Stampa questa pagina

Dalle Route con gli scout all'Africa, il viaggio di Nanda e Tony per aiutare i bambini di strada

Un mese di servizio nella Repubblica del Congo

Complice la strada, la voglia di avventura, il desiderio di riscoprire se stessi. Complice il fatto di aver percorso già migliaia di chilometri insieme per non spingersi ancora oltre. Verso l’Africa, verso il continente da cui tutto ha inizio. Anche se lo chiamano Terzo Mondo. Anche se milioni di persone sono costrette a fuggire verso l’Occidente per sperare di trovare un futuro migliore. Vittime di fame, guerre, carestie. Loro, invece, hanno pensato di fare un viaggio a ritroso. Verso l’origine. Verso gli altri. Nanda e Tony da quasi un mese vivono nella Repubblica del Congo. A Brazzaville. Complice la strada, Assisi, San Francesco. Complice il loro essere marito e moglie nato nel mondo degli scout. Sotto le tende, sotto le stelle. Come quelle che adesso vedono meglio da quella parte di Africa che sta accogliendo il loro desiderio di solidarietà.

IL SERVIZIO Sono partiti prima di Natale per vivere un’esperienza di servizio “nella missione gestita dai frati francescani, in particolare si tratta del centro missioni estere dei frati minori di Umbria e Sardegna”. Dopo quasi un mese, dunquem stanno per ultimare la loro attività presso “il centro Nako Ya Bandelo, la Casa dei Fratelli, che ospita una trentina di ‘ragazzi di strada’ dai 6 ai 18 anni offrendogli un riparo, la possibilità di studiare ed imparare ‘un mestiere’ che possa aiutarli ad inserirsi una volta usciti dal centro”. Nanda Biancardino, foggiana, e Tony Picardi, di Acerra ma ‘foggiano’ di adozione, cementificano giorno per giorno la loro unione. I viaggi, la natura, la strada. Quasi sei anni di matrimonio. Ed ora Brazzaville. I bambini, l’Africa, l’esplorazione. Sono partiti dopo un lungo percorso condiviso con i frati francescani. Quelli dell’Umbria, la regione in cui risiedono da diversi anni.

IN PUNTA DI PIEDI Durante il loro viaggio a Brazzaville sono entrati “in punta di piedi in un mondo nuovo” per “assorbire ogni minimo respiro e ogni sua sfaccettatura” racconta Nanda. Perché il viaggio, specialmente questo viaggio, è “l’occasione per riscoprire l’incontro con l’altro, per fare i conti e tentare di liberarmi dalle mie maschere, dalle mie chiusure e dalle mie rigidità. Quando parti viene fuori chi sei veramente e non ti è di alcun aiuto la ‘vetrina’ che questa società ti ha costruito addosso; l’immagine che ti sei fatta di te stessa, si frantuma ed emergi ‘tu’ in tutte le tue fragilità ma anche nei tuoi talenti, nelle tue vere capacità”. Il tutto, in un mondo che per qualche settimana ha rovesciato la prospettiva a cui erano abituati. “Ho bisogno di tornare all’origine, all’essenziale, ho bisogno di tornare indietro a quella che ero per poter ridare uno slancio a questa vita che fa di tutto per illuderti di essere ricca, nei vestiti, nei telefonini, nella comunicazione facile, nel materialismo, lusinghiero e subdolo, e ti spinge in una rincorsa vacua che ti riempie fuori ma ti svuota dentro, non ti fa guardare più in faccia chi incroci per strada e pian piano ti fa dimenticare te stessa”.

GALEOTTO FU IL VOLANTINO “Tutto questo percorso – spiega Tony - è iniziato casualmente ma non per caso, quando ci siamo ritrovati a portare in visita all’eremo delle carceri, in Assisi, due amici venuti da fuori. Nel corso della visita abbiamo trovato un volantino dei Frati minori dell’Umbria e della Sardegna che proponeva un percorso di fede con la possibilità di vivere un esperienza missionaria. Tanto ha voluto il caso che solo mesi dopo abbiamo saputo da Fra Manuel che quel volantino non doveva trovarsi lì”. Destino, coincidenza, casualità. Impossibile provare a sterzarli. “La vera missione sarà ritornare a casa e riuscire a guardare il mondo in modo diverso, di dare il giusto valore ai beni materiali ed agli eventi di ogni giorno, ringraziando il Signore  dei doni che quotidianamente mi elargisce e non vedo”. Per Nanda e Tony, anche se i tempi delle Route con gli scout sono distanti, è ancora tempo di strada, di servizio, di solidarietà. Ancora insieme. Sempre insieme.

 

La foto è tratta dal loro profilo su facebook e fa riferimento ad un altro viaggio

di Redazione 


 COMMENTI
  •  reload