In questi giorni l'Italia sta attraversando uno dei momenti più importanti per l'affermazione dei diritti degli omosessuali. E Foggia si pone come punto di riferimento di questo movimento: non solo perché negli ultimi tempi nel capoluogo dauno sono nate valide realtà di sostegno al mondo Lgbt (come Arcigay "Le Bigotte" , la caffetteria-libreria TolleranzaZero, e Agedo Foggia, quest'ultima vanta quasi sessanta famiglie iscritte su 300 in tutta la Penisola) ma anche perché Ivan Scalfarotto, cresciuto sin dalla tenera età nel capoluogo dauno e attualmente neo-deputato del Partito Democratico, si è reso protagonista in Parlamento di due misure che in qualche modo si pongono in netta discontinuità con il vecchio orientamento culturale e politico che l'Italia ha adottato negli anni su queste tematiche. Un orientamento conservatore che ha lasciato parecchio indietro il nostro Paese rispetto alle altre legislazioni europee.
Nell'intervista rilasciata a Foggia Città Aperta, allora, Ivan Scalfarotto illustra i positivi mutamenti che in questo particolare momento storico si stanno registrando in Italia e a Foggia sul fronte dei diritti omosessuali.
Scalfarotto, qualche giorno fa, su sua proposta, è stata approvata dalla Presidenza della Camera l'estensione sanitaria per i compagni dei parlamentari italiani omosessuali. Nel dettaglio, di cosa si tratta?
E' un'agevolazione a cui hanno diritto i parlamentari italiani. Esiste una cassa dedicata a questo esercizio e a cui i parlamentari devono versare obbligatoriamente 530 euro annui per la propria copertura sanitaria. Aggiungendo un piccolo extra, si ha diritto all'assistenza anche per un familiare o un compagno di vita.
- Questo provvedimento era stato già proposto, senza successo, dall'on. Paola Concia nella scorsa legislatura. Cosa è cambiato in Parlamento da allora?
Sono cambiati i numeri. Prima c'era una maggioranza di centro-destra.
- Sì ma questa volta il provvedimento è stato votato anche dal Pdl, che è forza governativa.
E' vero, ma il Pdl, nell'approvare la richiesta ha giustificato la sua scelta più sulla natura privatistica dell'agevolazione che non sul suo potenziale d'emancipazione nell'ambito dei diritti civili.
Inoltre ora alla presidenza della Camera c'è Laura Boldrini, che ha tutt'altro orientamento in materia rispetto a chi l'ha preceduta. In Parlamento, poi, ora ci sono anche nuovi partiti portatori di una diversa sensibilità, come Sel e, per certi versi, anche il Movimento 5 Stelle.
Anche in campo internazionale, infine, le cose sembrano evolversi: gli ultimi due avvenimenti importanti sono stati l'introduzione del matrimonio ugualitario in Francia e, negli Usa, la presa di posizione di Obama in favore del riconoscimento delle unioni omosessuali.
- Prima ha citato il movimento 5 Stelle, che però ha votato contro il provvedimento licenziandolo come un altro privilegio alla casta? Cosa risponde Scalfarotto?
L'estensione della copertura sanitaria per i compagni dei parlamentari omosessuali è il primo passo affinché la stessa istanza venga estesa a tutti i cittadini. Non si poteva lanciare la sfida in favore degli omosessuali del nostro Paese, su cui stiamo lavorando, se prima non si sanciva questo diritto di uguaglianza tra i parlamentari. Questa prima vittoria per i parlamentari è, secondo me, un atto che costituisce un precedente importante di cui in Parlamento si dovrà tener conto quando andremo a presentare la proposta di estendere l'assistenza sanitaria ai compagni di tutti gli omosessuali d'Italia.
Infine, un'ultima considerazione: dal 2001, e cioè da quando è stata istituita l'estensione dell'assistenza sanitaria per i parlamentari, non si è praticamente mai parlato di tutto questo. E' strano come improvvisamente sia diventato un caso mediatico e politico da quando il provvedimento è stato adeguato anche alle richieste dei parlamentari omosessuali.
- Come è stato accolto il provvedimento dalla società civile omosessuale?
Anche qui, una parte del movimento hanno accolto il provvedimento positivamente, altri hanno ritenuto di interpretarlo come una battaglia che riguarda solo i Parlamentari.
- Cambiamo argomento, e passiamo al nuovo disegno di legge contro l'omofobia, presentato alla Camera una settimana fa, che la vede tra i primi firmatari e vanta il sostegno di ben 221 deputati, praticamente un terzo dell'assemblea. In cosa consiste?
Prevede l'estensione della Legge Reale Mancino (che condanna azioni e discorsi d'odio di matrice razzista) anche alla discriminazione per motivi sessuali, attribuendo a quest'ultima – in caso di episodi di violenza – valore di aggravante.
- Quali le differenze col ddl presentato nella scorsa legislatura dall'onorevole Paola Concia e mai approvato?
Il ddl dell'onorevole Concia prevedeva un'aggravante soltanto per i crimini di sangue contro gli omosessuali mentre la nostra proposta intende punire con più severità anche i cosiddetti "hate speech" ("discorsi d'odio") al pari di quanto già avviene, su prescrizione della legge Reale Mancino, per le discriminazioni e le aggressioni verbali di tipo razzista.
Nel disegno di legge, inoltre, si prevede che il condannato possa espiare la propria pena anche attraverso lavori, gratuiti, presso comunità o organizzazioni che si occupano di tematiche legate al mondo dei lgbt. Il senso di questa misura va incontro al concetto di pena riabilitativa ed educativa, non soltanto punitiva.
- Crede che questa volta il ddl passerà?
E' sempre opportuno fare caute previsioni in questi casi, ma sono fiducioso. La discussione in Parlamento su questo nuovo ddl contro l'omofobìa verrà calendarizzata molto presto e gode di un ampio numero di sottoscrizioni a Montecitorio, uno dei più ampi della storia comunitaria europea. Nonostante ciò la politica italiana resta ancora un po' indietro su questi temi, rispetto sia alle leggi degli altri Stati europei sia alle ultime evoluzioni registrate nella società civile. Detto questo, i numeri che ora abbiamo in Parlamento fanno ben sperare.
Infine trattiamo la situazione locale: attualmente, seconde lei, come si pone Foggia su questi temi? Cosa è cambiato rispetto a quando, da ragazzo, viveva nella nostra città?
Sono cambiate molto cose. Ricordo che prima a Foggia l'omosessuale era solo. Negli ultimi anni invece è nata una rete molto attiva, che fa capo alle associazioni locali Arcigay "Le Bigotte" e Agedo, che non solo aiutano il soggetto a vivere con orgoglio e dignità la propria omosessualità ma aiutano anche la città ad evolversi su queste tematiche.
Costruire un ambiente rispettoso è la base per sentirsi sicuri e protetti.
Purtroppo, a Foggia come in altre parti d'Italia, la discriminazione resta. Quando abbiamo presentato sul nostro sito la Giornata internazionale contro l'omofobìa abbiamo ricevuto commenti da alcuni utenti del tipo "E' gente contro natura, è gente senza Dio". Cosa risponde Scalfarotto a queste persone?
Sono discorsi che si inquadrano nella violenza verbale. A mio parere non presentano nemmeno la dignità di opinione. Come tali vanno respinti senza nemmeno porsi sul piano della conversazione.
In questi giorni l'Italia sta attraversando uno dei momenti più importanti per l'affermazione dei diritti degli omosessuali. E Foggia si pone come punto di riferimento di questo movimento: non solo perché negli ultimi tempi nel capoluogo dauno sono nate valide realtà di sostegno al mondo Lgbt (come Arcigay "Le Bigotte", la caffetteria-libreria TolleranzaZero e Agedo Foggia, quest'ultima vanta quasi sessanta famiglie iscritte su 300 in tutta la Penisola) ma anche perché Ivan Scalfarotto, cresciuto sin dalla tenera età nel capoluogo dauno e attualmente neo-deputato del Partito Democratico, si è reso protagonista in Parlamento di due misure che si pongono in discontinuità con il vecchio orientamento culturale e politico che l'Italia ha adottato negli anni su queste tematiche. Un orientamento conservatore che ha lasciato parecchio indietro il nostro Paese rispetto alle altre legislazioni europee.
Nell'intervista rilasciata a Foggia Città Aperta, allora, Ivan Scalfarotto illustra i positivi mutamenti che in questo particolare momento storico si stanno registrando in Italia e a Foggia sul fronte dei diritti omosessuali.
Scalfarotto, qualche giorno fa, su sua proposta, è stata approvata dalla Presidenza della Camera l'estensione sanitaria per i compagni dei parlamentari omosessuali. Nel dettaglio, di cosa si tratta?
E' un'agevolazione a cui hanno diritto i parlamentari italiani. Esiste una cassa dedicata a questo esercizio a cui i parlamentari devono versare obbligatoriamente 530 euro mensili per la propria copertura sanitaria. Aggiungendo un piccolo extra, si ha diritto all'assistenza anche per un familiare o un compagno di vita. Finora però questa agevolazione si poteva utilizzare esclusivamente in funzione di una cultura eterosessista. Da adesso invece potranno godere di questa misura anche i partner dei parlamentari omosessuali.
Questo provvedimento era stato già proposto, senza successo, dall'on. Paola Concia nella scorsa legislatura. Cosa è cambiato in Parlamento da allora?
Rispetto al Governo precedente, guidato da una maggioranza di centro-destra, ora sono cambiati i numeri.
Ma il provvedimento da lei proposto, on. Scalfarotto, è stato votato anche dal Pdl, che in ogni caso è forza governativa attualmente.
E' vero, ma l'atteggiamento del Pdl non è cambiato: nell'approvare la richiesta, infatti, il Popolo della Libertà ha giustificato la sua scelta puntando l'attenzione sulla natura privatistica dell'agevolazione e non sul suo potenziale d'emancipazione nell'ambito dei diritti civili.
Il vero cambiamento sta nella Presidenza della Camera, nella persona di Laura Boldrini, che ha tutt'altro orientamento in materia rispetto a chi l'ha preceduta. In Parlamento, poi, ora ci sono anche nuovi partiti portatori di una diversa sensibilità, come Sel e, per certi versi, anche il Movimento 5 Stelle.
Anche in campo internazionale, infine, le cose sembrano evolversi: gli ultimi due importanti avvenimenti sono stati l'introduzione del matrimonio ugualitario in Francia e, negli Usa, la presa di posizione di Obama in favore del riconoscimento delle unioni omosessuali.
Prima ha citato il movimento 5 Stelle, che però ha votato contro il provvedimento licenziandolo come un altro privilegio alla casta? Cosa risponde Scalfarotto?
L'estensione della copertura sanitaria per i compagni dei parlamentari omosessuali è il primo passo affinché la stessa istanza venga estesa a tutti i cittadini. Non si poteva lanciare la sfida in favore degli omosessuali del nostro Paese, su cui stiamo lavorando, se prima non si sanciva questo diritto di uguaglianza tra i parlamentari. Questa prima vittoria che riguarda i parlamentari è, secondo me, un atto che costituisce un precedente importante di cui si dovrà tener conto quando andremo a presentare la proposta di estendere il riconoscimento di tutte le coppie omosessuali.
Infine, un'ultima considerazione: dal 2001, e cioè da quando è stata istituita l'estensione dell'assistenza sanitaria per i parlamentari, non si è praticamente mai parlato di tutto questo. E' strano come improvvisamente sia diventato un caso mediatico e politico da quando il provvedimento è stato adeguato anche alle richieste dei parlamentari omosessuali. Non c'è forse una sottile forma di omofobia anche qui?
Come è stato accolto il provvedimento dalla società civile omosessuale?
Una parte del movimento ha accolto il provvedimento positivamente, altri hanno ritenuto di interpretarlo come una battaglia egoistica che riguarda solo i parlamentari.
Voltiamo pagina e passiamo al nuovo disegno di legge contro l'omofobia, presentato alla Camera una settimana fa, che la vede tra i primi firmatari e vanta il sostegno di ben 221 deputati, praticamente un terzo dell'assemblea. In cosa consiste?
Prevede l'estensione della Legge Reale Mancino anche alla discriminazione per motivi legati all'identità sessuale della vittima.
Quali le differenze col ddl presentato, e mai approvato, nella scorsa legislatura dall'on. Paola Concia?
Il ddl dell'onorevole Concia prevedeva un'aggravante soltanto per i crimini di sangue contro gli omosessuali mentre la nostra proposta intende punire con più severità anche i cosiddetti "hate speech" ("discorsi d'odio") al pari di quanto già avviene, su prescrizione della legge Reale Mancino, per le discriminazioni e le aggressioni verbali di tipo razzista.
Nel disegno di legge, inoltre, si prevede che il condannato possa espiare la propria pena anche attraverso lavori, gratuiti, presso comunità o organizzazioni di volontariato, incluse quelle che si occupano di tematiche legate al mondo Lgbt. Il senso di questa misura va incontro al concetto di pena riabilitativa ed educativa, non soltanto punitiva.
Crede che questa volta il nuovo ddl passerà?
E' sempre opportuno fare caute previsioni in questi casi, ma sono fiducioso. La discussione in Parlamento su questo nuovo ddl contro l'omofobìa verrà calendarizzata molto presto e gode di un ampio numero di consensi a Montecitorio, uno dei più ampi della storia della Repubblica. Nonostante ciò la politica italiana resta ancora un po' indietro su questi temi, rispetto sia alle leggi in materia attualmente vigenti negli altri Stati europei sia alle ultime evoluzioni registrate nella società civile.
Detto questo, i numeri che ora abbiamo in Parlamento fanno ben sperare.
Infine trattiamo la situazione locale: attualmente, secondo lei, come si pone Foggia su questi temi? Cosa è cambiato rispetto a quando, da ragazzo, viveva nella nostra città?
Sono cambiate molto cose. Ricordo che prima a Foggia l'omosessuale era solo e impaurito. Negli ultimi anni invece è nata una rete molto attiva, che fa capo alle associazioni locali Arcigay "Le Bigotte" e Agedo Foggia (presieduta da mio padre Gabriele), che non solo aiutano il soggetto a vivere con orgoglio e dignità la propria omosessualità ma aiutano anche la città ad evolversi su queste tematiche.
Costruire un ambiente rispettoso è la base per sentirsi sicuri e protetti.
Sono discorsi che si inquadrano nell'ambito della violenza. A mio parere non presentano nemmeno la dignità di opinione. Come tali vanno respinti senza nemmeno porsi sul piano della conversazione.