Stampa questa pagina

Demolizione palazzina abusiva, al danno si aggiunge la beffa: altri 50mila euro di costi a carico dei contribuenti

Le fondamenta sono risultate mezzo metro più profonde del previsto e sul terreno era stata posizionata una serie di iglo in pvc utilizzati in edilizia per l’aerazione. Per tali ‘sorprese’ in corso d’opera, il Comune dovrà sobbarcarsi circa 50mila euro in più di costi di demolizione della palazzina abusiva costruita dal Consorzio Coop Casa in zona Macchia Gialla. In totale salgono a oltre 200mila.

LA DIATRIBA. Il caso è quello noto, relativo alla diatriba sorta tra il Comune di Foggia e la società Madaga srl di Salvatore Normanno. L’impresa ha trascinato in causa gli uffici comunali contestando la ‘rotazione’ rispetto al progetto originario della palazzina costruita dal Consorzio Coop Casa che, ostruendo la vista della villetta bifamiliare di proprietà della Madaga, posizionata al suo fianco, ne avrebbe fatto scendere il valore.

IL PASTROCCHIO. I giudici amministrativi in diverse occasioni hanno dato ragione alla Madaga ma d’altro canto il Consorzio Coop Casa non si è addossata le responsabilità richiamandosi ad un’autorizzazione alla rotazione concessa dagli uffici comunali. Si tratta di un ‘pastrocchio’ amministrativo mai affontato e risolto dalle varie amministrazioni succedutesi nel tempo, compreso quella targata Landella che ha registrato otto consigli comunali convocati nel mese di maggio andati a vuoto. Nel frattempo, però, il Tar a fine 2018 ha definitivamente condannato il Comune ad occuparsi della demolizione del manufatto. L’appalto è stato affidato all’impresa Amorini di Afragola per un totale di 170mila euro: costi che, in soldoni, sono stati scaricati sui contribuenti.

COSTI A CARICO DEI CONTRIBUENTI. Ora si scopre che al danno si aggiunge la beffa. Nel corso delle operazioni, infatti, il direttore dei lavori – è scritto nella determina comunale – ha constatato che “il piano di fondazione contabilizzato in fase di progettazione, previsto a quota -1.50 sotto la quota 0.00 stante il fatto che il manufatto era stato realizzato senza piano interrato, partiva da quota -2.00”; inoltre, veniva constatata “la presenza di iglo in PVC su tutta la superficie per la areazione della fondazione”. Poiché la sentenza del tribunale prevede il perfetto ripristino dei luoghi, si è resa necessaria una perizia di variante e suppletiva che ha tenuto conto “dei lavori in più consistenti nella demolizione della parte di fondazione da quota -1.50 sino a quota -2.00 compreso gli iglo in PVC ed il relativo smaltimento e trasporto a discarica, oltre alla ulteriore fornitura e posa in opera di terreno agrario, compreso il ripristino del marciapiede”. Costo della perizia quasi 50mila euro. Inutile specificarlo, anche questi a carico dei contribuenti.
Contenuto sponsorizzato

di Michele Gramazio


 COMMENTI
  •  reload