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Design e letteratura: alleati o rivali? Dalle immagini agli slogan sino a... Italo Calvino

Dall'Ateneo, l'art director Alessandro Tartaglia

Cosa hanno a che fare gli studi di design con quelli umanistici? In realtà essi sono forma e sostanza l’uno dell’altro. Entrambi sviluppano un pensiero critico grazie alla comunicazione, a differenza delle discipline scientifiche che puntano all’efficacia e non all’efficienza. E’ questo il dibattito affrontato da Alessandro Tartaglia, co-founder, art director e designer presso lo studio FF3300, in occasione del secondo incontro dei seminari Eva Luna tenutosi lunedì 11 novembre nell’aula D del Dipartimento degli Studi Umanistici in Via Arpi, offerto dal Collettivo Antigone agli studenti.
FF3300. Lo studio prende il nome dalla codifica web di una particolare tonalità di arancione. “Crediamo nel potere delle idee, nel metodo e nella cultura, costruiamo percezione negli altri attraverso immagini e parole”. Così si presenta questo team di progettisti che ha esordito nel 2006 con l’auto-produzione editoriale, come rivista web in pdf, totalmente gratuita, in modo da potersi approcciare ad un mondo che non pareva particolarmente pronto ad accettare il loro modo di operare. Attraverso questa rivista ha agganciato i primi clienti e ha avuto modo di iniziare a lavorare come studio di progettazione. Il passo successivo si ha con il progetto Design Generativo per la creazione di processi: così come l’antropologo russo, Vladimir Propp, aveva rintracciato uno schema fisso che si ripeteva all’interno delle favole, lo stesso avviene con le immagini e la storia che le tiene insieme, che le genera. ”Ci occupiamo tanto di creare strutture retoriche, che possono essere parole, slogan, formule, quanto delle strutture visive, ovvero schemi e immagini capaci di trasmettere un messaggio” spiega Tartaglia.
DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA. Tartaglia attira l’attenzione dei suoi uditori richiamando alla memoria lo scrittore Italo Calvino e il gruppo OuLIPO (officina di letteratura potenziale) che teneva insieme persone accomunate dall’idea che la letteratura potesse avere al suo interno principi matematici. Nello specifico si serve del principio della letteratura combinatoria in ben tre romanzi: “Il castello dai destini incrociati”, “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e “Le città invisibili”. Tartaglia si serve di quest’esempio per dimostrare l’analogia tra il lavoro di un designer che crea immagini per generare senso e quello dell’umanista che si occupa di creare storie per generare ugualmente senso. Quando si vuole costruire un immaginario, non è possibile prescindere da tre elementi: linguaggio, che produce identità, da cui deriva appartenenza.
IL LAVORO. Per la festa dell’architettura di Roma FF3300 ha realizzato il marchio INDEX URBE in cui le lettere riprendono le forme dei ventuno secoli, dall’anno zero ad oggi, che stanno a simboleggiare la molteplicità degli strati che compongono l’urbe. In occasione del Festival internazionale di Andria Castel dei mondi, ha ideato, invece, un abaco di pezzi, modello lego, e dalla loro combinazione scaturivano disegni, lettere, scritte, illustrazioni, icone, pittogrammi e simboli diversi, in modo che il teatro e la performance avessero un aspetto ludico ma allo stesso tempo imprevedibile. Infine per il Meeting mondiale dei Giovani è stato chiesto allo studio di realizzare un’immagine che potesse simboleggiare il connubio tra i giovani e il potere. Così FF3300 ancora una volta si è servita delle lettere come metafore delle cose, dando vita a due diversi alfabeti, uno rigido e schematico, al quale si sovrappone un insieme di segni incomprensibili derivati da un workshop realizzato con la collaborazione dei ragazzi del Politecnico di Milano. Il gruppo inoltre ha curato la campagna di fine mandato del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola tra il 2009 e il 2011, lavorando proprio sul carattere, optando per uno più solido, dalle forme un po’ più robuste e squadrate e ricorrendo all’utilizzo dei pittogrammi in luogo delle foto convenzionali.
Cosa hanno a che fare gli studi di design con quelli umanistici? In realtà essi sono forma e sostanza l’uno dell’altro. Entrambi sviluppano un pensiero critico grazie alla comunicazione, a differenza delle discipline scientifiche che puntano all’efficacia e non all’efficienza. E’ questo il dibattito affrontato da Alessandro Tartaglia, co-founder, art director e designer presso lo studio FF3300, in occasione del secondo incontro dei seminari Eva Luna tenutosi lunedì 11 novembre nell’aula D del Dipartimento degli Studi Umanistici in Via Arpi, offerto dal Collettivo Antigone agli studenti.
FF3300. Lo studio prende il nome dalla codifica web di una particolare tonalità di arancione. “Crediamo nel potere delle idee, nel metodo e nella cultura, costruiamo percezione negli altri attraverso immagini e parole”. Così si presenta questo team di progettisti che ha esordito nel 2006 con l’auto-produzione editoriale, come rivista web in pdf, totalmente gratuita, in modo da potersi approcciare ad un mondo che non pareva particolarmente pronto ad accettare il loro modo di operare. Attraverso questa rivista ha agganciato i primi clienti e ha avuto modo di iniziare a lavorare come studio di progettazione. Il passo successivo si ha con il progetto Design Generativo per la creazione di processi: così come l’antropologo russo, Vladimir Propp, aveva rintracciato uno schema fisso che si ripeteva all’interno delle favole, lo stesso avviene con le immagini e la storia che le tiene insieme, che le genera. ”Ci occupiamo tanto di creare strutture retoriche, che possono essere parole, slogan, formule, quanto delle strutture visive, ovvero schemi e immagini capaci di trasmettere un messaggio” spiega Tartaglia.
DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA. Tartaglia attira l’attenzione dei suoi uditori richiamando alla memoria lo scrittore Italo Calvino e il gruppo OuLIPO (officina di letteratura potenziale) che teneva insieme persone accomunate dall’idea che la letteratura potesse avere al suo interno principi matematici. Nello specifico si serve del principio della letteratura combinatoria in ben tre romanzi: “Il castello dai destini incrociati”, “Se una notte d’inverno un viaggiatore” e “Le città invisibili”. Tartaglia si serve di quest’esempio per dimostrare l’analogia tra il lavoro di un designer che crea immagini per generare senso e quello dell’umanista che si occupa di creare storie per generare ugualmente senso. Quando si vuole costruire un immaginario, non è possibile prescindere da tre elementi: linguaggio, che produce identità, da cui deriva appartenenza.
IL LAVORO. Per la festa dell’architettura di Roma FF3300 ha realizzato il marchio INDEX URBE in cui le lettere riprendono le forme dei ventuno secoli, dall’anno zero ad oggi, che stanno a simboleggiare la molteplicità degli strati che compongono l’urbe. In occasione del Festival internazionale di Andria Castel dei mondi, ha ideato, invece, un abaco di pezzi, modello lego, e dalla loro combinazione scaturivano disegni, lettere, scritte, illustrazioni, icone, pittogrammi e simboli diversi, in modo che il teatro e la performance avessero un aspetto ludico ma allo stesso tempo imprevedibile. Infine per il Meeting mondiale dei Giovani è stato chiesto allo studio di realizzare un’immagine che potesse simboleggiare il connubio tra i giovani e il potere. Così FF3300 ancora una volta si è servita delle lettere come metafore delle cose, dando vita a due diversi alfabeti, uno rigido e schematico, al quale si sovrappone un insieme di segni incomprensibili derivati da un workshop realizzato con la collaborazione dei ragazzi del Politecnico di Milano. Il gruppo inoltre ha curato la campagna di fine mandato del Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola tra il 2009 e il 2011, lavorando proprio sul carattere, optando per uno più solido, dalle forme un po’ più robuste e squadrate e ricorrendo all’utilizzo dei pittogrammi in luogo delle foto convenzionali.

di Redazione 


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