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Daniela Marcone scuote le coscienze dei foggiani: "Scriviamo la storia di una comunità che non si arrende alla mafia"

La riflessione della vicepresidente nazionale di Libera

"Abbiamo una storia da scrivere, quella di una comunità che non si arrende alle aggressioni criminali mafiose, che legge tra le pagine delle sentenze e nella cronaca di importanti operazioni investigative, via via pubblicate, i vari aspetti di un fenomeno che non è incardinato sulla luna, ma qui, intorno a noi. Foggia, la sua straordinaria provincia, non è una terra mafiosa, bensì una terra in cui c'è la mafia e questo non può farci dimenticare il 9 agosto, come le giornate in cui altre vite sono state spezzate".

LA RIFLESSIONE. Daniela Marcone, vicepresidente nazionale di Libera, torna a scuotere le coscienze dei foggiani. Lo fa all'indomani della commemorazione del 9 agosto scorso a San Marco in Lamis, in occasione del sesto anniversario della tragica morte dei fratelli Luciani da vittime innocenti di mafia. Le presenze di cittadini e associazioni non sono state numerose tanto che anche il procuratore capo del tribunale di Foggia, Ludovico Vaccaro, se ne è doluto.
"Il 9 agosto scorso" scrive Daniela Marcone nella sua riflessione pubblica"come ogni anno, sono stata con la famiglia di Luigi e Aurelio Luciani, con il presidio di Libera locale e con quante e quanti hanno voluto esserci. Quella del 9 agosto è una giornata che ho segnato bene nel mio calendario, una giornata in cui non prendere altri impegni. Erano presenti autorità e istituzioni, tra cui numerosi sindaci della provincia. Erano presenti alcune associazioni e un pezzo di cittadinanza, a mio parere, poco numeroso. Tutte e tutti noi presenti abbiamo ritenuto di esserci perché richiamati da alcune esigenze forti".

il grido inascoltato. "La prima" precisa la figlia di Franco, ucciso barbaramente nel 1995 - da persone rimaste ignote  per aver difeso fino alla fine il valore della legalità e della verità "essere accanto alla famiglia, far sentire loro che nonostante il trascorrere del tempo quello che è accaduto ci riguarda. Mi riguarda in modo propritario, la loro storia si intreccia stretta con la mia, perché se la mia voce e quella di altrI che erano convintI che la mafia, le mafie, erano penetrate a fondo nei nostri luoghi, fosse stata ascoltata a più livelli, può ipotizzarsi che quella strage non sarebbe accaduta. Voci che per anni sono rimaste solitarie e, in alcuni momenti, stanche, scoraggiate. Occorre fare memoria anche della somma di solitudini sociali che hanno portato a quel 9 agosto".

UNA STORIA  DA SCRIVERE. "E oggi? " si chiede Daniela Marcone. "Oggi in tante e tanti non sentono ancora che il 9 agosto e quel sangue innocente versato siano motivo per fermare un attimo le loro vite al fine di una riflessione comune, che scriva un pezzo della nostra identità, un'identità nuova capace di trarre da quanto accaduto ciò che di importante è necessario portare con noi. Gli errori del passato non possono e non devono ripetersi, determinanando nuovi errori, probabilmente ancora più gravi perché nati in un tempo in cui una consapevolezza differente dovrebbe accompagnarci. Abbiamo una storia da scrivere, quella di una comunità che non si arrende alle aggressioni criminali mafiose, che legge tra le pagine delle sentenze e nella cronaca di importanti operazioni investigative, via via pubblicate, i vari aspetti di un fenomeno che non è incardinato sulla luna, ma qui, intorno a noi. Foggia, la sua straordinaria provincia, non è una terra mafiosa, bensì una terra in cui c'è la mafia e questo non può farci dimenticare il 9 agosto, come le giornate in cui altre vite sono state spezzate. Il 9 agosto scorso non eravamo in tant3, ma da oggi possiamo impegnarci a esserci in ogni giorno che scandisce il tempo che ci separa al prossimo 9 agosto. Esserci nel quotidiano contro chi ci fa del male significa esserci per noi, per Luigi e Aurelio e per tutt3 coloro che si stanno spendendo per fermare le organizzazioni criminali. Esserci significa scrivere quella storia insieme, nessuno escluso, perché il cambiamento non può attendere. Credetemi, che ognuna, ognuno, trovi il modo e il proprio percorso".

di Redazione 


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