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Il razzismo arriva in banca: denuncia Flai, negato incasso dell'assegno a bracciante immigrato

Calamita: “Antitesi a generosità di tanti dopo incendio al ghetto”

Da un lato la straordinaria solidarietà di associazioni, cittadini, aziende che da tutta la provincia hanno risposto all’appello lanciato da Flai e Caritas per la raccolta di viveri, coperte, abiti dopo l’incendio che ha quasi del tutto distrutto il ‘gran ghetto’. Dall’altro l’assurdo e inspiegabile comportamento di una istituzione che venendo meno e leggi e regole danneggia un cittadino probabilmente solo perché straniero e dalla pelle scura. E’ quanto denuncia la Flai, che evidenzia un caso registrato a Foggia “dove la filiale di un istituto bancario tra i più importanti del paese – spiega Daniele Calamita, segretario generale della Flai –, a seguito di una transazione chiusa dalla nostra categoria a vantaggio di un lavoratore immigrato, ha di fatto negato allo stesso di incassare l’assegno emesso dall’azienda a copertura delle mancate e pregresse retribuzioni non percepite”.

IL RIFIUTO. Un assegno circolare emesso dallo stesso istituto bancario, “per il quale un cittadino con regolare permesso di soggiorno e passaporto in corso di validità si è visto rimbalzare – dettaglia Calamita – dallo sportello al direttore della filiale, quindi al direttore della sede centrale fino a un diniego immotivato, nonostante il lavoratore volesse addirittura aprire un conto corrente nella stessa banca”. Un assegno circolare pagabile a vista “per il quale si è riusciti a trovare una soluzione solo grazie all’interessamento e alla disponibilità della filiale foggiana di Banca Etica, alla quale va il nostro ringraziamento, anche a nome del lavoratore”.

LA SOLIDARIETÀ. “In attesa di ricevere spiegazioni e magari delle scuse dall’altra banca – conclude Calamita – vogliamo invece pensare che il tratto distintivo della nostra comunità sia la generosità che ancora oggi stiamo riscontrando rispetto alle emergenze che vivono i lavoratori del ‘gran ghetto’, in attesa magari di un segnale forte delle istituzioni, le grandi assenti. Ci tengo a ringraziare in particolare il pastificio Tamma, la lavanderia Secco Acqua di Michele Rignanese di Foggia, ancora la Banca Etica, l’oratorio di Castelluccio dei Sauri, l’associazione Lo Specchio della Vita e la parrocchia Sant’Antonio di San Paolo di Civitate, l’associazione le Ali della Vita di San Severo, la Flai nazionale, regionale e la Flai di Palermo, le Cgil di Puglia e di Foggia. E una sterminata lista di cittadini di tutta la Capitanata, che ci ricordano come questa provincia sia storicamente terra d’accoglienza e non di ghetti e discriminazioni. Il nostro intento è lavorare perché si chiuda per sempre un triste capitolo e sia restituita piena dignità a chi contribuisce alla ricchezza della nostra agricoltura”.

di Redazione 


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