volo per oltre 20 ore consecutive, volando a quote che raggiungono gli 8mila metri, i sensori ottici, infrarossi e radar del Predator possono rilevare qualsiasi imbarcazione nel raggio di centinaia di chilometri. In uno degli ultimi avvistamenti lo scafista è stato individuato con certezza dagli specialisti che analizzano i dati inviati a terra via satellite dall'Apr. Il Predator B, evoluzione dalla versione A, ha un motore a elica spingente da 900 hp, un'apertura alare di 20 metri e può raggiungere una velocità massima di 445 km/h. Sono prodotti dall'americana General Atomics e possono anche essere armati, ma gli esemplari acquistati dall'Italia hanno esclusivamente capacità di ricognizione, sorveglianza e acquisizione obiettivi. 
 
LA MISSIONE. “Questi velivoli sono solo una componente di una architettura composta da vari elementi e soprattutto da molti uomini. - continua Oballa - Sono aerei come tutti gli altri, ma non hanno niente a che vedere con gli arei-spia dei tempi della guerra fredda, infatti volano a quote normali e non hanno capacità stealth”. L'Aeronautica Militare italiana ha acquistato i primi esemplari circa dieci anni fa, maturando una competenza nell'uso di questi mezzi seconda solo a quella dell'Usaf statunitense. “Con l'operazione Mare Nostrum, il sistema-Paese ha messo in campo il meglio delle sue risorse per evitare altri naufragi. – ha commentato Oballa - Il nostro compito è vigilare sul canale di Sicilia e lo facciamo al meglio delle nostre capacità”.
Anche l’aeroporto militare di Foggia si attiva dopo il tragico naufragio di Lampedusa: una missione ad hoc, quella appena lanciata dall'Amendola e denominata “Mare Nostrum”. L'intento è quello di vigilare attentamente il Canale di Sicilia e scongiurare il rischio incidenti.
L’ATTIVITA’. L'operazione coinvolge la Marina Militare con pattugliatori d'altura, l'Esercito con gli uomini del Corpo d'Armata di Reazione Rapida di Solbiate Olona a supporto delle forze di polizia di Lampedusa e, da circa due settimane, l'Aeronautica Militare con i Predator del 28° Gruppo di Amendola, in provincia di Foggia. “Non chiamiamoli droni: è una parola che ci fa male - ha affermato Michele Oballa, comandante 32mo stormo - perché non si tratta di robot autonomi, ma il volo di questi apparecchi è possibile solo grazie al lavoro di tanti uomini. Siamo davanti ad aerei veri e propri, pilotati in tempo reale da piloti dell'Aeronautica che si siedono ad una postazione della Ground Control Station e che gestiscono la missione in remoto con tanto di cloche e manetta del motore”.
FINO AD OTTOMILA METRI. Il Predator ha la capacità di restare in volo per oltre 20 ore consecutive, volando a quote che raggiungono gli 8mila metri, i sensori ottici, infrarossi e radar del Predator possono rilevare qualsiasi imbarcazione nel raggio di centinaia di chilometri. In uno degli ultimi avvistamenti lo scafista è stato individuato con certezza dagli specialisti che analizzano i dati inviati a terra via satellite dall'Apr. Il Predator B, evoluzione dalla versione A, ha un motore a elica spingente da 900 hp, un'apertura alare di 20 metri e può raggiungere una velocità massima di 445 km/h. Sono prodotti dall'americana General Atomics e possono anche essere armati, ma gli esemplari acquistati dall'Italia hanno esclusivamente capacità di ricognizione, sorveglianza e acquisizione obiettivi. 
LA MISSIONE. “Questi velivoli sono solo una componente di una architettura composta da vari elementi e soprattutto da molti uomini. - continua Oballa - Sono aerei come tutti gli altri, ma non hanno niente a che vedere con gli arei-spia dei tempi della guerra fredda, infatti volano a quote normali e non hanno capacità stealth”. L'Aeronautica Militare italiana ha acquistato i primi esemplari circa dieci anni fa, maturando una competenza nell'uso di questi mezzi seconda solo a quella dell'Usaf statunitense. “Con l'operazione Mare Nostrum, il sistema-Paese ha messo in campo il meglio delle sue risorse per evitare altri naufragi. – ha commentato Oballa - Il nostro compito è vigilare sul canale di Sicilia e lo facciamo al meglio delle nostre capacità”.

di Redazione 


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